L'obiettivo dell'incontro è condividere le informazioni, stimolare lo scambio di opinioni e mettere in luce i problemi e le criticità della vallata
Venerdì sera, presso il teatro Albatros di Rivarolo, si è svolto un incontro pubblico organizzato dal Movimento 5 stelle (il cui portavoce nazionale è il comico Beppe Grillo), per presentare agli abitanti della vallata il candidato sindaco Paolo Putti e Carlo Di Bernardo, giovane animatore del Comitato di Rivarolo, in corsa per la presidenza del municipio Valpolcevera.
Non si è trattato della classica passerella pre elettorale bensì di un’occasione per condividere le informazioni e per proporre un modello di cittadinanza attiva che si riunisce per discutere delle problematiche dei vari quartieri. “Human lab“, ovvero laboratori di umanità, questo il nome scelto a proposito, in netto contrasto con “l’Urban lab” partorito dal Comune in cui, come sottolinea Putti «I tecnici, chiamati da fuori, lavorano su una chiatta, isolati dalla città e senza possibilità di relazione con gli abitanti». Proprio il contrario rispetto alle intenzioni del Movimento 5 stelle «Noi vogliamo restitutire alle persone la possibilità di scambiarsi opinioni e stimolare la diffusione di informazioni, le stesse che i poteri politici provano consapevolmente ad occultare. Il compito dei tecnici dovrebbe essere quello di raccogliere i bisogni dei cittadini ed interpretarli, provando a fornire possibili risposte».
E così in un teatro affollato, Paolo Putti, decisamente emozionato davanti alla sua gente, quella della Val Polcevera che ben lo conosce e lo stima, sia per il lavoro che svolge come educatore sociale, sia per l’impegno sul fronte della battaglia contro la gronda, ribadisce la necessità di ripartire dalla ricerca puntando forte sull’economia che funziona e che promette interessanti prospettive future, vale a dire la green economy.
Poi è stata la volta degli interventi dei cittadini invitati a raccontare le proprie esperienze. Il primo è stato Enrico, componente degli Amici del Chiaravagna, che ha proposto una preziosa lezione sulla gestione dei rifiuti. La domanda di fondo da porsi è la seguente: i rifiuti rappresentano solo un problema? La risposta è no, anzi i rifiuti sono un’incredibile opportunità, un vero e proprio business se fossimo in grado di sfruttare a dovere le enormi potenzialità dei materiali che buttiamo indifferentemente in discarica.
«L’elemento di base è la separazione – ha spiegato Enrico – ad esempio in 2 parti, secco ed umido. A Sestri Ponente (via Borzoli, via Chiaravagna via Da Bissone), dal 2008, in collaborazione con un’azienda specializzata di Bolzano, portiamo avanti la nostra sfida per riuscire ad influire sulle decisioni politiche». Ebbene questo gruppo di cittadini – con una terribile voglia di partecipare e cambiare lo stato delle cose – è stato in grado di dimostrare che una piccola rivoluzione è possibile «In tre mesi a Sestri abbiamo raggiunto il 50% di raccolta differenziata – racconta Enrico – Il problema principale che abbiamo constatato è l’inadeguatezza dei regolamenti comunali. Inoltre occorre modificare il modello organizzativo di Amiu».
Eppure, grazie ad una raccolta eseguita a regola d’arte, i ricavi economici per la collettività sarebbero consistenti. Oggi i materiali recuperati, in particolare gli imballaggi che rappresentano il 40% dei rifiuti, vengono venduti a Conai (Consorzio nazionale imballaggi). «In 18 mesi abbiamo guadagnato 271 mila euro – spiega Enrico – senza considerare il risparmio di denaro ottenuto evitando le multe che la Regione commina per il mancato raggiungimento della quota di raccolta differenziata».
Grazie ad un’oculata gestione dei rifiuti, inoltre, si possono creare numerosi posti di lavoro, sicuramente in misura maggiore rispetto a quelli garantiti dal previsto progetto dell’Inceneritore. «Pensiamo ad esempio alle significative possibilità di sviluppo di aziende e società specializzate nel trattamento e nella trasformazione dei rifiuti, a cui in futuro potremmo rivendere i materiali recuperati», conclude tra gli applausi del pubblico, Enrico.
La serata organizzata dal Movimento 5 stelle è proseguita affrontando il tema della realizzazione di grandi infrastrutture e le conseguenti criticità dovute ai cantieri che già oggi, ma soprattutto nel prossimo futuro, colonizzeranno l’intera Valpolcevera.
Per tentare di capire come si vive con un cantiere sotto casa, i presenti hanno potuto ascoltare la storia di Barbara. La sua abitazione sul piazzale della chiesa S. Ambrogio di Fegino, sorge proprio sopra allo scavo per la realizzazione del nodo ferroviario. Lavori che si concluderanno solo nel 2016 e che stanno radicalmente cambiando la sua esistenza.
«Qui sono mesi che non dormiamo più perchè il cantiere è operativo 24 ore su 24», ricorda Barbara. Le vibrazioni causate dalle trivelle si sentono con evidenza anche se lo scavo si trova a 34 metri di profondità sotto il pavimento della casa. Barbara ha realizzato un video per mostrare a tutti il polverone che sale dal cantiere (polveri che potrebbero risultare anche pericolose per la salute) ed il rumore insopportabile percepito ad ogni ora del giorno e della notte. Parliamo di un inquinamento acustico che spesso supera i limiti normalmente consentiti dalla legge. In pratica una vita costretta, con le finestre sbarrate e tutto lo stress conseguente, che influisce pesantemente sul benessere fisico e mentale della signora Barbara.
Questo è lo spettro che agita il sonno di molti abitanti della Val Polcevera che potrebbero trovarsi gli operai al lavoro, proprio nel cortile di casa. «Barbara non va lasciata sola – conclude Paolo Putti – nessuno deve essere abbandonato perchè tutti possiamo trovarci a convivere con un cantiere di queste dimensioni e solo insieme, uniti, possiamo far sentire la nostra voce».
Matteo Quadrone