Piazza San Matteo, con i suoi tipici palazzi in marmo e ardesia, è una delle piazze più antiche di Genova
Piazza San Matteo è stato il cuore di una delle più illustri famiglie genovesi, quella dei Doria. Consorteria e centro politico e di affari della famiglia, già nel 1125 il benedettino Martino Doria fece costruire una piccola Chiesa dedicata a San Matteo, patrono della famiglia perché gabelliere di professione (una delle principali attività dei Doria come pubblici ufficiali era appunto la riscossione di tasse indirette, dette gabelle).
Nel XIII secolo i Doria trasformano con nuovi e più grandi edifici questo loro centro strategico, la cui collocazione nel tessuto urbano medievale garantiva il controllo della città. Inizialmente il borghetto si estendeva da San Matteo sino alle Mura Carolingie, presso la porta di Serravalle (attuale zona di via Tommaso Reggio), controllando l’uscita della città da questa parte.
L’alternanza di marmo e ardesia (classiche facciate bianco nere del medioevo genovese) dei nuovi palazzi Branca Doria e Lamba Doria venne utilizzata anche per la chiesa completamente ricostruita nel 1278, arretrata e rialzata per gestire la pendenza del terreno e dare risalto alla facciata della Chiesa.
Nel 1308, dietro palazzo Branca Doria e attiguo alla chiesa, venne costruito il Chiostro, prestigioso centro della consorteria, splendido esempio di architettura medievale e dal 2004 sede dell’ordine degli Architetti. Nel 1486 l’ultimo dei palazzi doriani della piazza, quello che dopo il 1528 sarà donato ad Andrea Doria come Padre della Patria, sorge a sinistra del Lamba Doria sul lato antistante la chiesa.
Mecenate che introduce a Genova le nuove forme rinascimentali, la cui tomba è conservata nella cripta della Chiesa, Andrea Doria arricchì di marmi e affreschi la chiesa di famiglia e i palazzi affidandosi ad artisti del calibro di Luca Cambiaso e Giovambattista Castello.
Video di Daniele Orlandi
La congiura dei Fieschi e la vendetta di Andrea Doria
Andrea Doria è stata una delle personalità di maggior rilievo della storia genovese. Nobile della famiglia Doria, intraprese la carriera militare collezionando successi prima a terra e poi come marinaio condottiero fino ai settantanni di età. Già anziano, e da un ventennio al controllo della città, nel 1547 dovette affrontare la congiura dei Fieschi, celebre avvenimento della storia genovese. La congiura fallì in un solo giorno, con il condottiero dei Fieschi annegato e un nipote della famiglia Doria ucciso. La vendetta del principe Andrea Doria fu molto crudele. Il corpo di Gian Luigi Fieschi fu recuperato dal mare e lasciato a decomporsi sul molo per due mesi. I congiurati vennero messi a morte dopo un processo sommario e in piazza San Matteo vennero convocate le più alte personalità cittadine per assistere al giudizio. I beni dei Fieschi vennero espropriati, le loro roccheforti espugnate una ad una. Ebbe così fine il ruolo nella vita politica genovese di questa famiglia, l’unica delle quattro grandi a non avere grossi interessi nei commerci marittimi e nella finanza e che basava il suo potere sui grossi feudi dell’entroterra.
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