Marco Doria è stato contestato in occasione dell'incontro pubblico al Teatro della Tosse un anno dopo l'insediamento: Terzo Valico, politiche della casa, spazi sociali autogestiti e precariato Amiu i temi più caldi
Si è svolta ieri pomeriggio (sabato 8 giugno) l’assemblea degli stati generali della giunta Doria, un’occasione che, almeno formalmente, sarebbe servita non solo a festeggiare il primo anno di insediamento, ma soprattutto a raccogliere appunti, ascoltare critiche e problematiche sollevate dai cittadini. Ma la giornata di ieri al Teatro della Tosse si è rivelata per il sindaco Doria un banco di prova più difficile del previsto.
Durante i primi venti minuti tutto è filato in linea con il copione immaginato dagli organizzatori: un susseguirsi di interventi, più o meno tutti uguali, in cui diverse personalità e soggetti cittadini chiedevano a Doria maggiore chiarezza su alcuni punti ritenuti cruciali per la città: in primis l’annosa questione della “movida” del centro storico, considerata una condanna per gli abitanti della zona limitrofa alle Erbe. Qualcuno, inascoltato, ha provato a riconoscere il fatto che il baccano dei giovani è inversamente proporzionale al tasso di criminalità e di spaccio che certe zone del centro storico devono vivere quotidianamente. Ma dopo il quarto intervento in cui il problema movida catalizzava gli argomenti, lo scenario è cambiato improvvisamente: gli occupanti del laboratorio sociale Buridda, da qualche mese sotto reale minaccia di sgombero coatto, alcune famiglie con in una mano l’ordinanza di sfratto esecutivo e nell’altra i figli, accompagnate dallo Sportello per il diritto alla casa, i lavoratori precari di Amiu Bonifiche hanno tentato di prendere parola, cercando di portare l’attenzione del Sindaco e della platea su problemi di calibro ben differente rispetto alla gioventù che il venerdì sera beve qualche bicchiere di troppo nei caruggi genovesi.
Dopo qualche minuto di parapiglia sul palco, i contestatori sono riusciti a esprimere quattro punti sui quali il sindaco è stato invitato a prendere posizione pubblica con altrettanta chiarezza: terzo valico, politiche abitative, spazi sociali autogestiti, precariato della pubblica amministrazione.
«Se si danno certi modi di prendere la parola, che esulano dalle regole democratiche – ha premesso il Sindaco sottolineando l’irruenza delle manifestazioni di dissenso – posso decidere di rispondere, come di ignorarvi». Doria ha risposto alle critiche cercando di illustrare le difficoltà a procedere della macchina comunale per la mancanza di risorse, ma le considerazioni in merito ai contenuti non hanno placato l’ira dei contestatori: «Il terzo valico è una linea ferroviaria che collegherà il mare alla pianura padana, è utile e si farà – ha confermato il sindaco – per quanto riguarda gli spazi sociali autogestiti, siamo in continuità con la giunta precedente, c’è una trattativa che andrà a termine (leggi approfondimento, ndr) e stiamo pagando i lavori di ristrutturazione dello Zapata (su questo punto è arrivata la smentita di alcuni dei presenti in sala, ndr) e venderemo l’ex facoltà di Economia, dove ora c’è il Laboratorio Buridda, trasferendo le sue attività al Mercato del pesce, per ricavarne entrate sufficienti a risolvere le problematiche abitative.»
Ad oggi le aste pubbliche per la vendita dell’ex Facoltà di Economia in via Bertani sono andate tutte deserte (il prezzo di vendita di partenza nel novembre 2011 era di 7,8 milioni), sicuramente l’eventuale vendita porterebbe indotto da reinvestire, ma vendere l’immobile a cifre di mercato non è affatto facile. Sulla questione dell’emergenza abitativa, i contestatori hanno puntato il dito contro «le 44mila case sfitte di proprietà del Comune, case che vengono murate per evitare che qualcuno le abiti abusivamente o case in condizioni talmente fatiscenti da non poter essere utilizzate». Lo sportello per il diritto alla casa nel frattempo, che stima più di 400 ordinanze di sfratti e sgomberi per il 2013, chiede fermamente una moratoria fino a data da destinarsi e si dichiara pronto a porre resistenza contro ogni sfratto esecutivo e ad occupare le case per tutti coloro che non possono permettersi un affitto e che, al contempo, risultano non idonei nelle graduatorie per gli alloggi popolari.
Chiara Guatelli
[foto dell’autore]