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Consiglio Comunale: un mutuo per la realizzazione di lavori pubblici

Sono state approvate in Consiglio alcune variazioni al piano triennale per i lavori pubblici a Genova. Alcune opere serviranno a ridurre il rischio di alluvione, ma è polemica sul nuovo indebitamento del Comune


17 Ottobre 2012Notizie > Rubriche

Nel corso della seduta del Consiglio Comunale di ieri (16 ottobre, ndr) si è parlato in modo approfondito del piano triennale dei lavori pubblici, in cui sono inseriti diversi interventi necessari per prevenire gli esiti nefasti delle alluvioni.
In particolare durante il Consiglio sono state approvate due variazioni ai documenti previsionali e programmatici 2012 – 2014 che prevedono, tra gli altri, interventi per l’allargamento del tratto finale del Fereggiano e la progettazione dello scolmatore che porterebbe all’immissione di questo rio all’interno del Bisagno.

Le modifiche apportate al piano triennale dei lavori pubblici derivano da un indebitamento contratto dal Comune di Genova  di circa 26 milioni di euro e hanno permesso l’aggiunta di alcuni lavori non previsti dal piano originale come quelli su Galleria Mazzini, sulla biglietteria della Fiera di Genova e proprio sulla progettazione dello scolmatore del Fereggiano.

Molti i dubbi sullo strumento scelto dall’amministrazione per finanziare questi interventi. Pdl e Udc hanno sottolineato il rischio, per un comune già fortemente indebitato, di contrarre un nuovo debito, benché sia  destinato ad opere importanti per la città. Inoltre i consiglieri di opposizione hanno sottolineato il rischio che l’indebitamento superi i limiti imposti dalla legge di stabilità.

La speranza iniziale dell’amministrazione comunale era quella di poter ottenere nuove risorse dalla dismissione degli edifici pubblici, ma le aste sono andate fino ad oggi deserte. E proprio su questo punto è intervenuto anche il Movimento 5 Stelle che ha evidenziato come l’andamento del mercato immobiliare non lasci sperare in un cambiamento di questa situazione nel breve termine.

Inoltre il centro-destra e il M5S hanno lamentato le modalità con cui è stata analizzata in commissione questa complessa delibera, stabilendo con una seduta di soli 90 minuti le opere prioritarie da realizzare – “non differibili” si legge sul documento  – e senza chiarire le condizioni a cui è stato contratto il nuovo debito .

Il Pd, invece, ha difeso la scelta della Giunta ribadendo che si è trattato di un “indebitamento buono” perché consente di investire su lavori pubblici utili per la città e di crescita del territorio. Al tempo stesso, osserva il capogruppo Farello, Genova è uno dei pochi comuni che negli ultimi anni è riuscito a ridurre progressivamente lo stock del debito, ragione per la quale è in grado di permettersi di contrarre un nuovo mutuo.

Al termine di una discussione molto approfondita in cui si sono chiarite le ragioni dei si e dei no a questa delibera di modifica del piano triennale dei lavori pubblici è giunto il voto che ne l’ha definitivamente approvata con 22 voti a favore (Pd, Idv, Lista Doria, Fds e Sel) e 10 contrari (Pdl, Lista Musso, M5S).

Limiti di indebitamento per gli enti locali: la legge 182 del novembre 2012, meglio nota come legge di stabilità, prevede che un Comune non possa contrarre debiti i cui interessi siano superiori all’8% delle entrate correnti del penultimo anno precedente (2010). Questa soglia si abbassa al 6% per il 2013 e 4% per il 2014.

Lo spettro dell’alluvione ha aleggiato in Sala Rossa per tutta la durata del Consiglio. Proprio nei giorni scorsi si è verificata una perquisizione degli uffici della Protezione Civile per verificare il corretto funzionamento della macchina dei soccorsi durante i tragici momenti che, a novembre dello scorso anno, hanno portato vittime e inondazioni a Genova.

Il Sindaco ha affrontato il tema delle indagini che, in questi giorni, hanno portato agli arresti domiciliari di un dirigente della Protezione Civile per la presunta manomissione  dei documenti che riportano lo svolgersi dell’esondazione del Fereggiano. Doria non ha voluto esprimere un giudizio nel merito, poiché gli accertamenti si stanno ancora svolgendo, ma  ha comunque precisato che non sarebbe giusto colpevolizzare tutti funzionari comunali, molti dei quali non hanno avuto comportamenti illeciti e, al contrario, hanno fornito un valido aiuto alle persone in difficoltà. In particolare ha sostenuto che «Non si vuole dare l’idea che bastino due colpevoli per dire che la situazione non si ripeterà più».

Il Sindaco, infatti, ha ribadito che la questione dell’alluvione è centrale per Genova e che per poter risolvere il rischio idrogeologico sono necessari due tipi di intervento. Il primo più strutturale di messa in sicurezza del territorio e dei corsi d’acqua, che deve passare anche attraverso la destinazione di cospicui fondi regionali e statali (centinaia di milioni di euro) per la realizzazione di opere come lo scolmatore del  Fereggiano e del Bisagno. Il secondo tipo di intervento riguarda, invece, il sistema della Protezione Civile, sul quale, indipendentemente dagli ultimi sviluppi, si stanno da tempo ipotizzando delle modifiche.

È chiaro, infatti, che i rischi legati  alle alluvioni hanno origini antiche alle quali la nuova amministrazione, come le precedenti, stanno cercando di dare una risposta operativa.

Federico Viotti
[foto di Diego Arbore e Daniele Orlandi]


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