Un contratto destinato a cambiare le modalità del servizio di ristorazione per pazienti ricoverati in buona parte delle strutture ospedaliere e territoriali liguri e genovesi. Proviamo a fare il punto sul maxi appalto a pochi giorni dalla scadenza del bando di gara
Quattro lotti per un maxi appalto da 114 milioni di euro complessivi e un contratto da 9 anni destinato a cambiare definitivamente le modalità di gestione del servizio di ristorazione per pazienti ricoverati in strutture ospedaliere e territoriali (residenziali/semi-residenziali) di buona parte della Liguria e per le mense interne dei dipendenti, tramite l’affidamento a soggetti esterni privati. Il bando di gara, di cui si parla da almeno 2 anni, è stato predisposto – su impulso della Regione – dalla Centrale Regionale di Acquisto (organo costituito in seno all’Agenzia Regionale Sanitaria con la mission di gestire in maniera efficace gli approvvigionamenti del Servizio Sanitario regionale mediante lo sviluppo di processi centralizzati e standardizzati e il raggiungimento di sinergie ed economie di scala) ma la data di scadenza per la presentazione delle domande «È stata prorogata al 12 marzo – spiega il direttore di area della Centrale Regionale di Acquisto, Giorgio Sacco – anche perché alcune possibili aziende partecipanti, ancora in questi giorni, hanno chiesto informazioni per poter eseguire dei sopralluoghi. Si tratta di un appalto complesso e significativo dal punto di vista economico, per questo motivo ci stiamo muovendo nell’ottica di garantire massima trasparenza in un contesto di aperta concorrenzialità. Le posso dire che sono diverse le società che hanno manifestato interesse e visitato i siti. Il fatto che alcune di esse siano tuttora in fase di sopralluogo, però, deve esser tenuto in debita considerazione». Seppur implicitamente il direttore Sacco ammette che i tempi potrebbero allungarsi e non sarebbe dunque da escludersi un’ulteriore proroga «Comunque noi puntiamo a veder avviato il servizio in affidamento esterno entro gennaio 2015». Tempo ragionevole considerando gli assai probabili ritardi legati a ricorsi e controversie giudiziarie, spesso immancabili in gare di questo tipo.
Claudio Montaldo, assessore regionale alla Sanità, senza sbilanciarsi più di tanto, aggiunge «Proprio di recente abbiamo incontrato i sindacati e le associazioni di categoria delle imprese. Stiamo valutando come procedere e per il momento non posso dirle molto di più. È sicuramente una gara importante che dunque richiede la massima attenzione. L’appalto unificato persegue l’indirizzo generale previsto per questi servizi che già oggi, in gran parte non sono più gestiti dal settore pubblico. Da un lato c’è legittima preoccupazione per la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali. Dall’altro occorre garantire che il servizio sia reso in condizioni ottimali, soprattutto in merito alla qualità. In questo senso, per quanto riguarda il Lotto 1 (che riguarda l’area metropolitana genovese, ovvero Asl 3, Ente Ospedaliero Galliera, Ospedale Evangelico Internazionale sede di Castelletto e di Voltri, ndr) riteniamo che il nuovo centro cottura esterno (la cui realizzazione sarà a carico della ditta vincitrice, ndr) non dovrà essere molto distante dai luoghi di consumo dei pasti onde evitare le problematiche legate alla distribuzione del cibo. Sono aspetti che stiamo verificando puntualmente per decidere se adottare eventuali accorgimenti».
Il Lotto n. 1 area metropolitana genovese riguarda la fornitura dei pasti/giornate alimentari (parametro principale sul quale si forma la base d’asta, come vedremo in seguito) per l’E.O. Galliera, per l’O. Evangelico Internazionale e per l’Asl 3 Genovese (presidi ospedalieri, R.S.A. e strutture territoriali). L’impresa offerente dovrà: adeguare i locali mensa del Galliera, con annesso centro cottura, messi a disposizione dall’ente per la preparazione dei pasti per i dipendenti, mentre relativamente alla fornitura dei pasti per i degenti “…potrà optare per ristrutturare con la necessaria messa a norma dei locali cucina messi a disposizione, o veicolare i pasti da uno o più centro cottura esterno”, si legge nel Capitolato tecnico Sezione A (reperibile sul sito web della Centrale Regionale di Acquisto); veicolare i pasti da un centro cottura esterno per degenti e dipendenti dell’Ospedale Evangelico (sede di Voltri e sede di Castelletto), oltre ad effettuare la ristrutturazione\messa a norma dei locali mensa dei due presidi; preparare i pasti da veicolare da un centro cottura esterno (le ditte offerenti potranno prevedere anche più centri cottura in base alla loro organizzazione) alle strutture Asl 3, e ristrutturare i locali mensa dell’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena con annessa linea self service.
