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Energia elettrica e gas: aumentano le pratiche commerciali illecite e aggressive

A Genova sono numerosi i casi di persone truffate da venditori porta a porta senza scrupoli che propongono contratti di fornitura con favolosi, quanto improbabili risparmi


20 Settembre 2012Inchieste

Cittadini senza tutele di fronte ad aziende incattivite dalla crisi economica – un vero e proprio “spread dei diritti” – così lo definisce la XII Relazione PIT servizi 2012 di Cittadinanzattiva che segnala un aumento delle pratiche commerciali illecite (+7% nel settore dell’energia elettrica; +6% nel settore della telefonia) e di quelle aggressive (rispettivamente +15%; +13%).
Nel 2011 le telecomunicazioni si confermano in testa alla classifica dei servizi peggiori dell’anno, raccogliendo il 22% delle circa 8600 segnalazioni giunte al Pit servizi. Al secondo posto si piazza l’energia (17%), seguono i servizi bancari e finanziari (15%) e la pubblica amministrazione (13%). «Dal nostro osservatorio è evidente che i diritti dei consumatori stanno facendo passi indietro – spiega Tina Napoli, neo responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva – non solo i cittadini devono fronteggiare ogni giorno la crisi, ma da un anno a questa parte abbiamo notato che devono difendersi dai comportamenti sempre più aggressivi con i quali le aziende, non solo private, cercano di acquisire clienti».

ENERGIA ELETTRICA E GAS

E’ al secondo posto nella classifica dei servizi più critici per il cittadino (l’anno scorso era al terzo, preceduta dai servizi bancari e finanziari). Energia elettrica (55%) e gas (45%) sono i due settori interessati. Nel primo, ovvero l’elettricità, il nodo più critico resta la bolletta (40%) con errori nel conguaglio, scarsa trasparenza delle voci ed errata fatturazione.

Ma ci sono problemi anche per il cambio di fornitore (17%), l’interruzione del servizio (12%), le tariffe elevate (10%). Per quanto riguarda il gas le segnalazioni sono in costante aumento da almeno due anni. Anche in questo caso i principali problemi riguardano la bolletta (41%) con errori nel conguaglio, mancata o errata fatturazione, la scarsa trasparenza delle voci. Seguono i problemi per il cambio fornitore (21%), per l’allaccio/voltura e subentro (14%) e per l’interruzione del servizio (9%).

A questo punto è necessaria una premessa fondamentale. Nel campo della somministrazione di energia elettrica e gas, infatti, esiste il mercato tutelato gestito dai distributori (di luce e gas) le cui tariffe dipendono dallo Stato ed il mercato libero, dove liberi venditori vedono luce e gas.

«A cinque anni dalla completa apertura del mercato elettrico alla concorrenza oltre 5,7 milioni di famiglie hanno cambiato venditore – spiega a “La Repubblica” Paolo Vigevano, presidente ed Ad di Acquirente Unico, il garante della fornitura di energia elettrica a famiglie e piccole imprese – Nel settore del gas, invece, la strada è ancora lunga. A fine 2011 solo il 13% delle famiglie era fornita di gas naturale a condizioni di mercato diverse da quelle di tutela».

Sul sito web dell’Autorità per l’ energia elettrica e il gas (A.E.E.G.) si legge «Il Servizio di tutela garantisce la fornitura di gas ai clienti domestici che non passano al mercato libero. Il prezzo del servizio di vendita viene aggiornato ogni tre mesi dall’Autorità, le tariffe per i servizi di trasporto, distribuzione, stoccaggio e gli altri oneri dovuti dai clienti del servizio gas sono stabiliti e aggiornati dall’Autorità».

Affinché i cittadini siano consapevoli dei diritti e delle tutele previste in questo nuovo contesto e possano sfruttare al meglio le opportunità offerte dal nuovo mercato dell’energia, l’Autorità ha predisposto alcune iniziative dedicate ai consumatori, in particolare lo Sportello per il consumatore che fornisce «informazioni, assistenza e tutela ai clienti finali di energia elettrica e gas con un canale di comunicazione diretto – numero verde 800.166.654 – in grado di assicurare una tempestiva risposta a reclami, istanze e segnalazioni».

