Aumenta la capienza del nosocomio di Sampierdarena ma nel contempo Regione e Asl 3 fanno i conti con la spending review: previsto il taglio di oltre 800 posti letto solo a Genova
In tempo di tagli e chiusure di servizi, la conferma della prossima apertura di un nuovo spazio per la sanità genovese è sicuramente una buona notizia. Parliamo dell’ormai noto padiglione 9 bis dell’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena che – in attesa del futuro ospedale del Ponente – rimane il principale presidio ospedaliero per tutto il ponente genovese, considerando la progressiva dismissione del nosocomio di Sestri Ponente, ma risulta fondamentale anche per la Val Polcevera, visto il tentativo di depotenziamento del Gallino di Pontedecimo.
Il padiglione 9 bis del Villa Scassi ha avuto una storia assai travagliata: la sua progettazione e l’avvio del cantiere risalgono addirittura al 2004 – ma tra il fallimento di due ditte ed una lunga sospensione dei lavori – solo oggi il progetto esecutivo è in via di attuazione e si prevede che la struttura sia ultimata entro fine 2012, per essere pienamente funzionale ad inizio 2013.
Nel 2007 era già stata eseguita la parte principale dell’edificio ma sul finire dell’anno la prima impresa capogruppo, la Toscanelli, entrò in crisi e cedette il ramo d’azienda esecutore dei lavori, alla Cogesto. Nel 2008 la Cogesto iniziò il suo travaglio che coincise con lo stop del cantiere, fino al fallimento definitivo del 2010. Nel frattempo, per quasi tre anni, tutto è rimasto immobile. Fino ad inizio 2011 quando è stata ricostituita un’associazione temporanea, con l’assenso della Asl 3 e delle due imprese mandanti, al fine di completare l’appalto. L’impresa individuata come capogruppo è la Gam di Paini Giuseppe che, insieme alle due imprese superstiti, Crocco srl e Isir spa, sta concludendo i lavori.
Un cantiere indubbiamente sfortunato, nel contempo divenuto un fulgido esempio di sperpero di denaro pubblico. L’impegno economico, infatti, è aumentato nel corso del tempo. I primi anni di lavoro sono costati 6 milioni di euro che, sommati ai 4 milioni necessari per realizzare gli ultimi interventi, ha portato ad un costo finale dell’opera pari a circa 10 milioni. La spesa doveva essere coperta da un finanziamento pubblico Stato-Regione di oltre 7 milioni di euro ma evidentemente queste risorse non sono state sufficienti soprattutto per colpa dei ritardi accumulati.
«Quando il progetto è partito esisteva ancora l’azienda ospedaliera Villa Scassi – spiega Emilio De Luca, delegato Uil – La copertura economica prevedeva anche la ristrutturazione del vecchio padiglione 9. Per realizzarla si attendeva che il padiglione fosse parzialmente svuotato grazie al nuovo 9 bis, ma purtroppo ciò non è mai avvenuto. Dopo la sospensione dei lavori per quasi 3 anni è stata lanciata una nuova gara d’appalto con conseguenti ulteriori spese. Il progetto è stato parzialmente modificato a causa delle nuove norme più stringenti sulla sicurezza, quindi i costi, inevitabilmente, sono aumentati».
Il padiglione 9 bis conterrà 114 posti letto ordinari e 26 posti letto dedicati alla terapia dialitica. Parliamo di una struttura sviluppata su 6 piani che, secondo le intenzioni di Regione ed Asl 3, consentirà di fare l’auspicato salto di qualità all’ospedale Villa Scassi. «Recuperiamo oltre un centinaio di nuovi posti letto che serviranno a consolidare il dipartimento di emergenza, mettendo in moto una serie di spostamenti per dar più spazio al Pronto soccorso ed alle attività collegate», ha dichiarato recentemente l’assessore alla sanità della Regione Liguria, Claudio Montaldo.