Per quanto concerne la predisposizione del centro cottura “…la ditta aggiudicataria potrà utilizzare le apparecchiature presenti nei centri cottura dei due Presidi Ospedalieri e quelle presenti nei centri cottura del O. Evangelico Internazionale di Voltri e della struttura di via G. Maggio 6 Ex Ospedale Psichiatrico di Quarto, ed attualmente di proprietà della Asl 3 – continua il capitolato – Tali apparecchiature saranno cedute alla ditta stessa. Nel caso in cui la ditta offerente ritenesse opportuno approntare i pasti per i degenti dell’ E.O. Galliera da un centro cottura esterno, questo potrà essere unico con quello previsto per l’Asl 3 e per l’O. Evangelico Internazionale. Ovviamente in questo caso la ditta potrà utilizzare tutte le apparecchiature presenti sia nei centri cottura del E.O. Galliera e della Asl 3 Genovese”.
Le giornate alimentari/anno stimate per l’Asl 3 (ospedali Gallino di Pontedecimo, Padre Antero Micone di Sestri Ponente, Villa Scassi di Sampierdarena, La Colletta di Arenzano e strutture territoriali quali R.S.A., residenziali e semi-residenziali, ecc.) sono 339.049; ospedale Evangelico: 39.550; Galliera: 137.898. Il totale del Lotto 1 supera le 500 mila giornate alimentari annue, a cui si aggiungono circa 140 mila pasti/anno per le mense aziendali e 25 mila per i centri diurni Asl 3.
Lotto n. 2 Asl 1 Imperiese: la ditta aggiudicataria, previa sistemazione e messa a norma dei tre locali cucina già esistenti presso la sede Asl di Bussana (frazione di Sanremo), ospedale di Imperia e ospedale di Bordighera, dovrà organizzare il servizio di ristorazione prevedendo il mantenimento del punto cottura per la mensa ospedale di Sanremo.
Lotto n. 3 Asl 4 Chiavarese: la ditta vincitrice dovrà procedere alla predisposizione di un centro cottura esterno per preparazione/veicolazione pasti e si occuperà della consegna presso stabilimenti ospedalieri e strutture territoriali Chiavari Lavagna, Rapallo, Sestri Levante.
Il Lotto n. 4 riguarda esclusivamente l’Irccs Gaslini: la ditta vincitrice dovrà procedere: alla predisposizione di un centro cottura interno mediante la ristrutturazione con conseguente messa a norma dei locali cucina attualmente in uso e messi a disposizione dall’IRCCS Gaslini; alla concessione degli spazi per la predisposizione\allestimento (comprensivi di arredi e attrezzature) e gestione di due punti bar ristoro (la società aggiudicataria dovrà farsi carico di tutte le autorizzazioni e licenze); alla predisposizione di un nuovo spazio mensa con organizzazione ad isole comprendente tutte le attrezzature\arredi. La stima totale dei costi – comprendente opere edili, opere impiantistiche, oneri per la progettazione e oneri di sicurezza – è pari a 1 milione e 500 mila euro.
Le giornate alimentari/annue stimate sono 110 mila; per i dipendenti, invece, sono stimati circa 118 mila pasti e circa 40 mila sono i pasti per terzi (familiari degenti, ecc.).
All’articolo 2 il capitolato precisa “La durata dell’appalto è fissata in nove anni, decorrenti dalla data di stipula del contratto”.
