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32 anni fa moriva Franco Basaglia: il suo impegno continua

Oggi resta ancora molto da fare perchè il diritto alla salute mentale non è garantito su tutto il territorio nazionale


30 Agosto 2012Notizie

Trentadue anni fa, il 29 agosto 1980, moriva lo psichiatra Franco Basaglia. Chiudendo i manicomi aveva affermato «Abbiamo dimostrato che l’impossibile può diventare possibile».

La legge 180, sbocco e mediazione politica dell’azione di Basaglia, cancellando l’impostazione repressiva della psichiatria, ha dato un contributo fondamentale per lo sviluppo della democrazia e delle libertà nel nostro Paese. Ha posto fine a secoli di abusi nei confronti di migliaia di persone obbligate all’internamento nei manicomi, restituendo loro libertà e dignità. Proprio qui sta il valore centrale della legge 180: nella sua spinta liberatrice e nell’idea di società che include, che accoglie, che soccorre, in cui ogni essere umano ha piena cittadinanza – scrive Stefano Cecconi, Responsabile Politiche della Salute CGIL nazionale – E’ importante ricordare che il lavoro di Basaglia è stato “lavoro di gruppo”, e che prosegue: ancora oggi moltissimi operatori, associazioni di cittadini utenti e familiari sono impegnati per affermare il diritto alla salute mentale e a trattamenti sanitari sempre rispettosi della dignità della persona, come afferma la nostra Costituzione. Basti pensare alla campagna stopOPG per l‘abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Per quanto riguarda Genova, la gestione dell’assistenza psichiatrica appare sclerotica, tra dismissioni di importanti strutture per fare cassa – vedi gli ex manicomi di Quarto e Pratozanino – ed aste al massimo ribasso per l’affidamento dei pazienti.

Sappiamo bene che la riforma Basaglia è positiva e ricca di successi ma non è ancora stata pienamente applicata: il diritto alla salute mentale non è garantito ancora su tutto il territorio nazionale. Si sono riaperte strutture residenziali molto simili ai vecchi ospedali psichiatrici e spesso sono i farmaci l’unica risposta al bisogno di cura. Questa situazione di abbandono di chi soffre e delle loro famiglie offre pretesti ai “nostalgici” del manicomio. Basta pensare ai disegni di legge contro la legge 180 presentati anche quest’anno in parlamento – continua Cecconi –  Certo i tagli al Servizio sanitario e al welfare aggravano la situazione, indeboliscono per primi i servizi territoriali: dai Dipartimenti di Salute Mentale ai servizi sociali, e producono nuove esclusioni e disagi. Per questo insistiamo con Governo e Regioni: bisogna investire per la salute mentale, garantire 24 ore su 24 la “presa in carico” delle persone e dei loro familiari nei servizi territoriali, con Centri di Salute Mentale accoglienti, servizi domiciliari e residenziali e per l’inclusione lavorativa, abitativa e sociale. Questo serve, non smantellare la 180 e tornare al manicomio, sarebbe un’incivile scorciatoia, che nega dignità e diritti a chi soffre di disagio mentale, e limita la libertà per tutti. Siamo convinti che il modo più giusto per ricordare Franco Basaglia sia continuare l’impegno per dimostrare ancora che “l’impossibile può diventare possibile”.

 


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