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San Teodoro, aria inquinata: biossido di azoto dal porto e dalle auto

In via Buozzi dal 2006 al 2012 il biossido di azoto, uno degli inquinanti più critici, ha sempre superato il limite annuale fissato dalla legge; il Comitato Aria Pulita San Teodoro auspica una migliore convivenza della città con il suo porto


18 luglio 2013Inchieste

Di Negro mercato comunale e chiesaGli abitanti di San Teodoro – fortemente preoccupati per la loro salute – denunciano pubblicamente l’inerzia delle istituzioni di fronte al grave inquinamento atmosferico in zona. I cittadini, riunitesi nel Comitato Aria Pulita San Teodoro, hanno chiesto e ottenuto dalla Provincia di Genova i dati relativi alla qualità dell’aria nel quartiere. Ebbene, da essi emerge con totale evidenza il ripetuto sforamento di valori significativi, in particolare per il parametro del diossido di azoto (secondo la corretta nomenclatura, ma noto anche come biossido di azoto), che avrebbero richiesto immediate contromisure, di fatto mai attuate.

Per gli altri inquinanti monitorati dalle centraline della rete provinciale – via Buozzi, Corso Firenze e Caserma dei Vigili del Fuoco (via Albertazzi) – la situazione è migliore: alcuni (diossido di zolfo, monossido di carbonio) hanno sempre rispettato i limiti di legge; altri (benzene, ozono, polveri sottili) li hanno saltuariamente superati ma non ripetutamente come per il disossido di azoto e, soprattutto, con un trend decrescente negli ultimi anni.

 

Le sorgenti di inquinamento nella zona: porto (navi, traghetti, riparazioni navali) e traffico veicolare

Il quartiere di San Teodoro è inserito in un contesto soggetto a molteplici sorgenti di inquinamento atmosferico legate alla presenza del porto, a diverse attività industriali e al traffico veicolare.
Per quanto riguarda le attività portuali le maggiori criticità sono generate dal Terminal Traghetti e dalla zona industriale. Tra ponte dei Mille e ponte Caracciolo è ubicata la movimentazione di traghetti e crociere. Dalle navi in arrivo, in partenza o ferme agli ormeggi, si alzano colonne di fumo nero che, con la complicità del vento di scirocco, si abbattono sulle abitazioni. In particolare, la questione dei fumi prodotti dai traghetti (nonostante sia diminuita la percentuale di zolfo presente nel combustibile) rappresenta da anni un nodo irrisolto.

enel-DINell’area compresa tra Calata Gadda e il piazzale di Levante sono insediate un gruppo di aziende che si occupano di riparazioni e manutenzioni delle navi. Inoltre, in prossimità della Lanterna si trovano: la Centrale Termoelettrica Enel di Ponte San Giorgio che per produrre energia elettrica utilizza carbone, gasolio e olio combustibile a basso tenore di zolfo; il Terminal Rinfuse, società leader nella movimentazione di merce alla rinfusa che movimenta principalmente carbone, rottami, minerali, fertilizzanti, sabbie ecc.
Senza dimenticare il traffico auto veicolare. Le strade che costeggiano il porto di Genova – via Gramsci, via Milano, via Bruno Buozzi e la strada sopraelevata via Aldo Moro (45000 transiti medi giornalieri), hanno un transito medio auto veicolare, leggero e pesante, molto elevato.

Il Comitato Aria Pulita San Teodoro, dopo aver visionato i dati del monitoraggio della qualità dell’aria, il 20 giugno scorso ha scritto a Sindaco, Presidente del Municipio Centro Ovest, Commissario Straordinario della Provincia, Presidenti di Regione Liguria e Autorità Portuale e Comandante della Capitaneria di Porto, per sollecitare gli enti preposti a fornire puntuali informazioni ai cittadini – almeno ai fini dell’auto-protezione individuale – vista l’assenza di adeguati interventi.
Il 5 luglio la Provincia ha risposto al Comitato «Dai dati delle postazioni della rete provinciale di qualità dell’aria di via Buozzi, Corso Firenze e Caserma dei Vigili del Fuoco, aggiornati a luglio 2012, risulta che nella postazione di via Buozzi ci sono ripetuti superamenti del limite annuale per la protezione salute umana del parametro diossido di azoto; nella postazione di Corso Firenze ci sono ripetuti superamenti del valore obiettivo per il parametro ozono».

