Opere provenienti da collezioni private ritraggono la Genova del XIX Secolo, immagini che testimoniano i grandi cambiamenti della città negli ultimi 100 anni di storia
Sino al 5 agosto Palazzo della Meridiana ospita la mostra “Genova, la bella – un sogno di primo Ottocento”, curata da Giuseppe Marcenaro e Pietro Boragina. Si tratta della terza iniziativa espositiva dell’associazione Amici di Palazzo della Meridiana, riaperto dopo il lungo processo di restauro.
Oli, incisioni, litografie, acquerelli mostrano suggestive vedute cittadine della Genova ottocentesca, il periodo di maggiore bellezza della nostra città; ciò che rende unica la mostra nel suo genere è il fatto che sia interamente allestita con opere appartenenti a collezioni private. Questo significa che normalmente non possono essere viste in alcun luogo aperto al pubblico: «Contrariamente a quanto si possa pensare, non è stato affatto difficile raccogliere i pezzi esposti. Abbiamo anzi trovato una grande disponibilità da parte dei collezionisti. Di certo la nostra esperienza trentennale è stata un punto di forza nell’organizzare l’esposizione». Così Pietro Boragina riguardo alla mostra e ai privati i quali, pur presenti all’inaugurazione del 30 maggio, preferiscono rimanere assolutamente anonimi.
«Sono certamente opere che non si vedono mai: con l’associazione stiamo puntando proprio a esaltare il collezionismo privato» spiega Giuseppe Marcenaro. «Può sembrare una mostra retrò, fuori dal tempo. Gli autori di queste opere inoltre sono quasi tutti sconosciuti. Ma hanno tutti visto Genova, che li ha incantati, e hanno costruito questo insieme di immagini-sogno della città. Flaubert stesso diceva che Genova è di una bellezza che strazia l’anima. Ed è proprio l’anima che viene fuori da queste opere».
Il pezzo di maggiori dimensioni è stato prestato da Banca Carige: un acquerello di Henry Parke di tre metri e mezzo di lunghezza, che illustra il panorama (Genova da un lato e San Pier d’Arena dall’altro) da un punto di vista privilegiato, San Benigno (la lingua di terra su cui si staglia la Lanterna). Immagini di una città di un altro tempo, calme e serene, ma anche malinconiche se si pensa a ciò che non esiste più… Dipinti che spingono i visitatori a cimentarsi nel gioco di individuare dei “punti di repere”, facilmente riconoscibili, come appunto la Lanterna, la Basilica di Carignano o la Cattedrale di San Lorenzo, per orientarsi e scoprire, con meraviglia, il sorprendente cammino urbanistico percorso da Genova, in poco più di 100 anni.
La mostra è allestita in una successione di piccoli spazi accoglienti creati con pannelli neri su cui sono sistemate le opere, illuminate morbidamente. Accanto ad esse, brani su Genova tratti da famosi autori, come Flaubert o Alexandre Dumas, accompagnano il visitatore in questo viaggio sognato.
Claudia Baghino
[foto di Daniele Orlandi]