Il progetto per la realizzazione del “fun-shopping center” e l’ampliamento del waterfront genovese è datato 2000 e, fra intoppi e ritardi, oggi tutti i soggetti coinvolti sembrano pronti a dare l’avvio ai lavori per l’inizio 2014, con fine prevista nel 2016
Un “fun-shopping center” adiacente a Galata Museo del Mare e alla Facoltà di Economia dell’Università di Genova e che estende verso Levante la banchina portuale e fa da continuazione alla zona che dalla Fiera del Mare arriva al Porto Antico, facendone un unico grande waterfront. Questo il progetto per l’ambizioso restyling di Ponte Parodi presentato nell’ormai lontano 2000 dagli architetti Ben van Berkel e Carolin Bos dello studio olandese UNStudio (gli stessi che hanno già firmato il Mercedes-Benz Museum a Stoccarda e l’Erasmus Bridge a Rotterdam), che hanno vinto il Concorso Internazionale “Ponte Parodi e la Città di Genova” indetto dalla Porto Antico S.p.A. e si sono aggiudicati l’appalto, scalzando competitors d’eccellenza anche nostrani, come gli architetti dello studio di Stefano Boeri a Milano.
Un investimento di oltre 150 milioni di euro per il progetto di riqualificazione di un’area altamente strategica per la città di Genova, allo scopo di ridare impulso al turismo –nazionale ma anche internazionale, di svago ma anche lavorativo- e di inserirsi in quella serie di progetti previsti per il restyling del Porto (dalle Colombiadi del ’92, con le opere di Renzo Piano, alla riqualifica del 2004, in occasione della nomina di Genova a “Città della Cultura”, fino al più recente progetto di ristrutturazione del silos Hennebique), a creare un continuum progettuale ad hoc, firmato da alcune delle più in vista archistar mondiali.
Grandi ambizioni, grandi speranze: il progetto, presentato nel 2000, approvato definitivamente nel 2002, sarebbe dovuto terminare già nel 2010. Poi, una serie di rimandi, dovuti ai più svariati rallentamenti: dal ritardo nel liberare le banchine, alla difficoltà di rendere Via Buozzi strada di trasporto funzionale al cantiere aperto. E così si è arrivati a fissare l’inizio dei lavori (da ultimo previsto per inizio 2013, poi metà 2013) nei primi mesi del 2014, con deadline per la fine dei fine lavori prevista tra 2015 e 2016. Ne abbiamo parlato con il Presidente del Municipio centro-est Simone Leoncini, e con il Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica Stefano Bernini.
“Fun-shopping center”, ovvero centro polifunzionale di circa 40 mila metri quadri, su un’area di estensione complessiva pari a 76 mila da tempo in disuso, capace di coniugare attenzione alla fruizione pubblica e integrazione del nuovo polo con la città: una grande piazza sull’acqua, o meglio “la” grande Piazza sul Mediterraneo, tridimensionale e ecosostenibile, così com’era stata pensata inizialmente dalle amministrazioni genovesi e come ben era stata interpretata dagli architetti di UNStudio Van Berkel & Bos. Prima, in quell’area solo un grande silos granario, costruito negli anni ’60 e demolito progressivamente a partire dal 2002 per far posto alla creazione –come da progetto- di terminal traghetti, centro wellness e spa, polo didattico dotato di auditorium, centro commerciale e area shopping, parco pubblico con anfiteatro, ecc. Il tutto, con un investimento iniziale dell’ordine dei 150-160 milioni di euro (poi salito sino a sfiorare i 200 milioni), realizzato con un project-financing (il sistema di partenariato pubblico-privato che consente il concorso di investitori privati nella realizzazione di opere pubbliche, con successivo rimborso di capitale investito derivate dalla gestione dell’opera per un tempo stabilito da contratto) con concessione di 90 anni dall’avvio dei lavori.
La convenzione ufficiale è stata sottoscritta da parte della Porto Antico S.p.A. di Genova, soggetto appaltatore, e dell’associazione temporanea di imprese (ATI) Ponte Parodi, promotrice del progetto, di cui la società Altarea è capogruppo e proprietaria del 90% delle azioni: in particolare, si tratta di Altarea Italia, investitore-operatore milanese affiliato del colosso francese Altarea Cogedim, per la costruzione, restyling e gestione di importanti opere architettoniche, tra cui il nodo di interconnesione metro/ferroviario della Gare du Nord di Parigi. Dal 2007 Atarea, già appaltatrice, è stata affiancata da affiancata da altri imprenditori edili -anche genovesi- tra cui Carena Impresa di Costruzioni S.p.A., Unieco, e Serteco e tutti insieme, questi gruppi hanno costituito la Società Altaponteparodi, diventata ufficialmente concessionaria dell’area Ponte Parodi in seguito alla procedura pubblica di attribuzione.
Altro soggetto coinvolto nel progetto, l’Autorità Portuale, adibita alla realizzazione dei lavori preliminari (opere di dragaggio dei fondali, posa dei cassoni e successivo riempimento), per una spesa complessiva di 6 milioni e 800 mila euro.
