Era Superba magazine online dedicato alla città di Genova. Notizie, inchieste e interviste, video e rubriche di approfondimento

  • Home
  • Notizie
  • Approfondimenti
  • Ambiente
  • La città che cambia
  • Interviste
  • Editoriali
  • Seguici
    • Facebook
    • Twitter
    • RSS Feed
    • LinkedIn
    • Youtube

Amici Ponte Carrega, lettera a Renzo Piano contro la cementificazione

L'associazione che ha salvato l'antico ponte dalla demolizione si rivolge al neo senatore a vita per fermare i nuovi progetti di cementificazione in Val Bisagno


19 Settembre 2013Notizie

Ponte CarregaUna lettera aperta per segnalare il rammarico dei cittadini nei confronti delle amministrazioni locali ed invitare l’architetto genovese e neo senatore a vita, Renzo Piano, a prendere posizione contro scelte che rischiano di compromettere un territorio delicato come quello della Val Bisagno. L’iniziativa è degli “Amici di Ponte Carrega”, associazione nata spontaneamente circa un anno fa per difendere il ponte più antico della vallata, destinato all’abbattimento secondo un progetto che aveva già ottenuto alcune approvazioni, ma salvato in extremis grazie alla mobilitazione dei cittadini. Oggi Ponte Carrega è vincolato dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Liguria.

«A due anni dalla drammatica alluvione del 4 novembre 2011 vorremo invitare il mondo della cultura, ed in particolare il nostro concittadino e neo senatore a vita Renzo Piano, a dare una risposta alle nostre domande – scrive l’associazione – Vorremo invitarvi a riflettere come da quei giorni la tendenza a una mitigazione del rischio idrologico non sia mai partita e anzi si sia aggravata con situazioni paradossali». Una tendenza all’aumento della cementificazione selvaggia e del consumo di suolo indiscriminato che, secondo l’associazione «Non ha precedenti recenti nella storia della nostra urbanizzazione. Uno strano modo di procedere nonostante si tratti di un territorio dichiarato a grande rischio idrogeologico e per questo, dopo i fatti del 4 novembre 2011, è stato proclamato lo stato di emergenza. Questi comportamenti sono spregiudicati e presto o tardi porteranno ad altre devastazioni e tragedie».

«A differenza della zona colpita dal torrente Ferreggiano, il nostro quartiere il 4 novembre 2011 non ha avuto vittime, per questo forse non è salito alla ribalta della cronaca e all’attenzione dei media – spiegano gli Amici di Ponte Carrega – Nonostante ciò la devastazione è stata feroce e molte delle nostre case sono ancora oggi soggette a un’ordinanza di sgombro in caso di allerta meteo ti tipo I e II».
Ma la stessa amministrazione che ha pianto i sei morti «Poco dopo ha promosso e continuato ulteriori interventi di trasformazione, titoli edilizi e progetti, che prevedono opere di cementificazione e sbancamenti nelle stesse colline a rischio idrogeologico – sottolinea l’associazione – Nemmeno l’attuale amministrazione ha fermato questi interventi concedendo, sei mesi dopo, il titolo edilizio per un enorme centro commerciale nella valletta del torrente Mermi».
L’edificio in costruzione nella valletta del torrente Mermi «Sarà grande quanto due transatlantici come il RMS Titanic e il suo gemello Olympic, un edificio di enormi proporzioni, con una lunghezza di circa 300 m. per 60 m. e 40 m. di altezza, 49.000 mq. di superficie utile destinata a commerciale e artigianale».

E non è tutto, perchè ci sono altre storie da raccontare, altri progetti di edificazione nella vallata. «In questi giorni il gruppo Talea, braccio immobiliare Coop Liguria, ha proposto un progetto di allargamento del suo centro commerciale nelle aree che si affacciano sul Bisagno – raccontano gli Amici di Ponte Carrega – Il progetto prevede di edificare un albergo alto 35 m. e una grande galleria commerciale con sopra un enorme parcheggio tra cui uno di interscambio, di cui abbiamo forte criticità sulla sua reale funzione, ma che dovremo pagare noi scorporandolo dagli oneri di urbanizzazione».
Il progetto, pur essendo così impattante «Secondo i proponenti riduce i volumi edificabili rispetto alla destinazione d’uso originale che il Comune aveva concesso prima della vendita delle aree – continua l’associazione – Una considerazione apprezzabile ma in ogni caso ugualmente inquietante. Questa operazione devasterà ulteriormente il quartiere e quel poco che rimane della sua quiete e del suo storico paesaggio. L’edificio, infatti, incombe sotto la collina della Chiesa di S. Michele di Montesignano e del suo storico borgo».

«Una domanda sorge spontanea al nostro senatore a vita Renzo Piano: come ha potuto tacere o non prendere una posizione netta nei confronti di questi devastanti interventi di trasformazione dopo i fatti del 4 novembre 2011? – conclude l’associazione – Il tacere del grande architetto si configura ancora più grave se si considera che è stato uno dei maggiori consulenti dell’urbanistica della scorsa amministrazione».

 

Matteo Quadrone


  • iniziative
  • tweet
Potrebbe interessarti anche
  • Delibere di iniziativa popolare, il regolamento è in vigore. A dicembre in commissione le tre proposte respinte
    Delibere di iniziativa popolare, il regolamento è in vigore. A dicembre in commissione le tre proposte respinte
  • TEDx sbarca al Porto Antico, “idee che vale la pena diffondere”: dietro le quinte del primo convegno genovese
    TEDx sbarca al Porto Antico, “idee che vale la pena diffondere”: dietro le quinte del primo convegno genovese
  • AZ Genova, l’alfabeto civico: in viaggio per la città fra provocazione e degrado
    AZ Genova, l’alfabeto civico: in viaggio per la città fra provocazione e degrado
  • Segni nel fango: un’asta benefica e un libro di illustrazioni per gli alluvionati genovesi
    Segni nel fango: un’asta benefica e un libro di illustrazioni per gli alluvionati genovesi
Altri articoli di questa categoria
  • Ripresa e resilienza? Meno pubblico e più privato. Ma le concessioni balneari non le tocca nessuno
    Ripresa e resilienza? Meno pubblico e più privato. Ma le concessioni balneari non le tocca nessuno
  • Un anno di corsie ciclabili, ma la guerra per lo spazio urbano non è finita: in che città vogliamo vivere?
    Un anno di corsie ciclabili, ma la guerra per lo spazio urbano non è finita: in che città vogliamo vivere?
  • Potenza e fragilità della globalizzazione: ciò che svela il blocco di Suez
    Potenza e fragilità della globalizzazione: ciò che svela il blocco di Suez
  • Rotta balcanica e le responsabilità europee: intervista a Brando Benifei
    Rotta balcanica e le responsabilità europee: intervista a Brando Benifei

Lascia un Commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libri

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

Ludovica Squadrilli ci racconta come si possano intrecciare socialità e impegno civico
‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

Editoriali

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Cosa è cambiato in questi anni, e cosa è rimasto uguale: decine di viadotti arrivati a fine vita, per i quali "manca solo la data del decesso"
Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Genova Anno Zero: Ponte Morandi

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

A cinque anni dal crollo la città è ancora sotto l’ipnosi di una rinascita che non c’è
Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Ne demolissero altri cento

Ne demolissero altri cento

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Seguici su Twitter e Facebook

Tweets von @"Era Superba"

Archivio Articoli

Era Superba - Copyright © 2025 | Codice ISSN 2281-471X
  • Contatti
  • Redazione
  • Privacy
  • Archivio Rivista