Al vaglio del CdA dell’ Ateneo l’ok definitivo per la partenza dei cantieri. Il vicesindaco Stefano Bernini ci aiuta a fare il punto della situazione dopo l’ultimo incontro con il rettore. Da valutare anche il trasferimento di Ingegneria Navale presso Fincantieri
La strada verso quella che qualcuno ha ribattezzato “Silicon Valley alla genovese” sembra finalmente giunta a una svolta decisiva. Non dovrebbe, infatti, tardare ancora molto il fatidico sì da parte dell’Università di Genova per il trasferimento della Facoltà di Ingegneria sulla collina degli Erzelli. Il nuovo Parco tecnologico, dunque, potrebbe presto diventare anche scientifico, come d’altronde previsto nel progetto originario di riqualificazione di questo angolo di Ponente, un tempo relegato a deposito di container per l’attività portuale.
Ad oggi, negli oltre 400 mila metri quadrati destinati all’hi-tech trova già posto la nuova sede di Ericsson che, a breve, sarà affiancata da Siemens. Terminata questa seconda palazzina in direzione Sestri, i lavori potranno concentrarsi sulla direttiva di Cornigliano, per la realizzazione degli uffici di Esaote, che dovrebbero terminare entro il 2015: così facendo, i due rami del ferro di cavallo attorno agli Erzelli sarebbero completati. Ma, nel frattempo, il vicensindaco del Comune di Genova, nonché assessore all’Urbanistica, Stefano Bernini, è convinto che possano partire anche i cantieri per l’Università.
Il suo ottimismo è motivato soprattutto dall’esito dell’ultimo fruttuoso incontro con il rettore Deferrari, a fine aprile, in cui si è giunti sostanzialmente alla definitiva pianificazione delle questioni finanziare, grazie anche allo sbloccamento da Roma dei 15 milioni di euro previsti per la realizzazione dei laboratori di Ingegneria.
«Con il rettore – spiega Bernini – abbiamo affrontato alcune questioni fondamentali. La più corposa riguarda la logistica e quindi tutta la problematica legata ai trasporti, che è stata studiata da un gruppo di lavoro creato ad hoc che ha fornito tutte le necessarie risposte alle esigenze dell’Università, sia a breve che a lungo termine».
Nell’immediato la questione riguarda l’ottimizzazione del collegamento su gomma, ovvero tramite autobus, tra la stazione ferroviaria di Cornigliano e gli Erzelli: un primo potenziamento che, interessa la linea 5, è già attivo su via Melen, la cui nuova viabilità con pendenze ridotte e angoli di curva smussati consentirà il transito di mezzi da Amt da 18 metri. Dall’altro lato della collina, invece, oltre all’avvio dei primi cantieri per la realizzazione delle zone verdi, stanno procedendo i lavori su via dell’Acciaio: una volta terminati, si potrà introdurre una nuova linea circolare Sestri – Erzelli – Cornigliano.
Per quanto riguarda il futuro, il punto focale è rappresentato dalla realizzazione della famosa funivia che dovrebbe collegare il polo scientifico-tecnologico con la nuova stazione ferroviaria di Calcinara, già concordata con RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e con l’aeroporto, il cui progetto è già stato presentato alla Comunità Europea per la richiesta di finanziamento. Ai piedi della collina, dunque, dovrebbe sorgere un posteggio multipiano che diventerebbe il centro intermodale dei trasporti, sul modello di interscambio presente ad esempio a Milano Famagosta: fermata dell’autobus, treno destinato a diventare metropolitana di superficie, e stazione della funivia, in collegamento diretto con la collina da un lato e l’aeroporto dall’altro.
«Un’altra questione affrontata con l’Università è stata principalmente di ordine giuridico, dal momento che l’Ateneo ha chiesto al professor Onida una valutazione pro veritate su una serie di questioni legali riguardanti la compravendita di immobili. Mi risulta, però, che le conclusioni in proposito siano state consegnate in questioni giorni e, quindi, dovremmo essere davvero molto vicini al traguardo».
In realtà, sul piatto c’è ancora un punto piuttosto spinoso che riguarda il tanto chiacchierato destino del corso di Ingegneria navale. Qui le forze in gioco sono molteplici: oltre alla ben nota richiesta lanciata dal Comune di La Spezia, bisogna considerare la proposta avanzata da Fincantieri di inglobare la vasca navale all’interno della nuova palazzina direzionale, che si sposterà dall’attuale sede di via Cipro a Sestri. Quest’ultima soluzione è anche quella vivamente caldeggiata da Bernini perché avvierebbe una forte integrazione tra Università e Fincantieri, in un ideale continuum con il vicinissimo polo scientifico-tecnologico di Erzelli, unendo la fase progettuale a quella produttiva, senza dimenticare le eventuali opportunità di collaborazione che potrebbero aprirsi con le aziende committenti delle varie realizzazioni navali.
«Cerchiamo con tutte le forze di evitare lo spostamento di sede alla Spezia – tiene a sottolineare il vicesindaco – perché riteniamo si tratti di un’operazione poco produttiva: anche dal fatto di studiare insieme nascono e crescono le competenze perciò è opportuno che una facoltà non sia spantegata in giro per la regione. Inoltre, nella sistemazione spezzina, benché all’interno dell’arsenale, vi sarebbero diversi limiti per la realizzazione di stage produttivi, mentre a Sestri, studenti, ricercatori e professori si ritroverebbero assolutamente nel vivo della cantieristica navale».
Infine, un rapido sguardo a un’altra tematica che potrebbe riguardare gli Erzelli da vicino e già da molto tempo tiene banco in città: vale a dire, la tanto attesa realizzazione del nuovo ospedale di ponente. «Nell’incontro tra Asl, Comune di Genova e Regione Liguria – racconta Bernini – si è deciso di realizzare uno studio di fattibilità approfondito che metta a confronto i due siti in cui l’ospedale potrebbe trovare posto, ovvero l’area di villa Bombrini e gli Erzelli. In questa seconda ipotesi, l’ospedale verrebbe realizzato in una zona di proprietà pubblica confinante con quella del Parco scientifico tecnologico e potrebbe godere del nuovo sistema di trasporto integrato di cui abbiamo già parlato. Da queste valutazioni tecniche, logistiche, urbanistiche e funzionali arriverà la decisione di comune accordo tra le istituzioni coinvolte».
Simone D’Ambrosio