Il Tavolo per l'Agricoltura della Rete If (Istruzioni per il Futuro) presenta oggi alla Commissione Territorio del Comune di Genova un dossier articolato con osservazioni al Puc per il rilancio dell'attività agricola a Genova
“Campagna genovese: agricoltura o villette?”. Questo il titolo del dossier che oggi il Tavolo per l’Agricoltura della Rete If (Istruzioni per il Futuro – Rete ligure per l’altraeconomia e gli stili di vita consapevoli) presenta in udienza alla Commissione Territorio del Comune di Genova. Un dossier articolato in 18 punti (qui il pdf completo) che denuncia l’assenza di una programmazione urbanistica a tutela del territorio e dell’attività agricola: “[…] ove è presente un indice di edificabilità residenziale è molto difficile acquisire terreni per allargare un’azienda agricola o per aprirne una nuova. Si noti che se nel breve periodo l’edilizia fa “rendere” di più un terreno, l’agricoltura rinnova il proprio reddito ogni anno, dal momento che non consuma le risorse, anzi le attiva”.
Dito puntato, dunque, sul PUC in via di approvazione. Le osservazioni della Rete If invitano il Comune a prendere in considerazione il problema che limita più di ogni altro lo sviluppo dell’agricoltura nell’entroterra genovese, ovvero l’elevato prezzo dei terreni conseguenza diretta della possibilità di nuove edificazioni residenziali.
Le questioni sono affrontate in maniera documentata e rigorosa a sostegno della richiesta di criteri stringenti per ridurre il consumo di suolo, garantire l’accesso alla terra ai giovani, garantire l’accesso al cibo locale di qualità e preservare l’ambiente e la qualità della vita. Per ottenere questi importanti risultati, la proposta della Rete If parte dal “rilancio e valorizzazione del territorio agrario produttivo” senza prescindere dal mantenimento dell’impegno a edificare solo sull’esistente, in un’ottica di recupero e riutilizzo delle volumetrie esistenti, anche in stato di dismissione e abbandono.
Il rilancio dell’agricoltura, per la Rete If, è dunque tutt’altro che impossibile: “Con il nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 un giovane (fino a 41 anni) potrà accedere ad un premio di primo insediamento che potrebbe arrivare fino a 70.000 euro per avviare una nuova azienda agricola: se si riuscisse a rendere più mobile il mercato terriero potrebbero crearsi numerosi nuovi posti di lavoro”, si legge nel dossier.
E ancora: “[…]non siamo pregiudizialmente contrari alle edificazioni a fini non agricoli, semplicemente sottolineiamo le conseguenze perniciose dell’esistenza di un indice di edificabilità diffuso su gran parte del territorio oltre la “linea verde” (ovvero l’area situata a monte della fascia di edificazione prevista dal Puc lungo la costa, ndr). Non è qui il caso di entrare nello specifico delle convenzioni di presidio ambientale, spesso molto povere di contenuti, e dell’assenza di controlli. La nostra obiezione è più profonda e si allaccia all’idea centrale, legata al valore della terra: se si possono fare case a fini non agricoli, l’agricoltura non ha di fatto possibilità di insediarsi. Una scelta politica esclude dunque l’altra: o villette o agricoltura”.
[foto di Daniele Orlandi]