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Consiglio comunale, mozione per l’intitolazione di una strada a San Salvador. Polemiche in aula

La mozione puramente simbolica che interessa l'altra parte del mondo arriva in aula dopo neanche una settimana, mentre interpellanze che riguardano il personale del Comune o l'Accademia Ligustica rimangono nei cassetti oltre un anno. Pdl furibondo, proviamo a fare chiarezza


17 dicembre 2014Notizie

palazzo-tursi-sindaco-doria-marco-discorso-D3Nella giornata in cui viene definitivamente ufficializzata la spaccatura nella maggioranza sul tema Gronda, la cui delibera di parere favorevole al tracciato definitivo verrà discussa in aula nella prima seduta del nuovo anno prevista per martedì 13 gennaio, in Consiglio comunale c’è spazio anche per qualche polemica sulla gestione di lavori dell’aula.

Tra gli argomenti messi in calendario all’ordine del giorno, nonché quello che probabilmente ha suscitato il maggior numero di interventi da parte dei consiglieri in una seduta piuttosto rapida e dal clima quasi natalizio, destava molta curiosità la mozione presentata da Sel e due consiglieri di Lista Doria (Nicolella e Gibelli) per opporsi all’intitolazione di una via a Robert D’Aubuisson nella città di San Salvador. Che cosa c’entra l’America centrale con il Consiglio comunale di Genova? Apparentemente molto poco. «Può suonare strano che si discuta di una cosa sviluppata decenni fa in un Paese molto lontano – ammette Antonio Bruno, Fds – ma nel mondo globalizzato di oggi dobbiamo avere coscienza che i diritti umani e sociali sono diritti di tutti».

«Poco tempo fa – ha ricordato il consigliere Enrico Chessa, Sel – il sindaco ha dovuto ricordare che Genova è medaglia d’oro della resistenza a persone che un po’ farsescamente avevano richiamato la parola dittatura riferendosi al modo di gestire la città (erano stati i lavoratori di Amt, ndr). Ma ci sono stati Paesi e città che feroci dittature le hanno vissute davvero: una delle più feroci ha riguardato proprio El Salvador, devastata da una guerra civile, e nella cui capitale adesso si vuole dedicare una via a Robert D’Aubuisson, l’organizzatore degli squadroni della morte e il mandante dell’assassinio di monsignor Romero».

Quella chiesta a tutti i consiglieri era dunque un’azione puramente simbolica a sostegno di chi si oppone a questa operazione a dir poco inopportuna: «Sicuramente – ha sottolineato il sindaco Marco Doria dichiarando l’appoggio della Giunta alla mozione – siamo di fronte a un atto di valore puramente simbolico, di principio e di richiamo al rispetto della dignità della persona. Ma è importante che si faccia in quest’aula e su questo tipo di documenti la giunta non farà mai mancare il proprio sostegno».

Non è certo la prima e non sarà l’ultima volta in cui in Consiglio comunale si discute di questioni non strettamente inerenti la città. Eppure solitamente queste votazioni si concludono con il parere favorevole espresso all’unanimità. Non questa volta, però. Va registrato, infatti, una sorta di voto di protesta del Pdl risultato presente non votante: «Questa mozione – ha spiegato il capogruppo Lilli Lauro – chiarisce molto bene come a Genova la maggioranza e la sinistra piuttosto che fare qualcosa di concreto per la città, per il commercio, per gli alluvionati preferisca riempirsi la bocca di parole che riguardano l’altra parte del mondo. È vergognoso che mozioni come questa arrivino in aula dopo neanche una settimana dalla loro presentazione mentre per altri documenti proposti dalle opposizioni si aspetta anche oltre un anno, nonostante si tratti di questioni che riguardano direttamente il nostro mandato: non dobbiamo dimenticare che siamo stati eletti per fare qualcosa per Genova e non per El Salvador».

La risposta arriva dal capogruppo del M5S, Paolo Putti: «Questa cosa mi riguarda come mi riguarda quello che succede al mio vicino di casa, nel mio posto di lavoro. Ognuno ha le sue priorità… magari qualcun altro può fare una mozione per chiedere un collarino nuovo a Dudù e noi invece ne facciamo una in memoria della lotta di monsignor Romero».

Certo, le elezioni regionali iniziano ad avvicinarsi e toni della rappresentante del Pdl possono apparire un po’ esagerati. Va detto, a onor del vero, che sempre nell’ordine del giorno odierno erano state inserite due interpellanze del Pdl presentate rispettivamente il 31/10/2013 e il 07/11/2013 e riguardanti la richiesta di chiarimenti agli assessori competenti sull’assunzione temporanea di personale esterno in Comune e il sostegno economico all’Accademia Ligustica di Belle Arti: possibile che in oltre un anno non si siano trovati 10 minuti di spazio per inserire questi documenti di iniziativa consiliare?

Se questa domanda (retorica) è destinata a restare senza risposta, una spiegazione invece può essere trovata a un altro quesito che sorge spontaneo dalla discussione in aula: perché solo ieri è venuto fuori questo malessere quando da anni quasi tutte le sedute del Consiglio comunale sono aperte con la votazione di cosiddetti ordini del giorno fuori sacco, dedicati a temi non strettamente collegati alla delibere in discussione?

La motivazione va ricercata in realtà in una modifica della prassi per la presentazione di documenti. Fino a poco tempo fa, infatti, qualsiasi gruppo consiliare poteva presentare ogni settimana un ordine del giorno fuori sacco: con parere favorevole della Conferenza dei Capigruppo, il documento sarebbe stato discusso nella prima seduta utile; in caso di maggioranza semplice, invece, si sarebbe dovuto attendere una settimana di più.

Adesso, invece, per tentare di porre un primo argine ad alcune pratiche ostruzionistiche, è venuta meno la seconda possibilità: in caso di mancata unanimità tra i rappresentanti di tutti i gruppi consiliari, l’unico modo per vedere discusso e messo in votazione un ordine del giorno fuori sacco è trasformarlo in mozione. A questo punto, però, la messa in discussione all’ordine del giorno spetta al presidente del Consiglio e al suo ufficio.

È stato questo il caso della mozione su El Salvador e lo sarà anche la prossima settimana per un documento che impegna il sindaco Marco Doria a sottoscrivere e promuovere la proposta di legge di iniziativa popolare per il riconoscimento del diritto di voto all’estero per i giovani temporaneamente domiciliati all’estero negli Stati membri dell’Unione Europea, per motivi di lavoro o di studio. Pure in questo caso, il testo proposto da Lista Doria è stato bocciato dal Pdl ma trattandosi pur sempre di una mozione condivisa da tutta la maggioranza, e non solo, troverà facilmente corsia preferenziale nell’ordine dei lavori e verrà posta in discussione la prossima settimana.

 

Simone D’Ambrosio


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