I lavoratori prendono d’“assalto” palazzo Tursi per chiedere l’intervento della politica, ma l’amministrazione non può prendere decisioni sul momento, può solo promettere di analizzare la situazione...
Anche la seduta consiliare di ieri (23 ottobre 2012, ndr) è stata caratterizzata da una lunga interruzione di circa due ore per dare udienza ai rappresentanti di tre realtà locali che – insieme a molte altre – stanno subendo i colpi della crisi economica: le società appaltate dell’Iren, l’Ospedale San Carlo di Voltri e l’Amiu. Una crisi in cui si intrecciano le difficoltà dei privati e i tagli della spesa pubblica, avendo come effetto finale una probabile perdita di altri posti di lavoro.
Non è di certo la prima volta dall’insediamento della nuova giunta che i lavoratori di aziende pubbliche o private fanno giungere il proprio grido d’allarme fino all’interno della sala consiliare. Era successo già a luglio, quando alcuni dipendenti dell’Amiu Bonifiche avevano fatto irruzione a Palazzo Tursi, raggiungendo persino i banchi dei consiglieri per protestare contro i licenziamenti di alcuni lavoratori stagionali. Era successo in modo plateale anche con la protesta dell’azienda dei trasporti AMT per l’ipotesi di privatizzazione avanzata dal Comune per evitarne fallimento. Infine, l’episodio più eclatante si è avuto poco più di due settimane fa quando – come testimoniano anche i nostri live tweet – i lavoratori della Polizia Municipale erano stati in grado di bloccare i lavori del Consiglio in due occasioni facendo terminare le attività consiliari solo a tarda notte.
In realtà nonostante l’importanza degli argomenti trattati ieri pomeriggio a Palazzo Tursi (l’inchiesta sui fatti dell’alluvione del 2011, la possibile vendita dell’Ansaldo e il trattamento finale dei rifiuti a Genova) la vera notizia è un’altra. Qualcosa non sta funzionando nello svolgimento regolare dei lavori del Consiglio Comunale. E non è tanto perché anche ieri – come in altre occasioni – dopo sei ore di seduta non si fosse ancora conclusa la discussione del primo punto all’ordine del giorno, ma perché molto spesso questi ritardi e interruzioni stanno impedendo di affrontare tutti gli argomenti previsti dallo stesso ordine del giorno. E allora qual è il valore di questa programmazione dei lavori se poi non viene rispettata? I temi che vengono rimandati ad una successiva riunione sono sempre rinviabili o ne possono derivare degli effetti negativi per i cittadini?
La posizione del Sindaco Marco Doria su questo tipo di “emergenze” è nota, poiché in più occasioni ha ribadito che l’amministrazione comunale ha intenzione di dialogare con tutti e di aprire le proprie porte al disagio dei cittadini per evitare che la tensione, già elevata, aumenti ulteriormente. Al tempo stesso il primo cittadino ha anche spesso criticato quei comportamenti che hanno costretto ad interrompere il normale svolgimento dei lavori del Consiglio. Ieri, per la verità, nessuno ha fatto irruzione in aula e in nessun modo è stato impedito ai consiglieri e alla Giunta di proseguire nella discussione. Tuttavia, il tempo dedicato dai capigruppo ad incontrare i vari rappresentanti dei lavoratori ha obbligato a chiedere una sospensione dei lavori. Inoltre, come si è già verificato anche nelle occasioni precedenti, questi incontri non hanno prodotto risultati significativi, poiché, comprensibilmente, l’amministrazione non ha la possibilità di prendere decisioni o risolvere problemi seduta stante per rispondere alle ansie dei lavoratori. I problemi sono ben più complessi e, come sostiene spesso il Sindaco, vanno approfonditi. Spesso quindi le commissioni dei capigruppo che ricevono i lavoratori non possono fare molto di più di accogliere le motivazioni della protesta e promettere loro di analizzare nel dettaglio la situazione per trovare delle soluzioni. Ciò è dimostrato anche dal fatto che spesso le vertenze si ripetono nel tempo e che nella seduta di ieri i capigruppo non abbiano nemmeno relazionato in aula i temi toccati con i lavoratori né in che modo la politica comunale intenda affrontare le vertenze emerse.
Il fatto che si stiano creando dei problemi di efficienza ed efficacia nella macchina Comunale – con ricadute negative su tutti i cittadini – appare ormai chiaro anche all’interno dello stesso Consiglio. E non si tratta solo di una critica mossa dall’opposizione verso la Giunta e la maggioranza, visto che lo stesso Presidente Guerello (Pd) ha ammesso la necessità di individuare un giorno alternativo a quello in cui si svolge il Consiglio Comunale per accogliere eventuali delegazioni di lavoratori.
Se è condivisibile che la politica cerchi di essere il più possibile vicina alle esigenze e alle preoccupazioni dei cittadini, dobbiamo pensare però che difficilmente tutte le categorie potranno essere rappresentate presso gli organi istituzionali in modo equo. Per esempio i giovani precari, che non dispongono di alcuno strumento di persuasione nei confronti della politica cittadina – e nazionale -, difficilmente potranno svolgere un’azione come quella portata avanti da lavoratori pubblici o privati di medie e grandi aziende, dotati di una forte capacità di mobilitazione. Anche per questo è giusto che la politica sappia definire in modo più autonomo le proprie linee di intervento, dedicandosi alle emergenze, ma senza perdere di vista la globalità della propria azione.
Ordine del Giorno (odg): nel diritto italiano l’ordine del giorno è un documento in cui vengono elencati gli argomenti che verranno trattati durante un’assemblea e viene definito anche il loro ordine di discussione. Secondo l’articolo 17 del Regolamento del Consiglio Comunale di Genova, questo documento viene predisposto dal Presidente, ma può essere modificato su proposta motivata dei consiglieri, della Conferenza Capigruppo e dal Sindaco. Il termine ordine del giorno viene utilizzato anche per indicare le proposte che, durante la discussione di una delibera, vengono avanzate dai consiglieri per impegnare la Giunta a svolgere una specifica azione collegata all’argomento della delibera in oggetto. |
Federico Viotti
[foto di Daniele Orlandi]
Commento su “Consiglio Comunale, interruzioni e confusione: qualcosa dovrà cambiare”