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Trasporto pubblico, biglietto integrato: la Giunta non vuole parlarne

All'orizzonte si profilano pesanti rincari per salvare l'integrazione tariffaria; mentre la situazione di AMT rimane critica e per il 2013 sono previsti minori trasferimenti regionali


5 Dicembre 2012Notizie

Il futuro del biglietto integrato treno più bus è un argomento tabù in Consiglio comunale. La denuncia arriva dal WWF mentre è in corso la discussione tra comitati dei pendolari e associazioni dei consumatori da una parte, AMT e amministrazione comunale dall’altra. All’orizzonte, nel caso si decidesse di salvare l’integrazione tariffaria, si profilano pesanti rincari.

«Ci risulta che la Lista Doria abbia presentato, già da alcune settimane, una mozione per discutere in consiglio comunale del biglietto integrato – spiega Vincenzo Cenzuales del WWF – ma il documento continua a non essere iscritto all’ordine del giorno, evidentemente perchè la Giunta non vuole che se ne discuta. Eppure, visto che l’accordo tra Comune di Genova, Regione Liguria, AMT e Trenitalia scadrà alla fine dell’anno, la decisione sulle tariffe dovrà essere presa nel giro di pochi giorni».

«Se le tariffe saranno quelle che si ipotizzano, le conseguenze per AMT saranno gravi – sottolinea il WWF – non vorremmo che qualcuno, da qualche parte, avesse l’obiettivo di far fallire l’azienda…».

La situazione di AMT, già deficitaria, rischia di aggravarsi a causa dei minori finanziamenti previsti dalla regione per il 2013. Due milioni di euro in meno, ai quali si sommano altri due milioni di maggiori costi che l’azienda deve sostenere, per un totale di 4 milioni da recuperare per il prossimo anno.

Le cifre non sono ancora definitive ma la tendenza è questa. «Se poi, con l’arrivo del metrò a Brignole, il comune aumentasse il canone d’affitto della metropolitana, da 1 a 8 milioni, l’azienda dovrebbe recuperare per il 2013 11-12 milioni, invece di 4», sottolinea Andrea Gamba della Filt-Cgil.

Infine, il sindacalista denuncia anche le criticità del settore manutenzioni di AMT «A causa delle carenze di personale e di un’inadeguata programmazione degli acquisti un terzo dei mezzi che sono fermi, circa un centinaio in tutto, lo sono perchè mancano i pezzi di ricambio».

 

 

Matteo Quadrone

Foto di Daniele Orlandi


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