I numeri impietosi del mercato del lavoro fotografano un paese in difficoltà, una depressione che coinvolge anche le grandi città
Lo aveva detto Maurizio Maggiani ai nostri microfoni qualche tempo fa… “la vecchia Superba ha un po’ di catarro, no?!” Beh, è giusto ricordare e premettere che non siamo certo l’unica città italiana in difficoltà in questi albori XXI secolo, ma la situazione economica e sociale della città fotografata quest’oggi dal segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana Ivano Bosco, mette in luce la preoccupante fragilità del mercato del lavoro che contraddistingue la città di Genova.
Se prendiamo in esame il 2010 il lavoro flessibile è stata l’unica tipologia di assunzione in aumento, del 26% sul 2008 e del 12 % sul 2009. Parallelamente i contratti a tempo indeterminato sono diminuiti negli stessi anni del 26% e del 15%. In questo periodo soltanto il 20% dei contratti instaurati è stato a tempo indeterminato.
Facciamo un salto di un anno e analizziamo alcuni dati relativi al 2011: le nuove domande di disoccupazione e mobilità raccolte dall’INPS sono state 12.275, la cassa integrazione in deroga ha coinvolto 277 aziende di cui il 36% ne ha usufruito per la prima volta e i lavoratori che nel 2011 hanno usufruito di una qualche forma di cassa integrazione sono 4.400. Facendo una rapida stima, la perdita nelle tasche di ognuno di questi lavoratori nell’anno è quantificabile nell’ordine degli 8.000 euro.
“Il 2012 rischia di avere dati ancora più negativi – ha dichiarato Ivano Bosco – perché non è pensabile uscire da una fase depressiva, con politiche depressive, di tagli, che colpiscono sempre i soliti noti”