Il progetto preliminare è fornito anche di un programma di destinazioni d’uso di Ponte Parodi, presentato alla Porto Antico S.p.A.: una struttura articolata nei tre poli tematici fondamentali di “musica e conoscenze”, “tempo libero e sport”, “viaggi e scoperte”. Rispettivamente, il primo polo -legato alla musica- prevedeva la creazione di auditorium, discoteca, centri ludico-culturali e altri spazi interattivo-espositivi, mentre il secondo –per il tempo libero- vedeva la realizzazione di campi da squash, palestra per free climbing, piscina, centro fitness e spazi polivalenti, e il terzo voleva l’edificazione di un nuovo Terminal Crociere, con aree dedicate ai servizi per la nautica. Di particolare rilevanza, la copertura della struttura, ricoperta grazie all’impianto di vegetazione sia autoctona che di altre aree geografiche, a creare un vero e proprio giardino. La copertura, così pensata, voleva sfruttare –oltre agli spazi interni- anche tutta l’estensione superficiale e creare uno spazio per attività all’aperto, in questo particolare “parco” affacciato sul mare. Inoltre, previsti anche una serie di spazi commerciali, parking auto da 1300 posti, esercizi di vario genere -dalle agenzie di viaggio all’ufficio postale- per ridare slancio a un’economia che già allora pareva assopirsi e per creare migliaia di nuovi posti di lavoro (circa 1000-1500, tra le nuove assunzioni nelle strutture del Centro e gli impieghi durante la fase di cantiere), investendo nel business del marketing territoriale (con flusso turistico annuo di almeno 10 milioni di persone), per rendere Genova quella città aperta sul Mediterraneo che da tempo aspira a diventare.
Il nuovo complesso era stato pensato per mettere in relazione Stazione Marittima e Porto Antico, vicoli del centro e colli genovesi (il richiamo alla morfologia collinare è dato dalla particolare configurazione a “diamante” della struttura) con l’antistante banchina portuale e inoltre, grazie anche alla facile accessibilità ai mezzi pubblici e il conseguente smaltimento di traffico, si prevedeva un’interconnessione a 360 gradi tra le varie aree cittadine. Un’importante punto di snodo sia per i visitatori che per le merci, ridando slancio alla funzione turistica e ripristinando anche quella commerciale, andata scemando.
Nel 2012 il progetto del “diamante” di UNStudio ha subito alcune variazioni: l’ultima versione, rispetto ai disegni del 2007, rimodula l’insieme generale e porta il totale delle superfici fruibili a 83mila mq , rispetto ai 76 mila iniziali.
In 10 anni, poco di quello che era stato previsto ha effettivamente visto la luce. Nel 2002, anno di inizio di questo complicato iter, si dava come data di fine lavori il 2010. Piano piano, però, una serie di proroghe: dopo vari ritardi amministrativi e problemi di interazione tra soggetti coinvolti, il progetto di Van Berkel & Bos è stato presentato ufficialmente al MAPIC di Cannes nel novembre 2011, occasione in cui fu anche annunciato da Ludovico Castillo, amministratore delegato di Altarea Italia, l’inizio lavori datato 2014. Varie le cause dei ritardi: da parte sua, l’Autorità Portuale assicurava che i lavori di sua competenza sarebbero stati ultimati entro metà 2012, permettendo ad Altarea di iniziare un anno dopo; anche il Comune assicurava la realizzazione del collegamento stradale tra Via Buozzi e l’area portuale. Ma né l’Autorità né l’amministrazione hanno ancora ultimato i lavori di loro competenza, nel grande imbarazzo di tutti i soggetti coinvolti: sia per Altarea, che non può procedere, che per Porto Antico S.p.A, che ha già avanzato 9 milioni di euro.
Oggi poco si muove attorno al waterfront. Per primo il Presidente del Municipio Centro Est, Simone Leoncini, sollecita una rapida soluzione di questo empasse burocratico: «Tutti ci auguriamo che i lavori vengano presto avviati, tuttavia per adesso la situazione è in fase di stallo e non sembrano esserci cambiamenti rilevanti: se ci sono dei movimenti, sono talmente impercettibili che neppure noi dell’amministrazione li percepiamo».
Più rassicuranti le parole del Vicesindaco Bernini, Assessore all’Urbanistica: «Si è aperta finalmente la Conferenza di Servizi per la consultazione tra le parti e l’acquisizione delle autorizzazioni, licenze e permessi per procedere con i lavori. Stiamo risolvendo il problema relativo all’ingresso di Via Buozzi -in cui ora i lavori sono ufficialmente partiti- e al trasferimento della Croce Verde, la cui attuale sede nei pressi del Ponte impedisce i lavori sulla banchina. Da parte nostra, stiamo facendo tutto ciò che dobbiamo per permettere ad Altarea di iniziare con la realizzazione del progetto: gli unici impedimenti persistenti sono legati alle competenze dell’Autorità Portuale, che deve ancora ultimare i lavori che le competono».
Elettra Antognetti
[foto di Daniele Orlandi]