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Nuovo Galliera e ospedale del Ponente: la discussione in Regione

Secondo l'assessore alla Salute, Claudio Montaldo, sono entrambe opere necessarie. Ma attualmente non ci sono le risorse economiche per consentire la loro realizzazione


17 Ottobre 2012Notizie

SanitariIeri in consiglio regionale si è discusso del futuro dell’ospedale Galliera – grazie ad un’interrogazione illustrata del consigliere di opposizione, Aldo Siri (Lista Biasotti) – ma il dibattito ha sfiorato anche il famoso ospedale del Ponente.
Il faraonico progetto del Nuovo Galliera – contestato dal Comitato dei cittadini per Carigano – è attualmente in stand-bye perché nell’aprile scorso una sentenza del Tar ha annullato la delibera di approvazione della variante urbanistica per la costruzione del nuovo ospedale.

«La sentenza del Tar mette in pericolo il piano economico-finanziario su cui si regge l’intera operazione – ha spiegato Siri – l’annullamento alla variante del PUC che consente il cambio di destinazione d’uso fa perdere agli immobili che il Galliera prevedeva di vendere quel valore aggiunto che avrebbe consentito una fonte di finanziamento necessaria alla realizzazione di parte dell’opera».
Questo stato di incertezza, secondo il consigliere «È aggravato dal timore che la Regione, in attesa di “smobilitare” i soldi già impegnati e finalizzati alla costruzione del nuovo Galliera, ipotizzi di “dirottarli temporaneamente” su altre strutture sanitarie. Mi risulta che Comune e Regione abbiano concordato la creazione di un tavolo nel quale discutere come utilizzare diversamente i fondi per il Galliera destinandoli ad altri progetti, ad esempio l’ospedale del Ponente».

L’assessore alla Salute, Claudio Montaldo, ha risposto così «La posizione della Giunta è molto chiara e si è sviluppata coerentemente in questi anni. Nel 2007 abbiamo redatto un piano per l’organizzazione ospedaliera che prevedeva un Galliera rinnovato e un nuovo ospedale del Ponente. Io credo che queste esigenze restino vive e che non si possano mettere in contrapposizione queste due opere, entrambe necessarie».
Per quanto riguarda l’ospedale di Carignano «Noi avevamo previsto che un terzo del costo doveva essere reperito dalla valorizzazione degli immobili del Galliera e un altro terzo da fondi reperiti dal Galliera direttamente – ha spiegato Montaldo – Nell’attuale stato delle condizioni normative non è per noi possibile aprire un mutuo per gli investimenti di 70 milioni sia per i tempi di rimborso, sia in rapporto al bilancio dell’ente». Inoltre, l’assessore ha ricordato «Oggi abbiamo due elementi nuovi: la sentenza del Tar, che ha reso impossibile l’alienazione degli immobili e ha fatto quindi venir meno un terzo del finanziamento; il decreto spending review che ha ristretto il numero di posti letto a 3 per 1000 abitanti. Questo determina una riduzione complessiva dei letti e, per il Galliera, l’obbligo di ridurre di una novantina di posti entro la fine dell’anno. Anche il progetto di nuovo Galliera dovrebbe, quindi, tenere conto di questo nuovo quadro normativo».
Poi Montaldo ha aggiunto «È indubbio che le risorse che a oggi sono a disposizione della Regione non sono sufficienti per garantire né il nuovo Galliera né un altro ospedale a Ponente». E però di lì a poco, non ha rinunciato a lanciare l’ennesima promessa che suona beffarda alle orecchie dei comitati che si battono per salvaguardare l’ospedale Micone di Sestri Ponente ed il Gallino di Pontedecimo «Per quanto riguarda l’ospedale del Ponente parte il confronto con il Comune per l’individuazione delle condizioni per uno studio di fattibilità, sulla localizzazione e poi sugli aspetti economici».

Mentre il Galliera deve essere rinnovato, perché nelle attuali condizioni non può durare vent’anni «Si può andare avanti per un po’ con piccoli interventi, ma prima o poi occorre pensare ad un intervento radicale e questo deve prevedere un intervento pubblico – ha concluso Montaldo – Nessuno può affermare a cuor leggero, infatti, che il pubblico può fare a meno della convenzione con questa struttura che ha 500 posti letto perennemente occupati e 2000 dipendenti. Chi la pensa diversamente deve dire come intende risolvere questi due problemini».

 

 

Matteo Quadrone

Foto di Daniele Orlandi


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