Andare al cinema spendendo un solo euro: nel febbraio 2011 la protesta di Agis Liguria contro l'aumento del prezzo del biglietto
Si chiama tassa di scopo e fa parte del decreto milleproroghe, approvato dal governo prima che la crisi economica e politica degli ultimi mesi travolgesse tutti noi. È stata discussa in Parlamento il 15 febbraio 2011 allo scopo di imporre agli esercenti delle sale cinematografiche – nel periodo compreso fra il 1 luglio 2011 e il 31 dicembre 2012 – l’aumento di 1 € del costo del biglietto al cinema (sale parrocchiali escluse), a prescindere dal prezzo di partenza.
Obiettivo della tassa è portare nelle casse del Ministero per i Beni Culturali 45 milioni di euro nel 2011, 90 milioni nel 2012 e altrettanti nel 2013, da destinare al Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo).
Contro questa norma, il 15 febbraio 2011 Agis Liguria lanciò una singolare protesta fra le sue sale cinematografiche: tutti al cinema pagando solo 1 €. Hanno aderito sale cinematografiche di Genova, Rapallo, Ventimiglia, Sanremo, Bordighera, Albenga, Imperia, Savona, Santa Margherita Ligure e Sestri Levante.
IL PRESENTE
La tassa di scopo approvata in Senato ha avuto vita breve: poco più di un mese dopo, il 22 marzo 2011, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto che sancisce l’abolizione dell’aumento di prezzo del biglietto, promulgando al tempo stesso il reintegro del Fus. La cifra che il Governo intendeva raccogliere con la tassa di scopo è stata prelevata con l’aumento delle accise sulla benzina, come si legge nel testo della nuova normativa (decreto legge 34/2011): “Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a 236 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2011, e dal comma 3, pari a 45 milioni di euro per l’anno 2011 ed a 90 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013, si provvede mediante l’aumento dell’aliquota dell’accisa sulla benzina e sulla benzina con piombo, nonche’ dell’aliquota dell’accisa sul gasolio usato come carburante“.
Un provvedimento molto apprezzato dai gestori delle piccole sale cinematografiche, che hanno ritenuto questa tassa un forte rischio per la sopravvivenza stessa della loro attività: la forte concorrenza delle multisala, in aggiunta al sempre più diffuso fenomeno della pirateria online, avrebbero disincentivato molte persone dall’andare spesso al cinema.
La situazione difficile in cui versano le piccole sale è una realtà, come lo è il fatto che un sabato sera pizza + cinema impone una spesa sempre più difficile da sostenere. Una riflessione è tuttavia d’obbligo: tra una multisala che appartiene a una catena con sale in tutta Italia, e un piccolo cinema con un’unica sala, magari a gestione familiare e situato in un quartiere di periferia, dove preferireste andare?
Marta Traverso