Da Era Superba, nello specifico dalla spinta romantica e malinconica del Dottor Grigio, parte l'iniziativa su Facebook per salvare la libreria Assolibro di via San Luca che ha già raccolto migliaia di condivisioni
Una libreria, la mia libreria. Il mio rifugio prediletto, una specie di oasi felice in cui ripararsi dalla pioggia o dalla folla invadente e assatanata di via san Luca in un pomeriggio di saldi; dove poter cercare un libro senza fretta, senza ansie da offerta promozionale né file chilometriche alla cassa, dove trovare persone giovani e competenti che ti aiutano a scegliere e ad orientarti nel magico e misterioso universo della lettura.
Ecco, quella libreria, Assolibro di via San Luca, a giorni probabilmente chiuderà. La notizia è giunta martedì, stranamente fuori pioveva e l’atmosfera uggiosa si abbinava perfettamente al mio umore in quel momento; un mix di tristezza e incazzatura, avevo la percezione che si stesse compiendo uno scippo. Questa la prima reazione, emotiva e irrazionale.
La realtà chiaramente richiede un approccio più concreto: una libreria ha parecchi costi di gestione, uno di questi – l’affitto dei locali – è, in questo caso, molto oneroso (per chi non la conosce, si tratta di una libreria divisa su 3 piani in un edificio storico dei vicoli), già da anni il costo del contratto di locazione era un problema serio che metteva a rischio il futuro di questa attività. Ora il problema da serio è diventato insormontabile, la disdetta del contratto inevitabile.
Per questi motivi, era scontato che il Dottor Grigio, sull’onda emotiva e passionale di questa probabile perdita (assimilabile a un piccolo, intimo lutto) dedicasse il suo post quotidiano sulla pagina Facebook di Era Superba a questo tema a lui tanto caro (ok, sono passato a parlare di me in terza persona, un vizio del Dottor Grigio e di Scilipoti, giusto per inquadrare il personaggio).
Il successo virale del post, condiviso da più di mille persone, mi ha fatto capire che non si trattava di un piccolo, intimo lutto, ma di un sentimento condiviso, di una perdita che avrebbe toccato moltissime persone, abitanti nel centro storico o meno (hanno lasciato commenti persone che abitano a Milano come a Bologna ma che hanno ricordi passati legati a quella Libreria), la perdita di un luogo riconosciuto come punto di riferimento, in una zona che tende sempre di più a perdere la sua identità sociale,culturale e commerciale.
Per questo, ho deciso di aprire una pagina apposita su Facebook: Quelli che..vorrebbero salvare la libreria Assolibro di Via San Luca, per ospitare tutti questi futuri “orfani” della Libreria, per raccogliere semplici testimonianze d’affetto e ricordi (e non solo da Genova), ma anche idee e proposte concrete (per esempio c’è chi propone l’apertura di un bar interno alla libreria, trasformandolo in una specie di caffè letterario per affrontare meglio il problema dei costi).
Nell’epoca dei libri ordinati su Internet che fanno risparmiare pochi euri o dei comodi e-books che fanno risparmiare carta e spazio (ma davvero c’è qualcuno che considera ingombranti i libri? Per fare spazio a cosa? Ad un’enorme tv led a schermo piatto da 48 pollici da pagare in 180 comode rate?), è purtroppo normale che il mondo dell’editoria tradizionale sia in crisi.
Chiacchierando con i ragazzi di Assolibro, malinconicanicamente rassegnati, ma emozionati e quasi commossi nel vedere così tante dimostrazioni di affetto, si capisce che le possibilità che la libreria non chiuda sono poche, quasi ridotte al lumicino, si pensa già al futuro (verranno ricollocati nelle altre librerie del gruppo?) e alla possibilità di aprire un nuovo punto Assolibro nel centro storico. La campagna Adotta un libro, che ho lanciato sulla pagina, è solo un piccolo punto di partenza; per salvare la libreria, ovviamente, servirebbero interventi più decisivi, a livello istituzionale (ma non siamo in campagna elettorale) e imprenditoriale. Per salvare una libreria, ma forse, soprattutto, per salvare via San Luca e il centro storico, preservando la loro identità ed evitando che si trasformino in una realtà commerciale di “plastica” priva di anima e di contenuti. Insomma salviamoci, inventiamo un nuovo finale e una trama un po’ meno scontata per questa storia che odora maledettamente di déjà vu.
Dottor Grigio