L’importo complessivo a base dell’appalto è stimato in presunti: Lotto n° 1: € 57.182.805,18; Lotto n° 2 € 22.802.940,90; Lotto n° 3 € 13.965.768,00; Lotto n° 4 € 20.387.821,50 – sempre con I.V.A. Esclusa – a cui si deve aggiungere, solo per il Lotto n° 4, l’importo relativo alla concessione (€ 2.709.000,50). Per un totale di € 114.339.335,58.
Oggi l’Azienda sanitaria locale genovese (Asl 3) può contare sul centro cottura dell’Ospedale Evangelico di Voltri che serve il Ponente, quindi le sedi di Voltri e Castelletto, il Padre Antero Micone di Sestri Ponente, il Gallino di Pontedecimo, oltre a diverse R.S.A., e sul centro cottura di Quarto (nell’ex ospedale psichiatrico) che serve praticamente tutto il Levante.
Ma come racconta Antonella Bombarda, segretario della Cgil-Funzione pubblica «Il 19 febbraio scorso, in sede di trattativa, l’amministrazione dell’Asl 3 ha proposto un progetto di unificazione degli attuali 2 centri cottura nell’unico polo di Quarto. Noi non siamo d’accordo. Anche perché occorre un investimento in termini di acquisto dei macchinari e di riorganizzazione delle strutture per poter produrre e fornire un maggior numero di pasti».
In effetti – proprio nel momento in cui si appresta a partire il maxi appalto cucine – investire in un simile progetto appare un’operazione antieconomica. «È pur vero che il centro cottura di Voltri presenta delle difficoltà a livello di forza lavoro, infatti, già adesso è necessario fare ricorso a personale interinale (4-5 persone) per garantire il servizio – riconosce Bombarda, Cgil-Fp – Però, secondo noi, sarebbe più opportuno andare avanti con entrambi i centri cottura, in attesa di vedere gli sviluppi della gara. Tra l’altro, l’Asl 3 afferma che il trasferimento dei lavoratori da Voltri a Quarto avverrà su base volontaria. A breve ci confronteremo con i lavoratori. Ma nel caso dovesse emergere la loro contrarietà, che cosa potrà succedere? C’è il rischio concreto che l’azienda decida di affidare a soggetti esterni, magari in anticipo rispetto ai tempi dell’appalto, la singola gestione del centro cottura di Voltri»
«L’unificazione, dal punto di vista del risparmio delle risorse, sarebbe una scelta condivisibile – sottolinea Mario Iannuzzi, segretario genovese del sindacato autonomo Fials – Ma non bisogna dimenticare che le cucine di Quarto sono ubicate all’interno dell’area già venduta dell’ex ospedale psichiatrico».
«Il problema è esclusivamente la mancanza di personale – aggiunge Emilio De Luca, delegato rsu Asl 3 della Uil Funzione Pubblica – Il progetto di unificazione dei centri cottura nell’unica sede di Quarto prevede anche l’acquisto di nuovi macchinari. Nel capitolato di gara, però, è scritto a chiare lettere che l’impresa vincitrice diventerà proprietaria delle apparecchiature». Ogni nuova acquisizione, dunque, diventerà una sorta di regalo ai privati futuri gestori.
La tendenza prevalente, in atto ormai da anni sul territorio genovese, è quella di appaltare all’esterno la gestione di centri cottura e mense di presidi ospedalieri e strutture sanitarie, come confermano i casi degli ospedali San Martino, Galliera e, per quanto riguarda l’Asl 3, Villa Scassi (il primo ad agire in questo senso, una decina d’anni fa). «Oggi gli unici ospedali che conservano le cucine a gestione diretta sono il Gaslini e l’Evangelico di Voltri – spiega Mario Iannuzzi del sindacato autonomo Fials – Adesso, con la gara voluta fortemente dalla Regione Liguria, si completerà il quadro dell’affidamento del servizio di ristorazione ad imprese private. Noi siamo fermamente contrari perché riteniamo che il costo finale sarà più alto rispetto a quello odierno». Secondo Iannuzzi «Non c’è stata alcuna trattativa. L’amministrazione regionale ha deciso per conto suo».