 

La relazione della Provincia

centro-ovest-di-negroLa centralina di via Bruno Buozzi, nel periodo di osservazione dal 29 novembre 2006 al 31 luglio 2012, ha registrato, per il Diossido di azoto (NO2), il costante superamento del limite annuale per la protezione della salute umana fissato in 40 μg/m3 dalla normativa vigente (D. Lgs. 155/2010). I valori delle concentrazioni medie annuali sono ricompresi nell’intervallo tra 54,7 microgrammi per metro cubo (nel 2011) e 86,7 microgrammi per metro cubo (nel 2008).
Inoltre, nel 2009, è stato superato per 33 volte il limite orario per la protezione della salute umana fissato in 200 μg/m3 (da non superare più di 18 volte per anno). Nel corso degli anni si sono registrati altri superamenti orari, pur rispettando la normativa vigente: 2007 (4 superamenti orari); 2008 (7); 2010 (4); 2012 (1).
Per quanto riguarda il Benzene (C6H6), secondo i dati della Provincia, nel 2008 è stato superato il limite per la protezione della salute umana fissato come concentrazione media annua in 5 μg/m3 dalla normativa vigente. Dopo tale data il limite è sempre stato rispettato.

La centralina di Corso Firenze, in merito al Diossido di azoto (NO2), ha registrato il superamento del limite annuale per la protezione della salute umana negli anni 2006, 2007 e 2008. Mentre non è mai stato superato il limite orario per la protezione della salute umana. Nel corso degli anni si sono registrati alcuni superamenti orari pur rispettando la normativa: 2007 (14).
Desta maggiore preoccupazione il parametro dell’Ozono (O3): dai dati emerge il superamento del limite per la soglia oraria d’informazione alla popolazione fissato in 180 μg/m3 dalla normativa, negli anni 2006, 2007 e 2010. Mentre è sempre stato superato (escluso l’anno 2011) il limite previsto come valore obiettivo della concentrazione media massima giornaliera su 8 ore e fissata dalla normativa in 120 μg/m3.

san-teodoroS.Teodoro

 

 

 

 

 

 

 

«Il superamento del limite relativo al diossido di azoto è una criticità comune a tutte le postazioni da traffico – sottolinea il Commissario Straordinario della Provincia di Genova, Piero Fossati – Data la prevalente natura secondaria del diossido di azoto e dell’ozono gli interventi posti in essere per ridurre i livelli di inquinamento atmosferico non sempre hanno permesso di conseguire gli effetti desiderati, per la riduzione di questi inquinanti che continuano a superare i limiti previsti dalla vigente normativa in moltissime città italiane e europee».
Cecilia Brescianini, Direzione Ambiente, Ambiti Naturali e Trasporti Provincia di Genova, aggiunge «Il diossido di azoto è un inquinante primario ma anche secondario che proviene dall’ossidazione del monossido di azoto in atmosfera. Di conseguenza è più difficile da contrastare. Il problema non riguarda solo San Teodoro ma l’intera città. Anzi, per meglio dire è una questione nazionale. Lo sforamento del limite annuale si è verificato in diverse zone monitorate. Per esempio nel 2011 le seguenti postazioni hanno superato la soglia: via Buozzi, Corso Buenos Aires, Corso Europa, via Ronchi, Piazza Masnata, via Pastorino, via Molteni (Comune di Genova); Chiavari e Busalla per quanto concerne la Provincia di Genova».

«Proprio per la complessità del fenomeno e la necessità di adottare interventi ad ampio raggio e sicuramente non esclusivamente a livello locale – si legge nella relazione della Provincia – ha indotto la Regione Liguria, così come altre regioni italiane, a fare richiesta di deroga temporale, così come previsto dalla normativa, per il rispetto dei limiti per le zone che ancora oggi superano i limiti di legge e per i quali tale conseguimento è molto difficoltoso».

