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Patto dei Sindaci: iniziativa europea per la riduzione delle emissioni

Il Patto dei Sindaci coinvolge attivamente più di 25 Comuni liguri, in un percorso verso la sostenibilità energetica e la lotta al cambiamento climatico attraverso interventi per migliorare la qualità della vita dei cittadini


5 Aprile 2013Notizie

Contrasto tra vecchio e nuovo a GenovaIl Patto dei Sindaci (Convenant of Mayors) è un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea per sensibilizzare città e Comuni sul tema della sostenibilità energetica e ambientale. L’iniziativa (preceduta dall’adozione da parte dell’Unione Europea del documento “Energia per un mondo che cambia” in data 9 marzo 2007) deve la sua denominazione al fatto che coinvolge direttamente i sindaci di vari Comuni dislocati su tutto il territorio nazionale e internazionale, i quali si assumono in prima persona l’onere di adottare misure per far fronte al cambiamento climatico in atto, con il miglioramento della situazione ambientale. Lanciato dalla Commissione il 29 gennaio 2008 nell’ambito della seconda edizione della Settimana europea dell’energia sostenibile, il Patto contava all’epoca l’adesione di un numero di Comuni (dalle piccole comunità, alle grandi realtà metropolitane) pari a circa 1600 (oggi già più di 4 mila), di cui 20 sono capitali europee. Al programma aderiscono, inoltre, anche numerose città di paesi non membri dell’UE, con una mobilitazione totale di oltre 140 milioni di cittadini. Grazie al progetto, le amministrazioni locali hanno l’opportunità di impegnarsi concretamente nella lotta al cambiamento climatico attraverso interventi che modernizzano la gestione amministrativa e influiscono positivamente sulla qualità della vita dei cittadini: lo scopo principale è quello di raggiungere gli obiettivi europei denominati “20-20-20”, per una riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera di almeno il 20% entro il 2020 e un contestuale aumento dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile.

Anche la città di Genova ha aderito a quest’iniziativa, che coinvolge oltre ai Sindaci dei 25 Comuni aderenti, anche Provincia e Unione Europea. In primis, a ciascuna amministrazione comunale viene chiesto l’avvio di un percorso energetico-ambientale, seguito da un’attenta pianificazione e dal monitoraggio dei risultati fino al termine del progetto, previsto per il 2020. Altro soggetto, la Provincia di Genova, che ha sottoscritto un accordo bilaterale con la Commissione Europea ed è stata nominata Coordinatore Territoriale (Struttura di Supporto) del Patto dei Sindaci, con il compito di aiutare i vari Comuni nel loro iter. Il tutto sotto l’occhio vigile del terzo partner, l’Unione Europea. Entro un anno dall’adesione, i Comuni devono predisporre il PAES (il Programma di Azione per l’energia Sostenibile) e iniziare a tutti gli effetti il loro percorso verso una maggiore sostenibilità.

L’iniziativa ha, fino ad ora, riscosso ampio successo e vasta eco su tutto il territorio nazionale: i comuni italiani che hanno presentato i loro PAES sono molti, da Maranello e Torino, passando per Pesaro, Urbino, fino a Fano e Ancona. Per quanto riguarda il caso specifico della Liguria, i firmatari sono: Arenzano, Camogli, Campo Ligure, Campomorone, Casarza Ligure, Ceranesi, Cogoleto, Davagna, Genova, Lavagna, Leivi, Masone, Mele, Moneglia, Montoggio, Neirone, Recco, Ronco Scrivia, Rossiglione, San Colombano Certenoli, Serra Riccò, Sestri Levante, Tiglieto, Tribogna, Uscio.

Dario Miroglio, responsabile del progetto per la Provincia di Genova, ci racconta cos’è il Patto dei Sindaci. «Ci stiamo muovendo su tre linee di intervento: nel settore pubblico, intervenendo sugli edifici amministrativi (riducendo i consumi complessivi di circa l’1, 2%), su quello sia pubblico  che privato, investendo sulla produzione di energia rinnovabile mediante l’adozione di solare termico e del fotovoltaico, e su quello privato, a livello condominiale. L’interesse principale è per gli edifici: abbiamo stilato un inventario con le emissioni provinciali di CO2 e abbiamo constatato che da soli gli edifici sfiorano un livello di emissioni pari alla metà del totale provinciale. Per questo, abbiamo iniziato ad agire sugli edifici della pubblica amministrazione, caso pilota per invogliare anche i privati a intraprendere lo stesso percorso. Poi ci siamo rivolti al privato: in collaborazione con Legambiente, abbiamo favorito l’acquisto del solare e la creazione di gruppi per il supporto tecnico ai cittadini. Per quanto riguarda i condomini, abbiamo iniziato un percorso di intervento in sinergia con Camera di Commercio e Carige: abbiamo creato un fondo di garanzia per ovviare alla mancanza di fondi e permettere alle aziende appaltatrici di realizzare interventi energetici sofisticati, senza obbligare i residenti all’esborso diretto. Le aziende sono pagate tramite il fondo di garanzia provinciale, e la Provincia ottiene indietro i soldi anticipati, grazie ai risparmi in bolletta conseguenti agli interventi. Un sistema complesso, una rete di progetti, un articolato interscambio di competenze su più livelli amministrativi: nonostante la scarsa informazione e l’arretratezza italiana sul tema del risparmio energetico, siamo fiduciosi e stiamo andando nella giusta direzione».

