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Valpolcevera: i parcheggi invadono via Campomorone

Uno già costruito, altri due in corso di realizzazione, tutti insistono sul medesimo versante collinare in una zona a rischio dissesto idrogeologico


3 Gennaio 2012Inchieste

 

Tre nuovi box interrati nel giro di 1 Km. Accade in via Campomorone, in Valpolcevera, la nuova frontiera per scatenati immobiliaristi pronti a mettere in vendita i posti auto ancor prima di costruirli. Lungo la strada che da Pontedecimo conduce a Campomorone spuntano cartelli di società immobiliari polceverasche che annunciano “Vendesi box”. E dove fino a poco tempo fa c’erano orti e fasce oggi si lavora alacremente nei cantieri.

Peccato che i recenti sbancamenti insistano proprio alle falde della collina su cui sorge il paese di Cesino, una zona da sempre considerata a rischio di dissesto idrogeologico. Parliamo di un versante collinare composto da argilloscisto, rocce decisamente friabili come è facile notare anche ad occhio nudo.

L’autorimessa in costruzione che incontriamo per prima, in direzione Campomorone, dovrebbe concludersi nel febbraio 2012.  Impressiona lo sbancamento che sarà di almeno 40 metri di altezza, ma pure i blocchi di cemento aggrappati con i tiranti al terreno superstite, fanno paura. Appena sopra, alcune abitazioni, incombono a strapiombo sui futuri parcheggi. La società immobiliare Il Ponte mette in vendita un numero imprecisato di posti auto. Il progettista è la società Omnia srl. Nel cartello delle autorizzazioni non sta scritto nessun recapito telefonico.

Il paradosso è che a neppure cento metri si trova il civ. 31, un immobile a cui da anni è stata revocata l’agibilità perché segnato profondamente da vistose crepe – che fra l’altro raggiungono la strada carrabile incrinandone l’asfalto – e che oggi finalmente è sottoposto alla necessaria messa in sicurezza. Ma un motivo ci sarà se la casa, per lungo tempo, è rimasta inagibile. Evidentemente il pericolo esiste.
Come denuncia il circolo di Rifondazione comunista della Valpolcevera “In pochi mesi assistiamo allo stravolgimento di un equilibrio millenario – spiega Ennio Cirnigliaro – eppure ormai la gente pare abituata a questo processo di trasformazione e non si scandalizza più”.

Il secondo progetto è in corso di realizzazione sotto il ponte ferroviario della tratta Genova – Milano. Qui la società di costruzioni Caneva srl di Serra Riccò costruisce e mette in vendita 34 box interrati. I lavori partiti a luglio dovrebbero concludersi nel luglio 2013. Lo sbancamento del terreno arriva fin sotto le fondamenta dei pilastri del ponte, risalenti al 1889. Fra l’altro ci troviamo a pochi metri da un piccolo rivo e dal passaggio di una tubatura della Iplom. Ma a preoccupare è anche la possibile influenza delle vibrazioni provocate dal passaggio dei treni.
“Questo è un progetto risalente al 1990, da noi ripreso recentemente – spiega il progettista Paolo Malerba – Abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie da parte delle Ferrovie dello stato. I carotaggi hanno permesso di verificare che le fondamenta dei pilastri giungono fino a 16-17 metri di profondità. Non c’è nessun pericolo perché il progetto box prevede due piani di circa tre metri di altezza, quindi al massimo scendiamo a 6 metri di profondità. Gli scavi hanno insistito sulla terra di riporto che all’epoca della costruzione del ponte era stata sistemata in prossimità dei pilastri”.

Infine l’ultimo complesso di box si trova in prossimità di Campomorone, ormai concluso e i posti auto già venduti, è forse quello che incute minore timore visto che gli scavi sono stati più contenuti.

Restano i dubbi sull’effettiva compatibilità di opere invasive che distano alcune centinaia di metri una dall’altra e insistono tutte sul medesimo versante collinare. Spesso infatti sorge il dubbio che le istituzioni pubbliche rilascino autorizzazioni quasi ad occhi chiusi, per poi magari ripensarci quando è troppo tardi.

Matteo Quadrone



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