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Quarto, ex ospedale psichiatrico: pazienti all’asta

Ottanta malati psichiatrici, attraverso una gara al massimo ribasso, verranno affidati "al miglior offerente"


6 aprile 2012Notizie

Manicomio di QuartoHa suscitato un vespaio di polemiche, durante la seduta di Giunta regionale di ieri, la decisione della Asl 3 in merito al futuro di 80 pazienti ancora ospitati presso gli spazi dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto. Un’area, quella dell’ex manicomio, inserita nell’operazione di cartolarizzazione per risanare il bilancio dell’azienda sanitaria locale e ceduta ad Arte (Aziende regionali territoriali per l’edilizia).

L’Asl 3 ha predisposto e pubblicato un bando per trovare sistemazione ai malati psichiatrici: a gruppi di venti, attraverso una gara al massimo ribasso, verranno affidati “al miglior offerente”.

Un’operazione indubbiamente lecita ma che suscita più di una perplessità. Il Presidente della Regione, Claudio Burlando, ha chiesto un approfondimento della pratica mentre l’assessore alla Sanità, Claudio Montaldo, ha difeso la scelta considerando la necessità di contenere le spese a causa dei tagli del Governo.

L’assessore ai Servizi sociali, Lorena Rambaudi, ha ribadito invece che «servono procedure più rispettose della salute dei pazienti». Poi ha aggiunto «Dovrebbe prevalere l’interesse della persona prima di quello dell’ente gestore. I pazienti, nel corso degli anni, hanno instaurato relazioni, non possono essere divisi in modo così schematico. Le gare al ribasso rischiano di avere effetti negativi sui malati ma anche sui lavoratori».

«Il trasferimento di questi pazienti si è reso necessario per la vendita delle strutture in cui sono ospitati – spiega Corrado Bedogni, direttore Asl 3 – con l’obiettivo di mantenere una coabitazione fra il maggior numero di persone abbiamo fatto una gara come questa che, seppure al ribasso, richiede come condizione i requisiti per l’accreditamento».

«La gestione del comparto psichiatrico in Liguria è un’indecenza – denuncia senza mezzi termini, Lorenzo Pellerano, consigliere regionale della Lista Biasotti – A Pratozanino ci sono pazienti che da cinque anni vivono nei container e ora gli ospiti di Quarto vengono messi all’asta come oggetti. Per loro non c’è più rispetto».

«È da un anno che ho sollevato questo problema, l’approfondimento si poteva e si doveva fare molto tempo fa – continua Pellerano – La giunta Burlando si è ridotta, come al solito, all’ultimo minuto per fare ulteriori valutazioni. Ma su cosa si andrà a risparmiare nella gara al ribasso? Sul cibo, sui pannoloni, sul contratto dei lavoratori. Intanto l’assistenza psichiatrica in Liguria va sempre più alla deriva: se da una parte i pazienti sono spesso considerati alla stregua di numeri o di oggetti, dall’altra si continuano a sommare sprechi su sprechi».

«Oggi si pensa alla gara al massimo ribasso, ma negli ultimi anni su questo tema la Regione ha sprecato quasi 7 milioni di euro – sottolinea Pellerano – 4,3 milioni di euro vengono spesi per ristrutturare due padiglioni all’interno del complesso di Pratozanino, l’ex manicomio di Cogoleto, immobili che non sono più di proprietà della Regione perché nel 2007 sono stati venduti a Valcomp Due. Nel frattempo i pazienti di Pratozanino sono stati trasferiti “provvisoriamente” (e dopo cinque anni sono ancora lì) in strutture prefabbricate per le quali fino a dicembre 2011 sono stati spesi 670 mila euro di affitto. A questi si aggiungono 2 milioni di euro spesi per la Casa Michelini: la residenza per pazienti psichiatrici di Quarto è stata consegnata alla Regione meno di un anno fa e venduta dopo pochi mesi per fare cassa».

«Per questa gestione dissennata qualcuno dovrebbe pagare, non solo i pazienti e le loro famiglie – conclude Pellerano – Questi milioni di euro potevano essere utilizzati per migliorare l’assistenza, realizzando strutture pubbliche e migliorando l’integrazione con le realtà convenzionate, altro che gare al ribasso. E ora, dopo la gara decisa dalla Regione, dove verranno trasferiti i pazienti che vivono a Quarto, forse in strutture fuori Provincia, lontane dalle proprie famiglie e dai luoghi di residenza ? Sarebbe stato preferibile lasciare ai pazienti ed alle famiglie la possibilità di scegliere del proprio futuro. Inoltre la soluzione adottata dalla Asl di mettere a gara gruppi di 20 pazienti contraddice l’accordo sottoscritto, lo scorso 20 febbraio, dalla stessa Regione con le strutture convenzionate: secondo l’intesa firmata, dovevano essere coperti i posti liberi nelle strutture convenzionate della provincia di Genova».

 


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