Considerati i consueti tempi lunghi di gara «Sarà necessario perlomeno un anno prima di conoscere i nuovi soggetti gestori – continua il rappresentante Fials – Nel frattempo saranno smantellate tutte le cucine esistenti nei presidi sanitari. Così facendo, però, non avremo più un metro di paragone tramite il quale valutare i costi/benefici di tale scelta. La novità del maxi appalto è rappresentata dal fatto che il soggetto vincitore dovrà realizzare un nuovo centro cottura, con ogni probabilità esterno. Fino ad ora, invece, Galliera, San Martino e Villa Scassi, pur affidando il servizio a ditte esterne, hanno continuato ad utilizzare i centri cottura interni. Un domani, senza più impianti pubblici, saremo in balia dei privati che avranno totale campo libero. Il primo anno, magari, si potrà ottenere anche un prezzo favorevole, ma in seguito è evidente che il prezzo lo stabiliranno univocamente i soggetti gestori».
Per quanto riguarda le ripercussioni sui lavoratori «Nell’Asl 3 saranno coinvolti circa 40 lavoratori, fortunatamente tutti ricollocabili con procedure interne a patto che siano approntati adeguati percorsi di formazione, oltre ad una trentina dell’Ospedale Gaslini», sottolinea il segretario Fials.
«La Regione avrebbe dovuto investire per mantenere il servizio di ristorazione all’interno del perimetro pubblico, raggiungendo sul lungo periodo un risparmio di costi – racconta Iannuzzi – L’affidamento ai privati, invece, tra non molto tempo farà emergere un aumento di spesa».
Tuttavia, oltre alla carenza di risorse per effettuare un ipotetico investimento iniziale, esiste pure il problema legato al blocco delle assunzioni «La Regione ovviamente afferma “preferiamo assumere infermieri piuttosto che cuochi” – chiosa Iannuzzi – ma a dire il vero, anche in questo campo, eventuali assunzioni avvengono con il contagocce».
Francesco Rossello, membro della segreteria regionale Cgil Liguria, ha seguito da vicino la questione dell’appalto «La nostra richiesta, in sintonia con le associazioni di categoria delle aziende, è quella di rivedere i contenuti dei capitolati di gara e possibilmente prorogare il termine ultimo di presentazione delle domande (previsto per il prossimo 12 marzo). Ma la Regione ci ha fatto intendere di non essere d’accordo e pare voler andare avanti per la sua strada».
Leggendo i capitolati, secondo Rossello, emergono alcuni punti critici. Innanzitutto «La base d’asta per giornata alimentare (10,50 euro) è molto simile in almeno 3 lotti (numeri 1-2-3, che riguardano rispettivamente Asl 3 Genovese, Asl 1 Imperiese e Asl 4 Chiavarese). Ci chiediamo come sia possibile, viste le diverse caratteristiche di ogni territorio, anche a livello di organizzazione delle singole aziende sanitarie locali».
Inoltre – dato che la giornata alimentare in linea di massima oggi costa di più rispetto alle basi d’asta previste – la Cgil si domanda «Su quali leve agirà il privato per contenere i costi?» L’esempio dell’Istituto Gaslini, in tal senso, è illuminante. Attualmente, infatti, la giornata alimentare costa circa 16, 50 euro. La base d’asta per giornata alimentare del Lotto n. 4, invece, è stimata in circa 11,10 euro.
«Il rischio, insomma, è che i privati agiscano sul costo del lavoro – sottolinea Rossello – Non tanto in termini di riduzione sostanziale della forza lavoro, ma piuttosto attraverso la definizione di condizioni contrattuali non consone al contesto».
«Oggi al Gaslini lavorano circa 50 persone (tra i quali 17 con contratti interinali) – conclude il rappresentante sindacale – In tal senso abbiamo chiesto che l’azienda vincitrice garantisca la salvaguardia occupazionale sia per i dipendenti, che dovranno essere riqualificati, sia per gli interinali. E lo stesso vale per i lavoratori dell’Asl 3 coinvolti dal Lotto n. 1. Ma bisogna capire con quanto personale, a livello numerico, i privati futuri gestori, decideranno di effettuare il servizio di ristorazione».
Matteo Quadrone