1 milione di firme per chiedere alla Commissione Europea di dichiarare l'acqua un diritto umano universale; a Genova i movimenti per l'acqua si appellano al Sindaco Marco Doria affinchè con un'ordinanza impedisca i distacchi dell'acqua ai cittadini morosi
È partita anche a Genova, Sabato 20 ottobre in Piazza De Ferrari, la raccolta firme promossa dalla Federazione europea dei sindacati del Servizio Pubblico (FESP) insieme a diversi gruppi e associazioni, per chiedere alla Commissione europea l’adozione di una normativa che riconosca tre principi fondamentali:
1) l’impegno da parte delle istituzioni dell’Unione europea e degli Stati membri a riconoscere e garantire a tutti i cittadini il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari;
2) l’esclusione della gestione dei servizi e delle risorse idriche dalle “logiche del mercato unico” e da qualsiasi forma di liberalizzazione;
3) il rafforzamento dell’impegno europeo nel mondo per garantire un accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.
Con il lancio del “Diritto di Iniziativa dei Cittadini Europei” almeno 1 milione di persone chiederanno alla Commissione Europea che l’acqua venga dichiarata un diritto umano e non una merce.
Attraverso questo nuovo, e finora unico, strumento di partecipazione diretta dei cittadini alla legislazione dell’Unione Europea – in vigore da aprile 2012 – cittadini, gruppi e associazioni hanno la possibilità di porre una questione all’ordine del giorno delle istituzioni europee, raccogliendo un milione di firme in almeno sette stati membri dell’Unione.
Il testo della petizione si può firmare anche online, sul sito http://www.acquapubblica.eu/
Ma non solo, in linea con lo stesso spirito, il Comitato genovese Acqua Bene Comune ed il sindacato FP-CGIL, si appellano al Sindaco Marco Doria affinché, con un’ordinanza, impedisca i distacchi dell’acqua ai cittadini morosi.
«Non si può in nessun caso interrompere la fornitura d’acqua alle utenze domestiche – spiegano i promotori dell’iniziativa in una nota – In tempo di crisi si moltiplicano i casi di distacchi di fornitura idrica, talvolta in situazioni di indigenza, irregolarità nella rilevazione dei consumi (contatori installati all’insaputa dell’utente) e persino in presenza di crediti dello stesso utente di valore superiore, come l’anticipo di garanzia o la quota di remunerazione ancora da rimborsare dopo oltre un anno dal referendum».
«Sono centinaia i condomini genovesi che, magari per un solo utente che non riesce a pagare la bolletta, sono minacciati in blocco di sospensione della fornitura – concludono Comitato e FP-CGIL – Il Sindaco deve provvedere al più presto con un’ordinanza (ai sensi dell’art. 50 comma 5 DLgs 267/2000) che impedisca il distacco della fornitura ai morosi, prima che un’emergenza di povertà diventi anche emergenza di igiene».
Matteo Quadrone