Da un’indagine avviata dal Garante emerge un quadro desolante. Lo Sportello, in soli tre anni, ha gestito la bellezza di quasi 1,4 milioni di chiamate contribuendo a risolvere oltre 65 mila reclami e rimborsare circa 300 mila euro al mese per importi non dovuti ed indennizzi. E anche l’Antitrust si è dato da fare: tra 2008 e 2012 sono 6 le società sanzionate con multe per un importo complessivo di 2.605.000 euro «Si tratta di attivazioni non richieste e impossibilità di tornare velocemente al fornitore precedente, comunicazione poco chiara che l’offerta era per il mercato libero e non per quello vincolato», sottolinea l’Autority.

Ma veniamo agli innumerevoli casi che hanno interessato cittadini genovesi, come segnala l’Associazione Progetto UP Ufficio Polifunzionale che, ormai da alcuni anni, si occupa di tutelare i diritti delle persone, in svariati ambiti.

«Enel si è inserita nel libero mercato in modo truffaldino con la creazione di Enel Energia – spiega Alberto Burrometo, presidente Progetto Up – stesso logo, stesso slogan: l’energia che ti ascolta. All’epoca, ragazzi con il talloncino Enel ben in vista, con le scuse più bizzarre, riuscivano ad entrare nelle case degli italiani e facevano contratti a iosa».

L’inganno – se non la vera e propria truffa – è svelato all’arrivo delle bollette. L’elemento di differenza, infatti, è cromatico «Enel Energia emette le fatture a colori, Enel Servizio Elettrico le emette in bianco e nero – continua Burrometo – Stesso discorso per quanto concerne il gas».

Recentemente Iren Mercato ha pensato bene di emulare i colleghi di Enel entrando nel mercato libero con delle promozioni commerciali sia per il gas che per la luce. «Nell’ultimo anno, addetti Iren con tanto di tesserino di riconoscimento si sono introdotti nelle case dei genovesi e, con la scusa di verificare i contatori ed i dati dell’utente, facevano apporre due firme – racconta il presidente di progetto Up – A quel punto il gioco è fatto: nuovo contratto e nuovo codice utente». In questo caso, nemmeno la differenza cromatica viene in aiuto «Tutto risulta uguale – spiega Burrometo – tranne due dettagli, per altro, non troppo visibili: la dicitura MERCATO TUTELATO e il diverso numero di codice contratto. La cosa che ovviamente salta agli occhi è la cifra indicata in bolletta: mostruosamente più alta!».

Le conseguenze di un simile comportamento non sono per nulla trascurabili «Innanzitutto parliamo di una pratica commerciale scorretta, passibile di denuncia, non solo all’A.E.E.G., ma anche all’AGCOM – sottolinea il presidente di Progetto Up – voglio ricordare che un comportamento simile non è esente da querela-denuncia per truffa, dal momento che l’azione porta un ingiusto vantaggio a scapito dell’utente ignaro».

Inoltre i venditori del mercato libero appioppano una quota non meglio specificata dovuta all’affitto delle tubature «In altri termini Enel Energia con i fili elettrici ed Iren con le tubature pagano se stessi – sottolinea Burrometo – Quindi gli sconti promessi nelle offerte commerciali vengono “mangiati” da spese suppletive che nel mercato tutelato non esistono». Ma non è tutto «Nel mercato libero vengono stimate le letture, ossia in bolletta non sarà mai calcolato l’effettivo consumo, ma quello stimato, con conseguente aumento ingiustificato dei costi e perdite di tempo da parte del cittadino», aggiunge Burrometo.

Una volta che l’utente si rende conto di quanto accaduto e quindi può esercitare il diritto di recesso, riconosciuto dalla legge entro dieci giorni dalla indesiderata visita del personale della ditta, si trova di fronte ad un percorso ad ostacoli « È necessario spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno, ovvero spese postali a proprio carico e relativa coda agli uffici postali», ricorda il presidente di Progetto Up.

Nel caso invece siano già trascorsi i dieci giorni previsti dalla legge, l’utente può comunque sempre ritornare al mercato tutelato recandosi presso la sede dell’azienda distributrice per firmare un nuovo contratto «In pratica come se fosse un nuovo cliente, mentre invece è un cliente di vecchia data – conclude Burrometo – Anche in questo caso la perdita di tempo è garantita. Sorge una domanda spontanea: chi paga il danno–disagio subito dai cittadini?».

 

Matteo Quadrone


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