«In realtà non sappiamo con certezza quali funzioni sono destinate a trovare spazio nel padiglione 9 bis – racconta De Luca – Sicuramente i reparti di medicina, che attualmente sono ospitati nel vecchio padiglione 9, andranno a confluire nel nuovo 9 bis. Probabilmente anche neurologia e centro ictus. E poi si parla di nefrologia e dialisi».
«L’assessore Montaldo ha annunciato con enfasi di aver recuperato oltre 100 posti letto – continua il rappresentante sindacale della Uil – Ma allo stesso tempo l’azienda sanitaria locale dovrà rivalutare i suoi piani alla luce della spending review del Governo Monti: in particolare proprio per quanto riguarda i tagli dei posti letto che dovranno passare da 4 ogni mille abitanti a 3,7. In pratica per la città di Genova parliamo di 800 posti in meno per acuti». Un’impresa difficile, considerando che appena due anni fa la Regione Liguria ha riorganizzato l’offerta sanitaria predisponendo già una pesante sforbiciata dei posti letto per pazienti acuti.
Comunque resta un fatto positivo «L’aver trovato un’ubicazione moderna e funzionale per il reparto di medicina», sottolinea De Luca.
Secondo le notizie che filtrano dall’Asl3, l’organizzazione del nuovo padiglione 9 bis seguirà le seguenti linee. Il piano 1 sarà destinato ai servizi interni, con la presenza di un magazzino per i materiali d’uso della dialisi, un locale tecnico per le apparecchiature di depurazione acque del reparto dialisi e lo spogliatoio del personale. Il secondo piano sarà interamente dedicato ad ospitare il reparto di degenza di Nefrologia ed il servizio di dialisi e metterà a disposizione 13 letti di degenza ordinaria di Nefrologia e 26 posti letto attrezzati dedicati al Servizio Dialisi.
In ogni piano, inoltre, dovranno esserci tutti gli spazi di servizio previsti dalla normativa vigente per l’accreditamento della struttura: locali visita, locale lavoro infermieri, studio medici, studio Direttore struttura, magazzino pulito e magazzino sporco, area attesa, area soggiorno.
Il terzo ed il quarto piano, invece, ospiteranno il reparto di degenza di Medicina Interna con 26 posti letto ciascuno, dedicati alla degenza ordinaria. Mentre al piano 5 saranno ubicati il reparto di degenza di Neurologia ed il Centro Ictus con la disponibilità di 17 posti letto per la degenza ordinaria e 8 posti letto per il Centro Ictus. Infine all’ultimo piano troverà posto il reparto di degenza di Pneumologia con 24 posti letto dedicati alla degenza ordinaria.
Ma in definitiva, questa nuova struttura, servirà davvero a risolvere le criticità che affliggono l’ospedale di Sampierdarena?
«Il principale problema del Villa Scassi è il Pronto soccorso sempre intasato – spiega De Luca – L’ostacolo è la logistica: ormai il Ps è troppo piccolo. Quando fu realizzato gli altri presidi territoriali funzionavano a pieno regime, pensiamo agli ospedali di Voltri, di Rivarolo, ecc. Allo stato attuale, avendo ridotto l’offerta sanitaria sul territorio, le dimensioni del nostro pronto soccorso sono ridotte rispetto alle esigenze a cui dobbiamo far fronte».
«Ben vengano 100 posti letto in più ma purtroppo non saranno sufficienti a cambiare lo stato delle cose – conclude De Luca – Ad esempio, per i pazienti tenuti in osservazione breve, abbiamo a disposizione solo 10 posti letto. Quando tutti sono occupati siamo costretti a mettere i malati sulle barelle. Fortunatamente l’azienda ha preso una decisione importante ricavando altri 34 posti letto per la medicina d’urgenza. Oltre alla carenza di spazi non vanno dimenticati i disagi legati ai lunghi tempi d’attesa. Diretta conseguenza dei numerosi accessi al Ps del Villa Scassi. Forse troppi, sicuramente più del dovuto, per situazioni che in molti casi potrebbero essere risolte grazie ai presidi territoriali. Oggi, al contrario, assistiamo alla continua dismissione di servizi sanitari su tutto il territorio».
Matteo Quadrone
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