Il Civ di Corso Sardegna denuncia lo stato attuale della struttura. Intanto rimane la situazione di stallo, il Comune dovrebbe adattare il vecchio progetto alle nuove norme imposte dal Piano di Bacino. Il rischio che la ditta appaltatrice rinunci all’appalto rimane concreto
Dopo il ricorso al TAR da parte della ditta Rizzani-De Eccher, attuale appaltatrice per il progetto di restyling dell’ex mercato coperto di Corso Sardegna, al Comune di Genova sono stati richiesti 11 milioni di euro per i danni causati in questi anni alla ditta di Udine. Con il rischio, per l’amministrazione genovese, che alla Rizzani venga riconosciuto il diritto a ricevere una bella fetta di quell’ingente somma che ha richiesto.
Il Civ di Corso Sardegna, guidato da Umberto Solferino, venerdì ha aperto i cancelli della struttura ai giornalisti per mostrare il degrado e sensibilizzare la cittadinanza (in coda le immagini, ndr) su una situazione che al momento continua a rimanere in sospeso (Era Superba ha seguito in più di un’occasione le tappe di questo complesso e travagliato iter, ecco l’approfondimento e gli ultimi aggiornamenti). Lo scorso 3 giugno durante il seminario informativo sui progetti urbanistici in Val Bisagno, il tema mercato è rimasto un po’ a sorpresa ai margini della discussione, in quell’occasione lo stesso Solferino ha chiesto aggiornamenti alle amministrazioni sul futuro della struttura senza ricevere però risposte concrete dagli amministratori presenti, evasivi sul tema.
«La possibilità di effettuare valutazioni chiare e stabilire la fattibilità del progetto, anche sotto il profilo economico, attualmente c’è – dichiara Solferino – ed è necessario che il Comune agisca adesso prima che sia troppo tardi e prima che la storia del mercato si prolunghi a dismisura».
Il fatto è che oggi non esiste un progetto realizzabile e c’è il rischio che gli investitori privati retrocedano, lasciando il Comune con in mano un pugno di mosche: il progetto approvato un tempo non è ormai più realizzabile, se non in parte, ed è necessario che vengano apportate delle modifiche e che venga presentato un progetto alternativo il prima possibile. Altrimenti lo scenario che si profila più verosimile è quello che Rizzani-De Eccher esca definitivamente dal progetto e il Comune, spinto da varie pressioni su più fronti (la stessa Rizzani, la popolazione e il CIV di Corso Sardegna), sa di dover risolvere in fretta lo stallo. L’amministrazione dovrebbe riuscire a presentare un progetto più snello di quello attuale (partendo sempre da quello già in essere, ma modificandolo in base alle disposizioni nuove) e in tempi brevi.
Qualora la ditta decidesse di fuoriuscire e riconsegnare le chiavi del complesso, infatti, il Comune dovrebbe pagare una liquidazioni all’impresa in uscita, smaltire l’amianto presente nel sito (altro problema annoso), indire un nuovo bando e cercare un altro soggetto appaltatore.
È tanta la fretta dei cittadini, esasperati, e forti sono le pressioni del CIV. «Attualmente, una squadra di architetti – ci racconta Solferino – sarebbero disponibili a riunirsi in una tavola rotonda e ragionare con le amministrazioni su come modificare il progetto in essere, salvandone il salvabile. Ma il Comune ancora temporeggia. Stiamo parlando di una superficie di 22 mila metri quadrati in piano, a Genova: una situazione più unica che rara, e che tuttavia è abbandonata al degrado da troppo tempo. Per questo stiamo facendo forti pressioni, nella speranza di venire prima o poi ascoltati. Chiediamo che venga ripreso il vecchio progetto, che ne vengano salvate le parti ancora attuabili e che si pensi a una soluzione diversa per le parti non realizzabili, come quelle relative alla parte interrata. Tanto più che, se venisse realizzato il progetto dello scolmatore del Bisagno, la zona di Corso Sardegna verrebbe declassata da zona rossa a zona gialla, e sarebbe così possibile ottenere i permessi per realizzare intanto alcuni dei lavori previsti. Allo stato attuale non c’è tempo da perdere».
Elettra Antognetti