 

Il diossido di azoto

san-teodoro-di-negro

Il Diossido di Azoto è un gas di colore rosso bruno, di odore forte e pungente, altamente tossico ed irritante. In generale gli ossidi di azoto (NO, N2O, NO2 ed altri) sono generati da processi di combustione, qualunque sia il combustibile utilizzato, per reazione diretta tra l’azoto e l’ossigeno dell’aria ad alta temperatura (superiore a 1.200 °C). I processi di combustione (centrali termoelettriche, riscaldamento, motori a combustione interna quali quelli degli autoveicoli) emettono quale componente principale monossido di azoto (NO). Successivamente il monossido di azoto (NO), in presenza di ozono e di radicali ossidanti, si trasforma in diossido di azoto. La formazione diretta di NO2 dai processi di combustione è strettamente correlata agli elevati valori di pressione e temperatura che si realizzano all’interno delle camere di combustione dei motori.
I fumi di scarico degli autoveicoli contribuiscono enormemente all’inquinamento da NO; la quantità di emissioni dipende dalle caratteristiche del motore e dalla modalità del suo utilizzo (velocità, accelerazione, ecc.). In generale, la presenza di NO aumenta quando il motore lavora ad elevato numero di giri (arterie urbane a scorrimento veloce, autostrade, ecc.).
Per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell’uomo, gli ossidi di azoto risultano potenzialmente pericolosi per la salute. Il diossido di azoto presenta una tossicità fino a quattro volte maggiore di quella del monossido di azoto. Forte ossidante ed irritante, il diossido di azoto esercita il suo effetto tossico principalmente sugli occhi, sulle mucose e sui polmoni. In particolare tale gas è responsabile di specifiche patologie a carico dell’apparato respiratorio: bronchiti, allergie, irritazioni, edemi polmonari che possono portare anche al decesso. I soggetti più esposti all’azione tossica sono quelli più sensibili, come i bambini e gli asmatici.
Gli ossidi di azoto si possono ritenere fra gli inquinanti atmosferici più critici, non solo perché il diossido di azoto in particolare presenta effetti negativi sulla salute, ma anche perché, in condizioni di forte irraggiamento solare, provocano delle reazioni fotochimiche secondarie che creano altre sostanze inquinanti (“smog fotochimico”): in particolare è un precursore dell’ozono troposferico e della componente secondaria delle polveri sottili.

 

L’auspicio degli abitanti: “migliorare la convivenza della città con il suo porto”

Gru del portoLe istituzioni tendono a minimizzare, spesso allargando il problema all’intera città ma «La situazione di San Teodoro è particolarmente grave perché generata da diverse componenti – spiega Alberto Vezzoni referente del Comitato Aria Pulita San Teodoro – Il Gru del portotraffico auto veicolare (via Buozzi, via Milano, sopraelevata); il porto sia per la funzione passeggeri quindi navi e traghetti, sia per la funzione industriale ossia Centrale Enel, Terminal Rinfuse, riparazioni navali».
A differenza del Ponente (Prà e Voltri), dove il tema della convivenza città-porto è da lungo tempo all’ordine del giorno, il quartiere di San Teodoro sconta un minore “peso” politico «Siamo inseriti nel Municipio Centro Ovest ma a volte ci sentiamo i fratelli minori di Sampierdarena», sottolinea Vezzoni.
Eppure «La stessa Provincia di Genova ammette il problema – continua Vezzoni – riconoscendo che, rispetto ad altre zone, qui non c’è solo il traffico veicolare ma anche le navi: i colossi da crociera che stazionano ormeggiati con i motori accesi emettendo fumi; così come i traghetti in partenza che, soprattutto d’estate, ogni sera rilasciano dense colonne di fumi. Spesso si tratta di imbarcazioni delle Moby e Tirrenia, vecchie e inquinanti. Mentre i traghetti diretti in Tunisia, evidentemente più nuovi, rilasciano fumi ma in quantità nettamente minori. È del tutto evidente che ci sia una responsabilità a carico di alcune compagnie, tuttavia nessuno gliele contesta».