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IL PROGETTO

Questo l’iter da seguire: per prima cosa, i Comuni firmatari si impegnano a presentare all’amministrazione comunale il proprio Piano d’azione, che interessa l’intero territorio cittadino e deve includere proposte concrete – riguardanti sia il settore pubblico sia quello privato- per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. In seguito all’approvazione da parte del consiglio comunale, i Piani devono essere inoltrati entro un anno dalla firma del Patto. Tra i temi che devono essere presi in considerazione: ambiente urbanizzato (inclusi edifici di nuova costruzione e ristrutturazioni di grandi dimensioni); infrastrutture urbane (teleriscaldamento, illuminazione pubblica, reti elettriche intelligenti); pianificazione urbana e territoriale; fonti di energia rinnovabile decentrate; politiche per il trasporto pubblico e privato; mobilità urbana. Il Patto prevede un momento di interazione diretta tra amministrazioni e cittadini-consumatori-aziende e, più in generale, la partecipazione della società civile, coinvolta direttamente e invitata ad adottare comportamenti intelligenti in fatto di energia.

Nel caso del capoluogo ligure, la Provincia di Genova si occupa attivamente di seguire il processo di sviluppo di PAES, favorendo varie attività di supporto ai Comuni tramite i suoi uffici o la propria Fondazione Muvita, adibita all’attuazione delle politiche del risparmio e dell’efficienza energetica. Principalmente, la Provincia svolge un ruolo di supervisore e di promotore attivo, attraverso la redazione pratica di PAES, non per il Comune di Genova ma per quelle aree più piccole e con più problematiche nell’approccio al tema energetico. Inoltre, si occupa della promozione di gruppi di acquisto solare (GAS) e audit energetici gratuiti per i condomini (in collaborazione con Legambiente), della ricerca di fondi per lo sviluppo di sistemi di gestione dell’energia a livello comunale e, con i risparmi ottenuti da queste politiche di riduzione energetica, promuove progetti autofinanziati di riqualificazione ambientale del patrimonio comunale. È prevista anche l’organizzazione di energy days e altri progetti affini (FamiglieSalvaEnergia, Pedibus, Rete ERRE di sportelli informativi comunali sull’energia intelligente, Go Renewable, “Il clima cambia, cambiamo anche noi!”), per la comunicazione e sensibilizzazione della cittadinanza nei confronti dell’iniziativa. Con le amministrazioni comunali, nell’aprile 2012 la Provincia di Genova ha siglato un Protocollo d’Intesa e formato un Comitato di Coordinamento.

Genova vista da Apparizione«Il nostro è un lavoro abbastanza complicato e articolato – continua Miroglio – si pensi solo al fatto che oggi i Comuni liguri firmatari sono circa 25, alcuni anche molto piccoli, mentre altri sono più consistenti. C’è grande differenza tra le varie realtà interessate nel progetto, e bisogna tenerne conto: ci sono per esempio Comuni dell’entroterra, e altri costieri, e va da sé che ognuno sia un caso a parte, con determinate esigenze e con diversa disponibilità di risorse. Nostro compito è aiutare soprattutto le realtà più piccole (quindi, con l’esclusione del comune di Genova, tra i pochi in grado di lavorare autonomamente e proficuamente) e meno sensibilizzate riguardo al tema del risparmio energetico, organizzando eventi conoscitivi per invogliare Sindaci e cittadinanza ad adottare misure di risparmio e realizzando i PAES per i singoli Comuni. Da parte loro, i Sindaci hanno il compito di evidenziare realtà particolari e criticità su cui intervenire».

Il progetto è stato intrapreso dall’amministrazione ligure ormai dal 2008 e sembra avviarsi senza intoppi vero la deadline del 2020. Lunedì 24 giugno 2013, in occasione della Settimana Europea dell’Energia sostenibile, si terrà come ogni anno a Bruxelles la quarta edizione della Cerimonia di firma del Patto dei Sindaci: la cerimonia, che consente ai nuovi firmatari di incontrare i vertici delle istituzioni europee e dare visibilità al loro impegno, rappresenta un’occasione per fare il punto sui traguardi raggiunti e dibattere sui possibili sviluppi futuri, alla presenza di rappresentanti vari (Commissari europei, deputati, sindaci, amministratori nazionali, regionali e locali), Direzione generale per l’Energia della Commissione Europea, Agenzia Esecutiva per la Concorrenza e l’Innovazione (Eaci) e Ufficio del Patto dei Sindaci.

 

Elettra Antognetti

[foto di Daniele Orlandi e Diego Arbore]


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