"Tagliare le spese militari per liberare risorse, investire sui giovani, sul lavoro e lo stato sociale, questo chiediamo alla politica e alle istituzioni". La raccolta firme è online sul sito www.perlapace.it
Non si sopiscono le polemiche sulla Festa della Repubblica del 2 giugno e relativa parata militare ai Fori Imperiali. Dopo i tragici eventi dell’Emilia Romagna devastata dal terremoto e nonostante il popolo del web ed alcune forze politiche (dall’Idv a Sel, Rifondazione, Verdi, Lega, ecc.) abbiano lanciato un appello al Capo dello Stato affinchè annullasse la parata militare a Roma, Giorgio Napolitano ha risposto che la manifestazione si farà «Celebreremo sobriamente il 2 giugno ma lo dedicheremo ai morti, al dolore delle famiglie e anche a momenti di scoramento che devono essere superati».
«Rispettiamo la volontà del Presidente della Repubblica – spiega Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace – ma ci permettiamo di osservare che: se deve essere una parata sobria è necessario che i militari rivedano il programma e riducano le spese. I dati diffusi dal Ministero della Difesa si riferiscono alla Parata programmata prima del terremoto. Ora quel programma va rivisto altrimenti è solo l’ennesima presa in giro. C’è un modo concreto per farlo: lasciare in caserma tutti i carri armati e i mezzi militari; ridurre significativamente il numero dei militari che dovranno sfilare ai quali, peraltro, è stata negata anche la diaria (come a dire che quando si deve tagliare qualche spesa si comincia sempre dalle persone)».
Inoltre Lotti sottolinea che «Nessuno sa quale sia il costo reale di questa Parata. Ufficialmente il Ministero della Difesa, che si è affrettato a dire che i soldi della Parata sono già stati quasi tutti spesi, parla di una stima che va da 2,6 a 2,9 milioni di euro. Perché si parla di stima e non di costo reale? L’anno scorso il Ministro La Russa rispondendo ad una interrogazione parlamentare aveva indicato un costo di 3 milioni di euro. In realtà la spesa nel 2011 è stata di ben 4,398 milioni. Quale sarà il costo finale di quest’anno? Perché il Parlamento non chiede il rendiconto dettagliato delle spese?».
Dal Ministero della Difesa però, spiegano che la massima parte dei finanziamenti previsti per la parata siano stati già effettivamente spesi e dunque non siano più recuperabili. Ed in merito alla sobrietà chiesta dal Capo dello Stato, il Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola spiega «Non sfileranno mezzi, non sfileranno cavalli, le Frecce Tricolori rimarranno negli hangar, militari e non saranno ridotti di oltre il 20% dopo che già erano stati predisposti tagli», ma la Festa della Repubblica, anche in forma più leggera, è confermata.
Ma secondo la Tavola della pace c’è anche un aspetto che ha del paradossale «Pochi sanno che il tema della Parata 2012 è “Le Forze Armate, al servizio del Paese” – spiega Lotti – Ma se le Forze Armate sono al servizio del Paese perché pretendono di farsi pagare ogni servizio di protezione civile? E’ già successo all’inizio dell’anno per l’emergenza neve quando l’esercito chiamato dai sindaci a collaborare ha risposto: “se volete il nostro aiuto dovete pagare”. Questa assurda pretesa rischia di diventare la regola se verrà approvato il disegno di legge delega per la revisione dello strumento militare presentato in Parlamento dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. La norma è contenuta nell’articolo».
La domanda retorica che si pone la Tavola della pace è «A che ci serve spendere più di 23 miliardi di euro per mantenere in vita un apparato elefantiaco di 190.000 uomini che quando devono portare soccorso alla popolazione pretendono di essere pagati?».
«Il terremoto del 29 maggio ci ha dato un altro terribile scossone – continua Lotti – E’ tempo di rivedere il modo in cui spendiamo i nostri soldi». Per questo la Tavola della pace lancia un appello intitolato “Lavoro non bombe” «Quello che vogliamo è il lavoro, non le bombe. Il lavoro ci da la vita, le bombe ce la tolgono. Il lavoro crea sicurezza, le bombe la distruggono. Vogliamo che i nostri soldi siano spesi per creare dignità e lavoro, non per comprare altre bombe. Senza lavoro non c’è pace né giustizia. Milioni di persone in Italia non hanno un lavoro dignitoso. Milioni di persone nel mondo vivono nella miseria sotto l’incubo delle bombe. Bisogna cambiare strada. Tagliare le spese militari per liberare risorse, investire sui giovani, sul lavoro e lo stato sociale. Questo chiediamo alla politica e alle istituzioni. Per ritrovare un po’ di pace, per uscire dalla crisi insieme, più liberi ed eguali».
Tutti i cittadini sono invitati a firmare la petizione sul sito www.perlapace.it oppure su www.facebook.com/LavoroNonBombe.
«La parata militare del 2 giugno è inutile e costosa e tanto più inutile oggi, dopo il terremoto in Emilia Romagna – gli fa eco la campagna Sbilanciamoci! – I soldi risparmiati annullandola potrebbero essere usati per aiutare la popolazione colpita, piuttosto che per esibire armi e mezzi militari. Con gli stessi soldi spesi per la parata militare si possono garantire, nella prossima settimana, i soccorsi di emergenza (tende, viveri, medicinali, ecc) ad oltre 5 mila persone. È irresponsabile spendere tanti soldi per far sfilare carri armati e blindo, mentre gli stessi fondi potrebbero essere investiti per aiutare le popolazioni. La Repubblica va celebrata aiutando chi ora soffre a causa del terremoto e non sfoggiando armi e mezzi militari.
Matteo Quadrone