Dunque, la presenza del porto esercita un’influenza significativa sull’inquinamento dell’aria «Per questo continuiamo a studiare il fenomeno – spiega Cecilia Brescianini – La Provincia ha partecipato al progetto europeo “Apice” che aveva tra i suoi obiettivi quello di valutare l’impatto del porto sull’inquinamento atmosferico nelle città portuali con particolare attenzione al contributo del particolato PM10 e PM2.5 (le cosiddette polveri sottili, ndr). In questo contesto si è stimato che le emissioni navali contribuiscono per il 10% del PM2.5 rilevato in città, le emissioni industriali per il 20%, le emissioni del traffico per il 45% le emissioni domestiche per il 5%».

«Ma il 10% è l’incidenza media annuale? – si domanda Vezzoni – Perché sarebbe interessante rilevare qual è la stima nel periodo tra giugno e settembre quando, complice lo scirocco, l’incidenza potrebbe essere assai superiore. Io abito in via Milano, proprio di fronte alla partenza dei traghetti. Tutti i residenti di via Buozzi e della parte alta di San Teodoro, nelle ore serali, in particolare d’estate, sono costretti a chiudere le finestre per riuscire a respirare». Senza dimenticare la presenza della centrale dell’Enel che «Continua a depositare il carbone in aree esterne, agendo in deroga alla legge, senza che nessuno intervenga – aggiunge Vezzoni – Se aggiungiamo il traffico veicolare è facile tirare le somme: il diossido di azoto è l’inquinante che negli ultimi 6 anni ha sempre sforato il limite massimo. Ma in via Buozzi, secondo i dati che abbiamo potuto visionare, c’è stato anche il biennio terribile 2006-2008, in cui quasi tutti gli inquinanti superavano i limiti di legge. Poi, grazie al miglioramento dei motori delle automobili e a maggiori controlli, alcuni parametri sono rientrati. Non il diossido di azoto, però, che continua a preoccupare, come l’ozono in Corso Firenze».

Infine c’è da menzionare anche l’inquinamento acustico causato dai generatori delle navi. In questo senso, le istituzioni rispondono che stanno lavorando all’elettrificazione delle banchine. Tuttavia, secondo Vezzoni «Ci stanno raccontando delle favole. Per elettrificare una banchina sono necessari oltre 4 milioni di euro. Solo per una singola unità navale. Per due, la cifra sale a 9 milioni. Inoltre, una nave da crociera necessita di un rifornimento di energia elettrica pari all’intero quartiere di San Teodoro. Quindi Enel, o un altro operatore, dovrebbe garantire una tale quantità di energia. Tutto ciò, francamente, risulta difficile da ipotizzare».

Sul tema inquinamento atmosferico «Non c’è la giusta sensibilità e neppure la corretta trasparenza – continua Vezzoni – Se lei va a leggere il bollettino qualità dell’aria sul sito web della Provincia vedrà che spesso i dati relativi alla centralina di via Buozzi riportano la dicitura ND, ovvero non disponibili (in effetti è così, ndr). Il Commissario Fossati nella risposta al Comitato ha ribadito il carattere “pubblico” dei monitoraggi, liberamente consultabili. Inoltre, ha riconosciuto che i valori di via Buozzi sono abnormi, però, ha affermato “è quello che accade in tutta la città”. Ma questa non può essere una giustificazione per non intervenire in alcun modo».
Per il Comitato Aria Pulita San Teodoro, invece, è necessario agire con alcune misure immediatamente attuabili «Innanzitutto studiando degli obblighi stringenti e facendoli rispettare a traghetti e navi da crociera affinché questi mezzi rilascino fumi inquinanti in misura minore. E poi è possibile installare delle barriere, ad esempio sulla sopraelevata, come quelle presenti in autostrada».
Insomma, in qualche modo occorre occuparsi delle criticità per proteggere la salute dei cittadini. «La Provincia tende a sminuire ma li posso capire, d’altra parte sono un ente in via di smantellamento – conclude Vezzoni – Però, esiste anche il Comune che ha una responsabilità in questo senso. Eppure finora nessuno si è mosso. Neanche per informare i cittadini ed invitarli a prendere delle misure precauzionali di auto-protezione».

 

Matteo Quadrone


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