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Ex canile di via Adamoli: ancora nessun progetto di riqualificazione

Nel cuore della Val Bisagno, un’area di 5 mila metri quadri quasi completamente in disuso da anni e per la quale ancora non esistono proposte di riqualificazione


20 Maggio 2013Notizie

bisagno-adamoliUn’area di 5 mila metri quadri in Val Bisagno, affacciata su via Adamoli e immersa nel traffico dell’arteria che collega la valle al centro città, tra le fabbriche e gli iper-mercati. Una volta questi spazi erano occupati dal canile comunale (dal 2009, ormai ricordato come l’ex canile di Via Adamoli), dal centro sociale Pinelli, da uffici della ASL e dai vecchi macelli,  ma da anni ormai più niente: sfrattato il Pinelli; chiusi gli uffici; messi fuori uso i macelli e ridotti a meri locali di stoccaggio carni. Sorte analoga non poteva che toccare anche al canile, che è stato sgomberato a causa delle accorate proteste dei volontari che lamentavano le condizioni inadeguate dell’edificio. Dopo il definitivo trasferimento della struttura  a Sestri Ponente, nulla è stato fatto per sistemare una situazione già all’epoca problematica.

Tra i disagi, il degrado e i periodici sgomberi da parte delle forze dell’ordine, quali sono oggi le proposte per il risanamento della struttura?

A rispondere alla nostra domanda, Gianpaolo Malatesta, Consigliere Comunale (PD) «In questo momento non ci sono proposte di risanamento e recupero dell’area. Per quanto riguarda AMIU, nella zona di sua competenza ha attuato una riconversione, che non ha però soddisfatto le aspettative iniziali. Per quanto riguarda invece la competenza comunale, non ci sono progetti in essere. L’ultima volta che è stata affrontata la questione, è stato tempo fa, quando si pensava di adibire la struttura a deposito bus assegnandola a AMT, ma la proposta non è andata in porto. Si parlava anche di insediare in quest’area un mercato del pesce, ma il progetto non ha trovato il sostegno degli operatori coinvolti nell’operazione in qualità di finanziatori parziali».

 

LA STRUTTURA

Il complesso in questione, infatti, è vasto e variamente articolato, suddiviso in diversi lotti stabiliti in base all’attribuzione e alla proprietà. La parte iniziale, a ridosso di Via Adamoli fino al confine con il canile e compresa la zona prima occupata dagli uffici ASL, è di proprietà di AMIU. Qui oggi si trova un deposito di sale e sono stati sistemati cassonetti di raccolta dei rifiuti.

Il canile vero e proprio, così come il capannone retrostante, sono di proprietà del Comune. Si tratta dei locali che più hanno fatto parlare e hanno suscitato varie polemiche. Dopo anni di denunce e proteste, tra 2007 e 2009 sono arrivate le gravi accuse dei volontari del canile, che denunciavano le carenze gestionali e l’inadeguatezza della struttura in un’interpellanza urgente al Presidente della Regione, Claudio Burlando. Addirittura si parlava di un consistente numero di animali deceduti in pochi mesi a causa delle condizioni inappropriate dei locali. Dai primi mesi del 2009, il trasferimento definitivo del canile comunale nei nuovi spazi sulle alture di Monte Contessa, a Sestri Ponente.

Da quel momento poco o nulla è stato fatto per risanare le inadeguate strutture di Via Adamoli, che pur potrebbero essere variamente impiegate per fornire servizi alla cittadinanza dei quartieri di Molassana, San Gottardo e Montesignano. Il torpore delle amministrazioni è stato costante in questi anni, e perdura tuttora.

Le ultime notizie circa la struttura risalgono al febbraio 2012, quando l’amministrazione era sul punto di emettere l’ennesima ordinanza di sgombro (caldeggiata dall’ex Assessore ai Lavori Pubblici Mario Margini) e inviare ruspe sul luogo per smantellare definitivamente l’edificio, all’epoca già dismesso da due anni. Caduta la proposta di demolizione, che sarebbe dovuta costare 100 mila euro e che non sarebbe stata sostenuta altresì da alcun progetto di riqualificazione, si è optato per l’interdizione dell’accesso, ancora oggi proibito. Si restava in attesa di misure di riordino, ma niente.

Sempre di proprietà comunale è anche il capannone prima occupato dal Centro Sociale Occupato Autogestito Pinelli e ora sgomberato. Ancora prima, qui, il deposito della Cooperativa Burlando.

Infine, l’area occupata dall’inceneritore dell’ex canile, proprio di fronte al canile stesso, che è di pertinenza dei macelli – locali di stoccaggio e deposito delle carni- e di ASTER, un altro dei soggetti coinvolti in questa “lottizzazione”.

 

Elettra Antognetti

 


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