Oltre al taglio dei trasferimenti anche il patto di stabilità impedisce agli enti locali di investire nell'adeguamento strutturale degli edifici scolastici; sul territorio genovese la Provincia gestisce oltre 90 scuole
«Con i tagli imposti dalla spending review non penso che saremo in grado di garantire l’apertura di tutte le scuole medie superiori – ha lanciato l’allarme alcuni giorni fa, Antonio Saitta, presidente della dell’UPI (Unione Province d’Italia) – In particolare, se non ci sarà la possibilità finanziaria di realizzare durante l’estate i lavori che le Procure ci richiedono per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, circa il 7-8% delle scuole non potranno essere aperte».
I conti sono presto fatti: a rischio ci sono 400 istituti sparsi lungo tutto la penisola che avrebbero bisogno di interventi di manutenzione. In mancanza di disponibilità immediata di fondi i lavori non verranno effettuati.
A causa del patto di stabilità – il quale blocca gli investimenti dei soldi che gli enti locali hanno in cassa – e per effetto della spending review varata dal governo Monti «Le Province devono far fronte ad un taglio di 1,2 miliardi di euro – ha proseguito Saitta – per forza di cose gli investimenti negli edifici scolastici ne risentono pesantemente».
L’insieme delle Province italiane è responsabile per l’operatività e la sicurezza di 5.179 scuole superiori che ospitano 2.569.031 alunni. Secondo i dati dell’UPI, dal 2008 al 2012 le Province hanno destinato alle scuole 10,4 miliardi, di cui 8 per il loro funzionamento e 2,4 per investimenti in nuovi edifici, messa in sicurezza ed interventi strutturali. Dal Governo, invece, sono arrivati zero euro alle scuole e il 24% di tagli alle spese delle Province, mentre l’UPI ha continuato a destinare il 18% dei propri bilanci per gli istituti scolastici.
«Se si tagliasse quanto chiesto, le spese per il funzionamento delle scuole sarebbero ridotte di 400 milioni di euro – ha concluso Saitta – Gli investimenti in edilizia scolastica previsti per il 2013 scenderebbero da 727 milioni a 212 milioni. Chiediamo due cose: che si riducano i tagli per il 2013 e che gli investimenti siano scomputati dal calcolo per il patto di stabilità».
PROVINCIA DI GENOVA
Questa la situazione a livello nazionale. E pure sul territorio genovese non c’è da stare allegri. «Il patto di stabilità impedisce alle amministrazioni locali di investire sulle scuole – spiega il dott. Maurizio Torre, direttore del Servizio Patrimonio della Provincia di Genova – Per quanto concerne il taglio dei trasferimenti alle Province, per quella di Genova si parla di circa una ventina di milioni in meno».
Il patrimonio edilizio della Provincia di Genova è costituito da 151 immobili, dei quali 92 ad uso scolastico, di proprietà o pervenuti nelle competenze dell’ente, in regime di comodato d’uso gratuito o in locazione passiva, a seguito delle convenzioni previste dalla Legge 23/96. Alla Provincia sono assegnate in particolare (ai sensi della L. 11 gennaio 1996, n. 23 – Norme per l’edilizia scolastica) le competenze relative alla realizzazione, alla fornitura e alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, da destinare a sede di istituti e scuole di istruzione secondaria superiore.
«I nostri investimenti sono ridotti al lumicino – continua Torre – e sostanzialmente si concentrano su strade e scuole».
In merito agli istituti scolastici «Siamo riusciti a mantenere il contratto di global service (circa 7 milioni e mezzo di euro) che prevede, oltre alla manutenzione ordinaria, anche una quota di interventi manutentivi straordinari – sottolinea il direttore del Servizio Patrimonio – Non abbiamo stipulato alcun nuovo mutuo visto che abbiamo le mani legate. E gli investimenti previsti nel piano triennale delle opere pubbliche sono fermi».
Ricapitolando: manutenzione ordinaria e piccoli interventi di manutenzione straordinaria – compresi nel contratto di global service – saranno mantenuti. Per intenderci non mancherà il servizio di riscaldamento nelle scuole ma quest’anno nessun finanziamento sarà dedicato alla realizzazione di interventi manutentivi importanti. Le poche risorse disponibili, infatti, saranno concentrate sulle emergenze legate alla sicurezza.
Una situazione di empasse dovuta all’incertezza che regna – ormai da lungo tempo – intorno al futuro delle Province.
«È difficile fare programmazione quando non si conosce il destino della Provincia di Genova – afferma Torre – in ballo c’è anche la questione della città metropolitana ma tutto è ancora in via di definizione. Finché non si stabilisce il quadro normativo la situazione continuerà a complicarsi».
