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Certosa, via Canepari: punto Cup e ambulatori, il loro futuro è incerto

Il trasferimento delle attività ambulatoriali per ora è sospeso. Ma l'orientamento dell'azienda sanitaria locale rimane quello di liberarsi dei locali in affitto per potenziare le strutture di proprietà


8 Maggio 2012Inchieste

A Certosa, da qualche tempo, c’è una forte preoccupazione relativa al destino del punto CUP (Centro Unico di Prenotazioni sanitarie) e dei servizi ambulatoriali di via Canepari.
Un quartiere con numerosi anziani residenti, in una vallata, la Val Polcevera, che in questi ultimi anni è stata progressivamente privata dei suoi presidi sanitari: gli unici superstiti, infatti, sono i poliambulatori di via Bonghi a Bolzaneto, gli ambulatori dell’ex ospedale Celesia a Rivarolo e quelli dell’ospedale Gallino di Pontedecimo.

Un atto ufficiale dell’azienda sanitaria locale genovese (Asl 3), la delibera n. 1421 del 23 dicembre 2011 (Adozione Piano di rientro 2012 per il contenimento strutturale dei costi), prevede – nell’ambito delle azioni da implementare nel 2012 – il trasferimento delle attività ambulatoriali finora svolte presso i locali di via Canepari, una sede in affitto che dovrà essere dismessa per consentire all’azienda di perseguire la sua strategia di razionalizzazione, puntando sul migliore utilizzo possibile delle strutture di proprietà.
Così sta scritto nero su bianco a pagina 24 della delibera, nella quale si parla anche del contestuale potenziamento della Palazzina della salute di via Bonghi, a Bolzaneto.
Parliamo di una delibera programmatica che, in prospettiva, individua alcuni interventi, non ad esecuzione immediata, tra cui lo spostamento delle attività di via Canepari. L’affitto dei locali di Certosa costa all’azienda sanitaria locale una cifra significativa, circa 100 mila euro all’anno, un salasso non più sostenibile. Quindi, anche se non è da escludere a priori che in futuro possano profilarsi all’orizzonte soluzioni alternative, l’orientamento dell’Asl 3 viaggia in questa direzione.

La preoccupazione dei cittadini del quartiere non riguarda solo la scomparsa del mero servizio di prenotazione e pagamento delle prestazioni sanitarie, bensì il trasferimento dei servizi ambulatoriali.
Attualmente negli spazi di via Canepari 64r, come si legge nel sito dell’Asl3, sono presenti: punto prelievi, angiologia, cardiologia, dermatologia, gastroenterologia, neurologia, oculistica, otorinolaringoiatria, ambulatorio infermieristico, CUP , ambulatorio del medico funzionario.
«L’allontanamento dalla zona di tali servizi – sottolinea Patrizia Palermo del comitato di via Piombelli – rappresenterebbe un grosso ostacolo soprattutto per le persone anziane o quelle prive di mezzi propri di trasporto visto che l’ex ospedale Celesia è collocato in collina e raggiungibile con mezzi pubblici la cui frequenza non sembra essere ad oggi particolarmente idonea. Il diritto alla salute sicuramente sarebbe ostacolato da questioni logistiche tutt’altro che secondarie».

Mentre a Bolzaneto la situazione è tutt’altro che rosea e gli ambulatori di via Bonghi sono sottoposti ad un costante e quotidiano sovraffollamento, come sottolineano i sindacati. Concentrare presso questa sede anche i servizi finora svolti a Certosa, non pare essere la soluzione migliore.

«Per quanto ne sappiamo la questione di via Canepari è in stand-bye– sottolinea Emilio De Luca, Uil – C’è stato anche un intervento informale del Municipio Val Polcevera ma non esiste nessuna nota ufficiale in merito ad un cambio di orientamento dell’Asl 3. Bisogna ricordare che il piano di riorganizzazione dell’azienda comporta, per la sua attuazione, un arco temporale di 2-3 anni. Quindi, di conseguenza, quello che adesso è sospeso, un domani potrebbe riprendere il suo corso».

Gianni Crivello, presidente uscente del Municipo Val Polcevera, conferma «Abbiamo fatto le nostre pressioni, per quanto possibile e come sempre in questi casi. Spero sia servito non solo a rinviare, ma piuttosto a cancellare definitivamente il rischio chiusura del punto Cup e degli ambulatori di via Canepari».

Ma una spiegazione plausibile a questo anomalo impasse, la trova Mario Iannuzzi, del sindacato autonomo Fials «Tutto è sospeso a causa delle elezioni amministrative, esclusivamente per motivi elettorali. La questione, vedrete, rispunterà fuori tra qualche giorno, anche perché l’intenzione dell’azienda, esplicitata espressamente nella delibera, è quella di chiudere».

 

Matteo Quadrone


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