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Ricibo, la rete contro lo spreco alimentare. Comune di Genova capofila per ridistribuire le eccedenze

Lo spreco alimentare è l'altra faccia della medaglia della grande distribuzione, e non solo. Comune di Genova da vita ad una rete per recuperare e ridistribuire gli alimenti che altrimenti andrebbero buttati


15 marzo 2017Notizie

riciboLo spreco di cibo vale nel mondo circa 2.060 miliardi di euro. Secondo la Fao più di 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti ancora consumabili vengono ogni anno buttati via, un quantitativo che potrebbe sfamare per un anno intero 2 miliardi di persone.

È stata presentata oggi nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi “RICIBO”, una rete di associazioni, imprese e servizi sociali per trasformare lo spreco alimentare in risorsa. Sono intervenuti – tra gli altri il sindaco Marco Doria, l’assessore alle Politiche socio sanitarie Emanuela Fracassi, l’assessore all’Educazione e Stili di Vita del Comune di Udine Raffaella Basana, rappresentanti delle associazioni e operatori dei servizi attivi nel territorio.

Nel corso dell’incontro è stata presentata la pagina web del sito istituzionale del Comune di Genova, frutto del lavoro delle associazioni, dei Servizi sociali territoriali e della Direzione Politiche Sociali sul tema del contrasto allo spreco di cibo e della distribuzione di alimenti alle persone in difficoltà. La pagina rimanda anche alla fanpage Facebook RICIBO che ha lo scopo di collegare tra loro le associazioni e diffondere le iniziative e gli eventi che si organizzano in città. Nel dettaglio Ricibo è un progetto di rete a regia comunale che si pone l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare a Genova, implementando le strategie della nuova legge nazionale favorendo la connessione tra enti pubblici, associazioni no profit e aziende donatrici.

In Italia, infatti, lo spreco costa lo 0,5% del Pil, oltre 8 miliardi di euro. Per una famiglia italiana questo significa una perdita di 1.693 euro l’anno. In Italia ogni anno finiscono tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di circa 37 miliardi di euro. Cibo che basterebbe a sfamare, secondo la Coldiretti, circa 44 milioni di persone. Dati che dovrebbero sollevare diversi dubbi su come è gestita la filiera alimentare nella nostra civiltà “occidentale”.

Per questo motivo, la lotta allo spreco è diventata nel 2016 legge dello Stato. Un provvedimento organico sul recupero delle eccedenze nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di tali prodotti e sulla loro donazione per solidarietà sociale.

A Genova è presente da anni un’ampia e diffusa rete di punti di distribuzione di alimenti in eccedenza alle famiglie in condizioni economiche difficili, con la regia comunale, gestita da vari soggetti pubblici, ecclesiali, del terzo settore e privati nel quadro di un’azione più ampia, volta al contrasto della povertà, dell’emarginazione e dello spreco di beni primari. Con questo progetto, la speranza è quella di attivare e mettere in comunicazione i diversi soggetti attivi, o attivabili, del territorio genovese, al fine di recuperare e ridistribuire tutto ciò che il mercato considera rifiuto alimentare. L’unione fa la forza: la scatola è stata fatta, ora servono i contenuti.

 

 


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