Attualmente il servizio di ginecologia-ostetricia è stato trasferito alla Foce; nel prossimo futuro potrebbe essere la volta di pediatria. Nonostante le rassicurazioni di Regione e Asl3, ridimensionata l’assistenza consultoriale sul territorio
Nel popoloso quartiere del Lagaccio il consultorio di zona rappresenta un fondamentale presidio socio-sanitario, il cui ruolo a favore dell’utenza più fragile – bambini, madri, giovani, famiglie, italiani e stranieri – è particolarmente apprezzato dagli abitanti. Parliamo di un luogo per sua natura deputato all’educazione sessuale, all’assistenza durante tutta la gravidanza, all’applicazione della legge 194 sull’aborto volontario, ma anche a dare sostegno, assistenza psicologica e legale nei momenti difficili della relazione di coppia. Inoltre, presso la “storica” struttura di via del Lagaccio (attiva fin dai primi anni ’80), opera il servizio di prevenzione del disagio e di medicina preventiva di comunità con competenza su 6 istituti comprensivi e 6 asili comunali; si svolgono corsi per l’allattamento, per il massaggio dei neonati, corsi per le coppie, pre-nascita e post-nascita.
Senza dimenticare la presenza di numerose professionalità consolidatesi nel corso del tempo: una pediatra che garantisce le vaccinazioni per i bambini in età 0-3 anni, una puericultrice, una neuropsichiatra, due logopediste, due psicologhe (una delle quali lavora in collaborazione con il distretto sociale). I numeri confermano il prezioso lavoro svolto dal consultorio che, ogni anno, conta circa 1.300 accessi, 700 dei quali sono nuovi accessi.
Oggi, però, i residenti del quartiere esprimono preoccupazione per una probabile riduzione del servizio. «A giugno andrà in pensione il medico pediatra – raccontano – mentre ginecologia-ostetricia, per lo stesso motivo, ovvero il pensionamento del medico, ha già chiuso il servizio». Di conseguenza «Gli utenti sono invitati a recarsi presso i locali della Foce dove l’Asl 3 è in fitto passivo, ma ancora per pochi anni – aggiunge un operatore del consultorio – Non è da escludere che, in futuro, l’Asl 3 decida di non rinnovare l’affitto e smantellare anche questi spazi».
D’altra parte, occorre ricordare che Asl e aziende ospedaliere liguri si trovano alle prese con l’ennesimo taglio del riparto del Fondo Sanitario Nazionale, imposto dalla spending review. Sui quotidiani rimbalzano le cifre, non ancora ufficiali, che oscillano tra 150 e 60 milioni di euro in meno rispetto al 2012. Per l’Asl 3 ciò significa rinunciare, nell’ipotesi peggiore a 58, in quella migliore a 13 milioni di euro.
«Consideriamo che il budget economico dell’Asl 3, in soli 3 anni, è passato da 920 a meno di 800 milioni di euro – sottolinea il rappresentante sindacale Uil, Emilio De Luca – Certo, nel mezzo ci sono stati tagli, accorpamenti e risparmi, ma è stata comunque una mazzata».
Il Consultorio del Lagaccio è inserito nel Distretto Centro (Distretto socio-sanitario 11) che copre un vasto territorio comprendente i Municipi Centro Est (Oregina, Lagaccio, Prè/Molo/Maddalena, Castelletto, Portoria) e Medio Levante (S.Martino, Albaro, Foce).
«Per quanto riguarda l’assistenza consultoriale – spiega il direttore della rete dei consultori, la dott.ssa Angela Lidia Grondona – il Distretto Centro ha un polo forte alla Foce, in viale Brigate Partigiane, dove sono disponibili ginecologia, pediatria, ecografia, screening cervicale, ecc.; un polo in via Assarotti (neuropsichiatria, medicina preventiva di comunità, riabilitazione dell’età evolutiva); e poi il Consultorio del Lagaccio che, fin dal 1980, riveste un ruolo importantissimo per il quartiere. Presso questa struttura i cittadini possono contare sulla presenza di assistenti sanitari, medici scolastici, psicologi, neuropsichiatri, educatori e logopedisti. Inoltre offre un servizio di pediatria che raggiunge tantissimi utenti».
I residenti del Lagaccio – secondo i dati del 2011 riportati nell’Annuario Statistico del Comune di Genova (2012) – sono 12858. Contando anche il quartiere di Oregina i residenti raggiungono quota 25420. Tra i quali risulta significativa la presenza di circa 3000 minori compresi nella fascia d’età tra 0 e 14 anni. Mentre i residenti nati all’estero sono 3263.
Il consultorio di zona è diventato un punto di riferimento per le categorie più deboli – pensiamo, ad esempio ai cittadini in situazione di pesante disagio economico, oppure agli stranieri irregolarmente presenti sul territorio italiano – che in tale contesto, quasi familiare, possono godere di un’assistenza socio-sanitaria veloce, sicura ed efficace.