Senza dimenticare gli sforzi necessari per mantenere il contratto di global service «È un costo che si ribalta sulla spesa corrente – precisa il direttore del Servizio Patrimonio – Il contratto andrà in scadenza a fine 2014. A quel punto dovremo valutare cosa fare. Solitamente, questi accordi hanno una validità di 5-7 anni. Stipulare un nuovo contratto, da parte di un ente “in liquidazione”, sarebbe un controsenso».
Quindi il nodo da sciogliere è il seguente: in futuro, quale ente avrà le competenze sulle scuole? È fondamentale rispondere, al più presto, a tale domanda.
MANUTENZIONE, MESSA IN SICUREZZA, RISCHIO INCENDI
La Provincia si occupa della gestione immobiliare del patrimonio rivolgendo la propria attività sia agli aspetti manutentivi, attraverso interventi per la messa a norma (ai sensi del D.Lgs. 626/94) degli edifici scolastici e interventi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, di tutti gli edifici in genere, sia alla valorizzazione d’uso nella gestione degli stessi, attraverso la programmazione di strategie immobiliari, l’affidamento in concessione o in locazione, nonché l’acquisto e la dismissione degli immobili, la gestione delle utenze, ecc.
«Le scuole necessitano di investimenti costanti – spiega Maurizio Torre – Noi vogliamo portare a regime il livello di sicurezza di tutti gli istituti. Le nuove norme, però, ci obbligano ad una maggiore assunzione di responsabilità. Proprio in un periodo segnato dalla penuria di risorse».
Il direttore del Servizio Patrimonio si riferisce in particolare al recente adeguamento della normativa antincendio – il Dpr 151 del 2011 – che fissa in maniera più restrittiva le regole antincendio sulle scuole.
In sostanza «Prima si eseguivano gli interventi e poi ci si sottoponeva al controllo dei vigili del fuoco per ottenere l’autorizzazione necessaria – continua Torre – Adesso, invece, è tutto in capo al soggetto proprietario dell’edificio che con i suoi tecnici abilitati deve progettare gli interventi, presentare la Scia per certificare che la scuola garantisce le condizioni di sicurezza e realizzare i lavori». La Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia) sostituisce la precedente autorizzazione antincendio ed impegna gli enti a presentare un progetto di adeguamento e di inizio lavori.
Dunque un’assunzione di responsabilità molto forte che – nel malaugurato caso dovesse verificarsi un incidente all’interno degli istituti scolastici – ricadrebbe direttamente – anche a livello penale – sulle amministrazioni locali.
Il quadro generale, come descritto nel marzo scorso sulle pagine di uno dei maggiori quotidiani nazionali, non è per nulla rassicurante: «Duecento scuole gestite dal Comune di Genova prive di autorizzazione antincendio; soltanto 40 sono a norma – “La Repubblica” (07-03-2013) – E delle altre 82 in carico alla Provincia, non più di 20 risultano in regola. La mappa del rischio è stata stilata dai vigili del fuoco … ».
«Per adeguarle ci vogliono soldi e tempi, tutto dipende dalle risorse che avremo a disposizione – afferma Piero Fossati, commissario straordinario della Provincia di Genova, “La Repubblica” (07-03-2013) – Vero è che soltanto 20 scuole della Provincia sono state certificate, ma è altrettanto vero che abbiamo presentato i progetti di adeguamento, cioè la Scia, per circa il 60% degli edifici. Inoltre, c’è un altro 40% in progettazione, di cui attendiamo le osservazioni da parte dei vigili del fuoco».
GESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE
Se da un lato bisogna affrontare le criticità “tecniche” degli edifici scolastici, dall’altro ci vuole un’oculata gestione del patrimonio immobiliare. Solo così è possibile resistere all’onda d’urto causata da sforbiciate alla spesa e patto di stabilità.
«La Provincia, oltre alle scuole di proprietà, che sono la maggioranza, gestisce alcuni istituti scolastici ereditati dai Comuni (in regime di comodato d’uso gratuito o locazione passiva a seguito delle convenzioni previste dalla Legge 23/96) – spiega Torre – Stiamo studiando delle strategie di riqualificazione/valorizzazione del nostro patrimonio. Ad esempio per superare le locazioni passive. Ma la situazione di incertezza istituzionale ci penalizza».
Per quanto riguarda le locuzioni passive «Abbiamo iniziato a confrontarci con i proprietari – continua Torre – Questi ultimi sono disponibili a rivedere gli affitti purché dietro ci sia un programma, un progetto di riqualificazione. Pensiamo al Vittorio Emanuele II di Genova, un istituto che da anni svolge una funzione scolastica e deve continuare a farlo».
Alcuni affitti passivi, però, sono decisamente onerosi «In particolare nella zona del Tigullio – precisa Torre – dove storicamente siamo sempre stati in sofferenza».
«Ridiscutere queste locazioni è arduo – conclude il direttore del Servizio Patrimonio – Capisco le esigenze dei proprietari. Soprattutto quando non possiamo garantirgli che saremo ancora noi il loro interlocutore».
Matteo Quadrone