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Scolmatore del Bisagno: esclusa l’emissione di bond per finanziarlo

Il Comune di Genova ha chiesto una quota dei finanziamenti del Piano per le Città per realizzare il primo stralcio funzionale dell'opera, il cosiddetto


28 Novembre 2012Notizie

Ponte CarregaPer finanziare il primo stralcio funzionale dello scolmatore del Bisagno – l’opera pubblica di cui tanto si parla per dare finalmente una risposta al rischio idrogeologico che incombe sulla Val Bisagno, ma finora rimasta solo sulla carta, visti i costi astronomici per la sua realizzazione (circa 230-260 milioni di euro) – Giunta e Consiglio comunale (a maggioranza) bocciano la proposta di emettere obbligazioni di scopo comunali, i cosiddetti “bond”.

La richiesta è stata avanzata ieri in Sala Rossa dalla Lista Musso con un ordine del giorno presentato nell’ambito della discussione sulla mozione (anch’essa respinta) con la quale il Pdl sollecitava la realizzazione dello scolmatore chiedendo, tra l’altro, di audire in consiglio l’assessore regionale alle Infrastrutture (Paita), i parlamentari e gli eurodeputati liguri per verificare lo strumento dei bond. Bocciata anche la richiesta, sempre del Pdl, di vendere le farmacie comunali per destinare il ricavato allo scolmatore.

«L’emissione di prestiti obbligazionari deve essere garantita da un apposito patrimonio che resta vincolato per tutta la durata del prestito – ha spiegato l’assessore al Bilancio, Francesco Miceli – Considerando che il costo dello scolmatore è stimato in circa 230-260 milioni di euro e che il prestito dovrebbe durare 30 anni, il primo effetto sarebbe quello di bloccare, per tutto questo tempo, un patrimonio di tale valore. Inoltre, i prestiti obbligazionari sono equiparati all’indebitamento, quindi aumenterebbe l’indebitamento del comune e, per circa 30 anni, la spesa corrente aumenterebbe di circa 10-15 milioni all’anno necessari a pagare gli interessi. Diverso sarebbe se il Governo liberasse questa forma di indebitamento dai vincoli del debito ordinario».

L’assessore ai Lavori pubblici, Gianni Crivello, invece, ha ripercorso la recente storia «Il Piano per le Città previsto dal Governo è un’opportunità per Genova. Quando si è stabilito che le risorse complessive sarebbero state circa 240 milioni di euro (per tutta Italia, da suddividere tra i progetti selezionati) abbiamo deciso di indicare come priorità la Val Bisagno. Nei giorni scorsi io, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando e gli assessori regionali Paita (Infrastrutture) e Briano (Ambiente), ci siamo recati a Roma per incontrare i responsabili della cabina di regia incaricati di valutare e scegliere i progetti che godranno di una quota del finanziamento. Abbiamo avuto modo anche di parlare con il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, per sensibilizzare e sostenere la proposta dello scolmatore quale unica risposta al rischio idrogeologico nella nostra città».

Il costo dell’operà, però, è pari a 265 milioni di euro, di conseguenza «Il denaro che il Governo potrebbe indirizzare verso Genova non sarebbe comunque sufficiente a coprire la spesa – spiega Crivello – Ma per intervenire non possiamo attendere di avere a disposizione 265 milioni di euro. Chiediamo con forza al Governo di sostenerci, con una quota dei fondi del Piano per le Città, nella realizzazione del primo stralcio funzionale dello scolmatore (il cosiddetto “mini scolmatore”, ndr), costo stimato in 59 milioni di euro. Comune e regione sono pronti a metterci 5 milioni a testa quindi la cifra da recuperare scende a 49 milioni». 

Crivello mostra una maggiore apertura rispetto alla possibilità di finanziare il “mini-scolmatore”, ovvero il prolungamento della galleria di servizio dello scolmatore, in grado di captare l’acqua da tre affluenti del Bisagno (Fereggiano, Noce e Rovare), rendendola funzionale già prima della completa costruzione dello scolmatore.

«Per 49 milioni di euro l’indebitamento sarebbe inferiore – conclude l’assessore ai Lavori pubblici – ma prima di valutare la possibilità di ricorrere ai bond credo che valga la pena di aspettare le risposte che arriveranno da Roma visto che i finanziamenti del Piano per le Città dovranno essere decisi entro l’anno».

 

 

Matteo Quadrone

Foto di Daniele Orlandi


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