Ma l’edificio che lo ospita, di proprietà dell’Asl 3, necessita di importanti quanto costosi lavori di ristrutturazione. «Anche la popolazione ha sempre espresso il desiderio che i locali fossero sistemati in maniera adeguata – aggiunge il direttore della Struttura Complessa Assistenza Consultoriale, Angela Lidia Grondona – A partire da questo presupposto l’azienda sanitaria ha avviato una riflessione sul da farsi».
L’edificio di via del Lagaccio n. 9 è indubbiamente molto vecchio «Non si può definire fatiscente perché sono state eseguite le opere di manutenzione – sottolinea sindacalista Uil, De Luca – però occorrono ulteriori interventi. Il problema è puramente economico. Probabilmente per l’Asl 3 è più agevole vendere i locali piuttosto che metterli a posto».
LA RIDUZIONE DEL SERVIZIO NEL QUARTIERE
«In effetti a giugno il medico pediatra andrà in pensione – conferma la dott.ssa Grondona – Ma c’è ancora tempo per trovare una soluzione. Ad oggi il servizio è perfettamente funzionante».
Per quanto riguarda ginecologia-ostetricia, invece «Il servizio è momentaneamente sospeso perché il medico ginecologo è andato in pensione – continua il direttore della rete dei consultori – In questo momento gli utenti sono stati indirizzati presso gli spazi di viale Brigate Partigiane alla Foce (Palazzo della Salute Pammatone)».
Tuttavia, si tratterebbe solo di una situazione temporanea «La direzione aziendale mi ha personalmente espresso l’intenzione di mantenere la struttura– ribadisce Grondona – il Direttore generale dell’Asl 3, Corrado Bedogni, vuole rassicurare la popolazione: il Consultorio del Lagaccio sarà salvaguardato anche nel prossimo futuro, mi raccomando lo scriva».
«Il presidio del Lagaccio per ora non chiude, però, è del tutto evidente l’intenzione di trasferire alcuni servizi in altri locali nella disponibilità dell’Asl 3 – racconta il rappresentante della Uil, De Luca – Per quanto riguarda pediatria, le ore del pediatra saranno spostate alla Foce, come già avviene per ginecologia-ostetricia».
Insomma «Sposteranno tutto al Pammatone – aggiunge De Luca – Dove l’Asl 3 paga l’affitto e lo pagherà ancora per 2-3 anni. In seguito non sappiamo se l’azienda rinnoverà il fitto passivo».
Eppure è riscontrabile una palese contraddizione rispetto alle scelte finora effettuate. «L’indirizzo dell’Asl 3, infatti, va in direzione di liberarsi dei locali in fitto passivo – continua il sindacalista – che rappresentano voci di spesa sostanziose, spesso ritenute eccessive». Vedi ad esempio il Punto Cup di via Canepari a Certosa per cui l’azienda sanitaria locale genovese non è più disposta a pagare l’affitto e, solo grazie alla collaborazione con il Municipio Valpolcevera – che ha individuato degli spazi di proprietà comunale da rendere disponibili per l’Asl 3 – sarà possibile scongiurare la perdita del servizio sul territorio.
«Senza il ginecologo, senza il pediatra, cosa rimane nel quartiere? – si domanda retoricamente De Luca – Così risparmiamo senza badare all’aspetto sociale. Le conseguenze saranno ulteriori afflussi ai pronti soccorso degli ospedali, oggi sovraffollati. Quello del Lagaccio è un servizio fondamentale per numerose famiglie, ad esempio extracomunitarie, che non hanno il pediatra libera scelta e per le visite pediatriche si recano al Consultorio. Se trasferiamo il servizio alla Foce, le persone afflitte da problemi economici rinunceranno alla visita». Quando si effettuano tagli o accorpamenti bisogna offrire delle alternative ai cittadini, ricorda il rappresentante sindacale «In questo caso la Foce non rappresenta una risposta consona alle esigenze degli utenti».
Il consigliere regionale Lorenzo Pellerano (Lista Civiche per Biasotti Presidente), ha depositato un’interrogazione in Regione Liguria, per chiedere delucidazioni sulla questione. «Recentemente ho visitato la struttura e non ho riscontrato particolari criticità in merito alla sicurezza dei locali o alla qualità del servizio offerto – spiega Pellerano – Il Consultorio del Lagaccio svolge la sua funzione in maniera egregia».
«Diversi cittadini mi hanno manifestato tutta la loro preoccupazione nei confronti di un progressivo processo di “svuotamento” che non promette nulla di buono», sottolinea il consigliere che ha deciso di interrogare Giunta e Assessore alla Sanità «Per conoscere se sono fondate le indiscrezioni che circolano negli ultimi mesi ed effettivamente il Consultorio del Lagaccio è a rischio chiusura – scrive Pellerano – chiusura che comporterebbe gravi ricadute in termini di prevenzione ed assistenza sanitaria».
