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Busalla e Pontedecimo, il destino degli ospedali Frugone e Gallino

In consiglio regionale due interrogazioni, di Edoardo Rixi (Lega Nord) e Aldo Siri (Lista Biasotti), chiedono lumi sul futuro dei presidi sanitari di Valle Scrivia e Val Polcevera


20 Giugno 2012Notizie

Ieri in consiglio regionale si è discusso della situazione di due importanti presidi sanitari di Valle Scrivia e Val Polcevera, rispettivamente l’ormai ex ospedale Frugone di Busalla ed il nosocomio Gallino di Pontedecimo.

Il consigliere Edoardo Rixi (Lega Nord ) ha illustrato un’interrogazione per conoscere quale futuro ipotizza la Giunta per l’edificio dove aveva sede l’ospedale di Busalla.

«Dopo la chiusura dell’ospedale di Busalla non è rimasto un solo presidio sanitario in Valle Scrivia, lasciando così senza assistenza un’utenza di circa 22mila persone. Inoltre, a seguito della chiusura l’edificio dell’ex-ospedale è stato adibito a centro d’accoglienza per immigrati extracomunitari, un utilizzo che poco a che fare ha con scopi sanitari. Si tratta di una struttura che resta di proprietà dell’ASL 3 e, quindi, della Regione Liguria e quest’ultima deve decidere la sua definitiva destinazione».

L’assessore alla salute, Claudio Montaldo, ha risposto così  «Nel 2013, con la fine dell’impiego straordinario al quale è stata adibita in questo periodo, la struttura tornerà ad avere la sua destinazione sanitaria, ospitando un mix di specialità. Ricordo, tra le altre, anche la diagnostica per immagini, oltre alla residenzialità».

Per quanto riguarda la Val Polcevera, il consigliere Aldo Siri (Lista Biasotti) ha presentato  un’interrogazione per chiedere alla Giunta e all’assessore alla salute di conoscere quali siano le azioni predisposte per l’Ospedale Gallino di Genova Pontedecimo nel Piano sanitario regionale.

Il consigliere ha chiesto se la Giunta non ritenga opportuno rivedere le scelte sanitarie che interessano il nosocomio, in modo da evitare tagli alle prestazioni, scongiurare possibili fughe verso la Regione Piemonte, impedire un peggioramento della gestione dell’ospedale “Villa Scassi” di Genova Sampierdarena e, soprattutto, garantire ai circa 120 mila abitanti della Valpolcevera il diritto alla salute.
«Nella riorganizzazione del servizio sanitario regionale sono previsti tagli pesanti alle risorse destinate alle aziende sanitarie e, tra le strutture interessate da questa operazione di ridimensionamento, rientra anche l’Ospedale Gallino, dove si teme vengano ridotti e, forse, chiusi gran parte dei servizi che offre da anni alla comunità – ha ricordato Siri – Sebbene fino ad oggi l’ASL 3 non abbia ancora presentato nessun piano, né comunicato nessuna misura, si teme che venga chiusa l’UTIC (Unità di terapia intensiva coronarica), che il reparto di cardiologia sia trasformato in struttura ambulatoriale, che sia chiuso e trasferito il reparto di chirurgia al Villa Scassi, modificato l’utilizzo delle sale operatorie, smantellato il laboratorio di analisi e, infine, che siano trasformate le cure intermedie da struttura del Dipartimento anziani in struttura Ospedaliera o Distrettuale». Il consigliere della Lista Biasotti, in pratica, ha espresso il timore che si vada verso la chiusura del nosocomio.

«Il fermento era nato mesi fa da un’ipotesi dell’Asl relativa al superamento della cardiologia, che sarebbe bene fosse presente dove c’è l’emodinamica per garantire un servizio completo – ha spiegato l’assessore alla salute, Claudio Montaldo – Tuttavia ne abbiamo discusso e abbiamo assicurato ai cittadini che questo superamento non sarebbe avvenuto. A distanza di mesi, dunque, i cittadini continuano a rivolgersi al Gallino per la diagnostica per immagini, le prestazioni ambulatoriali, la medicina e la cardiologia. Inoltre il primo intervento funziona per 14 ore al giorno».

«A volte si grida al lupo per sparare al lupo, che in questo caso, forse, è la Regione o la Asl – ha aggiunto Montaldo – Al Gallino, invece, tutto funziona come prima: c’è stata una riorganizzazione che riguarda l’impiego di risorse umane e alcune riduzioni, perché c’erano a volte dei paradossi con un impiego spropositato di personale. L’Asl ha il dovere di mettere mano a queste situazioni, tenuto conto che rischiamo una pesante riduzione dei trasferimenti statali per la sanità. Ma, lo ripeto, non si parla dello smantellamento del Gallino».

 

Matteo Quadrone


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