Occorre offrire un'assistenza alternativa alle persone internate al di là del binomio "cura e custodia" tipico del manicomio
«A nove mesi dal termine previsto dalla legge per la chiusura degli OPG (marzo 2013) il rischio è che tutto si riduca al trasferimento degli internati nelle nuove strutture previste, aprendo i cosiddetti “mini Opg” in tutte le regioni italiane – Il grido d’allarme arriva dal Comitato Stop Opg riunitosi in assemblea a Roma il 12 giugno – Lo conferma la bozza di Decreto proposta dal Governo ora in discussione con la Conferenza delle Regioni. E ciò mentre procede il dibattito alla Camera sul testo di controriforma della legge Basaglia (relatore on. Ciccioli) che il tentativo di ricostruire i manicomi riaprendo una stagione buia che consideravamo definitivamente archiviata».
StopOPG rivendica l’immediato riparto alle Regioni delle risorse ad hoc stanziate dalla legge 9/2012 sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari «Per offrire un’assistenza alternativa alle persone internate: 38 milioni di euro nel 2012 e 55 milioni di euro dall’anno 2013, che possono contribuire, se assegnate subito ai Dipartimenti di Salute Mentale, alla costruzione dei budget di salute fuori dagli OPG. Riprodurre invece con le nuove strutture pratiche di istituzionalizzazione, con il binomio “cura e custodia” tipico del manicomio, sarebbe un fallimento».
La mobilitazione lancia anche un nuovo allarme per i continui tagli al finanziamento del Servizio sanitario e al welfare. Per questo «Proseguiranno le iniziative a sostegno del welfare locale, nel territorio, dove si gioca, con Regioni, ASL e Dipartimenti di Salute Mentale, gran parte delle possibilità di costruire l’alternativa al modello manicomiale, e quindi anche all’OPG». La presenza dei comitati stopOPG ormai in 18 regioni, intervenuti all’assemblea è «Un segno positivo, che, a partire dal lavoro per la salute mentale, propone un “modello sociale” inclusivo e più giusto. E’ stata decisa anche una specifica attività per l’advocacy e il sostegno alla tutela legale delle persone internate».
Infine «È stato confermato l’impegno, con l’avvio di uno specifico tavolo di lavoro, per la modifica degli articoli del codice penale e di procedura penale inerenti a imputabilità, pericolosità sociale e misure di sicurezza, all’origine del retrivo istituto giuridico dell’OPG».
All’assemblea sono intervenuti, tra gli altri, Ignazio Marino (senatore presidente commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficienza e l’efficacia del Servizio Sanitario Nazionale), Margherita Miotto (deputata e prima firmataria sugli OPG approvato alla Camera), Antonella Calcaterra (Osservatorio Carcere Unione Camere Penali Italiane) e Sergio Moccia (docente università Napoli Scienze Penalistiche, Criminologiche e Penitenziarie).
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