Oh disgraziato destino! Mi manca il tempo perso. Quello manca a tutti. E quindi? Alzati dal divano ed esci di casa. Non ho motivo. Di uscire di casa o di stare sul divano?
La bolla è gommosa, le mani aperte spingono ma affondano, il dito sprofonda e non buca. Lo stadio prima del panico può durare per sempre senza compiersi mai, latente, leggero, costante.
Le pareti della bolla sono repressioni indolori che si posano sul lento deteriorarsi degli individui, perdita della fantasia, evitare di dirlo, riduzione dell’attività sessuale, paura, ti ricordi quando, due mani e uno smartphone, evitare di farlo, tante canne, la verità è che non me ne frega un cazzo, ancora paura, non mi riguarda, riduzione della capacità di adattamento, inadeguatezza, superbia, finta di niente, evitare l’incontro, ancora paura, appannamento della curiosità, tante birre, io e gli altri, noi e gli altri, riduzione della vita sociale, vita sociale è una parola grossa, vigliaccheria o ancora una volta paura che la perdoniamo meglio, ansia da controllo, tanta televisione, così vanno le cose, cosa c’è da capire, evitare lo scontro, interazione sociale è un’altra parola grossa, non ne ho voglia, sonnolenza domenicale, commiserazione e infine ancora paura.
Le mani aperte spingono ma affondano, il dito sprofonda e non buca.
Oh disgraziato destino!
Mi manca il tempo perso. Quello manca a tutti. E quindi? Alzati dal divano ed esci di casa. Non ho motivo. Di uscire di casa o di stare sul divano? Entrambi, a dire il vero. E allora alzati dal divano, esci di casa e inizia a camminare. Per andare dove? Non ha importanza. E così che si esce dalla bolla? La bolla è congenita, è ragione di Stato, camminare aiuta. Incontri, incroci.
Tutto qua? Non è mai tutto qua, c’è sempre altro. Ho paura. Anche io.
Gabriele Serpe
La tua descrizione e’ perfetta. Il flusso di coscienza rende chiaramente l idea di quel che si prova. Sono ormai troppi anni che cerco anch’ io di uscire dalla bolla dalle pareti gommose. Cosi’ tanti anni che sto perdendo le speranze…