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Sanità, spending review: i tagli colpiscono anche la guardia medica

Accorpamenti e chiusure riguardano alta Val Bisagno, Val Trebbia, Val Polcevera e Valle Scrivia. In attesa degli ambulatori aperti h 24, spariscono altri presidi sul territorio


21 Settembre 2012Notizie

Sanità, l'ambulanzaIl piano di tagli della Asl 3, in vigore entro il 31 ottobre, colpisce anche l’assistenza territoriale. In netta controtendenza rispetto alle linee indicate dal recente Decreto Salute del Ministro Balduzzi – il quale prevede la realizzazione di ambulatori aperti h 24 per garantire l’attività assistenziale – l’azienda sanitaria genovese con la delibera n. 837 del 14 settembre scorso ha deciso la chiusura e l’accorpamento di alcune sedi della guardia medica.
«Considerando che alcuni poli hanno un costo visita decisamente elevato (Bargagli, Torriglia ed in particolare Rovegno), si prevede una riorganizzazione dell’intero sistema».
«In particolare si disattivano i poli festivi di Serra Riccò, Sant’Olcese e Casella suddividendo il territorio di loro pertinenza tra i poli settimanali di Busalla, Pontedecimo e Rivarolo, si accorpano i poli di Bargagli, Torriglia e Rovegno sotto l’unico polo di Torriglia».
Ad esser colpite dunque sono alta Val Bisagno, Val Trebbia, Val Polcevera e Valle Scrivia. Spariscono le sedi di Bargagli e Rovegno che vengono accorpate a quello di Torriglia. Nei fine settimana (da venerdì sera a lunedì mattina) e nei giorni festivi chiudono le sedi di Serra Riccò, Sant’Olcese, Casella e l’attività viene dirottata sui poli di Rivarolo e Pontedecimo.

«Finché non ci saranno le condizioni per aprire i famosi studi associati dei medici di base, questi interventi rappresentano solo dei tagli di presidi sanitari sul territorio, non si possono chiamare riorganizzazione – spiega Gabriella Trotta, segretario regionale sanità Uil – Il problema è che in molti casi è fondamentale la velocità d’intervento e questa può essere garantita esclusivamente dalla guardia medica».

Il decreto Balduzzi prevede l’aggregazione, ma senza obbligo, per i medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, della guardia medica, della medicina dei servizi e degli specialisti ambulatoriali, in nuove forme organizzative per garantire l’attività assistenziale per l’intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana.
«Per far partire questi progetti sono necessarie delle convenzioni con i medici di base – ricorda Trotta – Oggi alcune regioni, tra cui la Liguria, non hanno un euro da investire. Inoltre bisogna rivedere la convenzione nazionale relativamente all’adesione dei medici alle aggregazioni monoprofessionali e multiprofessionali. Non si può lasciare il cerino acceso in mano alle regioni. Senza il supporto di un investimento queste strutture rischiano di rimanere un miraggio». Eppure alcuni esempi positivi esistono «In Toscana gli ambulatori h 24 sono già attivi e funzionano bene – sottolinea il segretario Uil – e non bisogna dimenticare che potrebbero essere un’opportunità lavorativa per i giovani medici».

La delibera dell’Asl 3 prevede anche una drastica riduzione del numero di autisti della guardia medica «Nei poli di continuità assistenziale (guardia medica) risultano attualmente impiegati 29 autisti, 21 dei quali, fatta eccezione per le sedi di Voltri e Rivarolo in considerazione della particolarità del territorio di riferimento, verranno recuperati ad attività ordinarie nell’ambito dell’azienda».
«Siamo preoccupati per la sicurezza dei medici – spiega Trotta – spesso e volentieri l’autista svolge una funzione di supporto, ad esempio nei casi di trattamento sanitario obbligatorio in attesa dell’arrivo dell’ambulanza».

Le misure decise dall’azienda sanitaria locale suscitano le proteste dei comuni interessati, in particolare quelli della Val Trebbia. Oggi a Bargagli si riuniranno i soci della Croce Rossa locale e nelle prossime settimane sono previste delle mobilitazioni per informare i cittadini sulla situazione.
«Appare illogico chiudere il polo di Bargagli che serve anche Davagna e Lumarzo (6500 abitanti che aumentano notevolmente nel periodo estivo) lasciando unicamente Torriglia (2500 abitanti) – spiegano i responsabili della Croce Rossa di Bargagli – un solo medico non potrà assicurare visite domiciliari in tutta la Val Trebbia se sarà costretto ad operare su un territorio così vasto, con la conseguenza di un crescente ricorso ai servizi di ambulanza che andranno ad impattare sule strutture ospedaliere. Questo, tradotto in termini di costi, porterebbe ad un sensibile aumento degli oneri a carico della Regione Liguria per il servizio 118 e quello ospedaliero. In un ottica di risparmio l’Asl 3 potrebbe utilizzare la propria sede di Torriglia per ospitare la guardia medica, risparmiando così i 15 mila euro annui che paga per affittare dei locali».

 

Matteo Quadrone

foto di daniele orlandi


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