Una riorganizzazione del sistema sanitario regionale, infatti «Non può che passare da un contestuale potenziamento dei servizi territoriali – conclude il consigliere regionale – Ogni ipotesi di ulteriore riduzione dei servizi resi dal Consultorio del Lagaccio non farebbe altro che contraddire questo orientamento di buon senso».
IL MUNICIPIO CENTRO EST DIFENDE IL PRESIDIO DEL LAGACCIO
Il Municipio Centro Est – non appena venuto a conoscenza del paventato rischio di riduzione dell’assistenza consultoriale al Lagaccio – si è mobilitato in difesa del presidio.
«Formalmente l’Assessorato regionale alla Sanità ha affermato che, al momento, non è prevista alcuna ipotesi di chiusura – racconta Vincenzo Palomba, consigliere del Municipio Centro Est (Idv) – Sul quartiere il Municipio sta concentrando un notevole sforzo, tramite i suoi Ats, con l’aumento delle ore di educativa territoriale. Senza dimenticare le numerose realtà associative attive al Lagaccio. Insomma c’è un grande sforzo unitario di istituzioni e cittadini».
In questo senso «Eliminare l’assistenza consultoriale, sarebbe una vera e propria contraddizione – aggiunge il consigliere Palomba – È una struttura di “trincea” perfettamente inserita nel contesto. È un’esperienza da esportare anche in altri quartieri, altro che chiudere. Non parliamo di strutture asettiche sul modello del Palazzetto della Salute alla Fiumara. Al contrario, i consultori sono ambienti quasi familiari, dove risulta più facile far emergere eventuali problematiche dei pazienti».
Mercoledì 13 febbraio si è svolto un incontro tra l’assessore alla Sanità della Regione Liguria, Claudio Montaldo, il Direttore generale dell’Asl 3, Corrado Bedogni, rappresentanti del Municipio Centro Est e lavoratori del consultorio.
«C’è la disponibilità a trovare una soluzione – spiega l’assessore del Municipio Centro est, Maria Carla Italia – individuando un percorso che possa salvaguardare il presidio. Oltre ai servizi che eroga dal punto di vista medico, bisogna preservare quel prezioso rapporto, basato su una profonda fiducia, venutosi a creare tra operatori e popolazione residente. Il Consultorio del Lagaccio svolge funzioni fondamentali: medicina scolastica e riabilitativa, logopedia, pediatria, ecc. Se questi servizi verranno a mancare, il rischio è che la stessa utenza possa rinunciarvi – conclude l’assessore municipale, Maria Carla Italia – Occorre valutare anche i costi sociali di determinate scelte, non esclusivamente quelli economici».
LA RETE DEI CONSULTORI SOTTOPOSTA A RIORGANIZZAZIONE
Il periodo di ristrettezze economiche che stiamo attraversando, inevitabilmente «Impone dei percorsi di riorganizzazione aziendale», conferma il direttore della Struttura Complessa Assistenza Consultoriale.
«La razionalizzazione della rete dei consultori è in corso anche in altri distretti ma va in direzione dell’ammodernamento delle strutture e non della riduzione del servizio – precisa la dott.ssa Grondona – Per questo abbiamo trasferito i consultori in locali nuovi, magari all’interno dei Palazzi della Salute, dove possono integrarsi anche con altri servizi».
Il consultorio di via Adamoli a Molassana, ad esempio «È stato trasferito presso l’Istituto Doria a Struppa in una sede funzionale rispetto a quella precedente, ubicata fuori dal quartiere, all’interno di un edificio fatiscente – aggiunge Grondona – Mentre quello di via Cordanieri a Cornigliano è stato sistemato alla Fiumara».
«La Regione ritiene fondamentale il ruolo dei consultori che devono rimanere sul territorio quali strumenti operativi di prevenzione della salute femminile e di assistenza a famiglie, coppie e minori – continua Grondona – Presidi socio-sanitari che devono essere valorizzati e non ridimensionati».
Infine c’è una buona notizia, visto che la prevista eliminazione della Struttura Complessa Assistenza Consultoriale, come da precisa richiesta regionale, è stata rimandata a data da destinarsi.
«Ad oggi, Regione Liguria ed Asl 3 ci hanno assicurato che la struttura complessa sarà mantenuta», conclude la dott.ssa Angela Lidia Grondona. «L’azienda sanitaria locale genovese è riuscita a convincere la Regione a preservare l’attuale struttura organizzativa, ma solo per il 2013 – chiosa il rappresentante sindacale, Emilio De Luca – In futuro non sappiamo che cosa succederà».
Matteo Quadrone