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L’America è sempre l’America: condizionati dall’industria di Hollywood

Declassato il dollaro, ma la notizia viene riportata timidamente dalla stampa europea, dalle nostre parti l'America è sempre l'America. Ecco i meriti dell'industria di Hollywood e dei B-movie made in USA


7 Novembre 2013Rubriche > Nice to meet you, English!

hollywood-universal-studios-DIUna decina di giorni fa l’agenzia di rating Dagong ha declassato il dollaro nel silenzio pressoché totale dei nostri organi di informazione (ho anche sentito un downgradato che mi ha fatto salire i brividi lungo la schiena). Un altro segnale di un’incrinatura che diventerà una crepa nel sistema di potere economico, finanziario e politico dominato dal mondo anglosassone.

Ma come mai, nonostante così tanti segnali più o meno evidenti, nella percezione dell’”uomo della strada” in Europa e nel mondo occidentale in generale, l’America è ancora e sempre l’America?

Oltre al ruolo giocato dai mezzi di informazione che tacciono volutamente o sono troppo sciocchi per riuscire a capire (probabilmente una commistione di entrambe le cose), un ruolo decisivo nell’affermazione del modello americano lo ha avuto, per decenni, l’industria di Hollywood.

Talvolta apparentemente seri, talvolta pacchianamente esagerati, i film made in USA che ci vengono propinati da anni hanno spesso il sottotesto: “Gli Stati Uniti sono i bravi e i loro nemici sono i cattivi da combattere”. Ovviamente non sto parlando del grande cinema americano di veri artisti quali Francis Ford Coppola o Martin Scorsese, per citare due dei più noti, ma mi sembra evidente che il cinema Stars & Stripes, in particolare quello dei cosiddetti B-movie, abbia avuto e abbia ancora un impatto molto forte dal punto di vista della propaganda. Sono i film che abbiamo visto per anni “per rilassarci” o “per staccare la spina dopo una giornata faticosa” quelli che, lentamente, ci hanno fatto interiorizzare e assumere come veri determinati stereotipi assolutamente falsi. Per esempio:

– gli USA sono i salvatori del mondo (pensate a Independence Day, in cui il Presidente statunitense in persona conduce l’attacco decisivo contro gli alieni);

– la legge è inefficiente e quindi è normale che alcuni individui, eroi o giustizieri, si pongano al di sopra di essa così come gli USA faranno nel resto del mondo. Il film dal titolo Dredd- La legge sono io è emblematico, così come Robocop, Cobra, Il Giustiziere della Notte, i film con i vari Arnold Schwarzenegger, Steven Seagal, ecc.;

– le popolazioni arabe sono legate a una visione barbara e incivile della società (il film-cartone animato Aladdin della Walt Disney si apre con una canzone che dipinge in modo becero il mondo arabo);

– il mondo socialista/comunista è popolato da individui indistinatmente cattivi e negativi, più simili a freddi automi che a esseri umani (Rambo III e Rocky IV, diretti da Sylvester Stallone, amico di Ronald Reagan che non a caso come Presidente USA coniò l’espressione Evil Empire per definire l’Unione Sovietica).

Alla luce di questo bombardamento tanto subdolo quanto continuo, non stupisce allora se, immediatamente dopo l’Undici Settembre, l’opinione pubblica occidentale in massa fosse pronta ad appoggiare un intervento militare massiccio in Medio Oriente senza nemmeno attendere che venisse svolta un’indagine seria, dato che le incongruenze riguardo a quell’evento erano e restano davvero tante. Allo stesso modo, non stupisce che negli Stati Uniti abbiano ancora così tanta influenza le lobby delle armi e le associazioni di possessori d’armi da fuoco quali la National Rifle Association, che dell’idea del “farsi giustizia da soli” fanno la propria bandiera… Ma tutto questo finirà: è solo una questione di capire quando esattamente. See you!

 

Daniele Canepa

[foto di Diego Arbore]


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