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Grecia: il lato oscuro della crisi si chiama FMI

La crisi della Grecia analizzata da un punto di vista differente, quello dell'illegalità del debito e dei ricatti del Fondo Monetario Internazionale


15 Novembre 2011Inchieste

Crisi in GreciaLa Banca Centrale Europea ha dichiarato qualche tempo fa tutta la sua insoddisfazione, rilevando che i movimenti in negativo del mercato dei titoli di stato UE “sono imputabili principalmente all’incertezza relativa al programma di risanamento del governo greco e alle prospettive di una ristrutturazione del debito greco”.

Nel nostro paese si sentono e si leggono più volte le dichiarazioni di illustri giornalisti e politici dichiarare “speriamo di non finire come la Grecia“. Un’affermazione che sinceramente mi infastidisce ogni volta che la odo, primo perché mi pare miope e provinciale, secondo perché sulla crisi greca ci sono troppi aspetti poco chiari e, soprattutto, mai approfonditi.

Qualcuno ha mai sentito parlare di “debito detestabile“? Si tratta di un debito che i cittadini non sono tenuti a pagare perché “illegale”. E di ipocriti ricatti del Fondo Monetario Internazionale (FMI), della Banca Centrale Europea (BCE) e delle singole potenze europee? Niente di niente.

Eppure Francia e Germania prestano soldi alla Grecia a patto che quest’ultima non blocchi le importazioni di armamenti dalla Germania e di aerei militari dalla Francia. Così la Grecia incassa e distribuisce ai ricattatori, un paese in balia del FMI che ormai si è sostituito alla politica interna.

E a pagare sono ovviamente i greci, che subiscono da più di un anno tagli impressionanti, necessari per soddisfare le richieste di FMI e BCE: tali richieste, però, sono in gran parte ILLEGALI. C’è qualcuno che lo grida?

Ad Atene si, migliaia di persone in piazza, intellettuali e giornalisti chiedono la cacciata degli uomini del FMI e la verità sulla natura di questo debito, ma dalle nostre parti la notizia arriva un po’ distorta… e sembra che tutti ora stiano cercando di prodigarsi per aiutare questo Stato poverino, spendaccione e sconsiderato, oppure si ci augura di vederlo ribollire nel suo brodo, senza che la pentola trabocchi.

IL PRECEDENTE – Una situazione molto simile è accaduta in Ecuador nei primi anni del 2000 e alcuni degli uomini del FMI che sbarcarono in Ecuador per “aiutare” il paese a ripagare i debiti contratti oggi li ritroviamo nelle aule del Parlamento di Atene. L’ascesa politica del nazionalista ecuadoriano Correa, attuale presidente della Repubblica, ha favorito la cacciata degli operatori del FMI attraverso l’istituzione di una Commissione di Controllo Logistico composta da economisti di tutto il mondo non soggiogati agli interessi internazionali. Il debito ecuadoriano è stato dichiarato illegale e da ormai quasi dieci anni l’Ecuador ha rialzato la testa migliorando le condizioni di vita dei suoi cittadini con lauti investimenti su sanità e istruzione. Fino a quel momento l’80% dei ricavi dello Stato venivano prelevati dall’FMI, il 20% dopo la rivoluzione di Correa.

Il popolo greco sceso in piazza sa che l’istituzione della Commissione è impossibile sino a che non verranno strappati dalle poltrone gli attuali governatori, semplici burattini guidati dai potenti creditori. Anche in Grecia quindi, come in Siria e nord Africa, c’è un dittatore da sconfiggere e allontanare: il Fondo Monetario Internazionale.

Per approfondire il tema del “debito detestabile” consiglio il documentario Debtocracy realizzato dai giornalisti Katerina Kitidi e Aris Hatzistefanou che indaga sulle cause della crisi finanziaria greca legata al debito pubblico.

Ecco il documentario con i sottotitoli in italiano.

Gabriele Serpe


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