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Taglia le ali alle armi: una campagna contro i cacciabombardieri F35

A partire dal 7 febbraio un mese di mobilitazione per dire no ai caccia F35. In 100 piazze italiane saranno organizzati momenti di informazione e raccolta firme cercando di coinvolgere gli Enti Locali nell'approvazione di una mozione di sostegno alla mobilitazione


31 Gennaio 2012Notizie

Sbilanciamoci, Tavola per la pace, Rete Disarmo e Unimondo lanciano la campagna “Taglia le ali alle armi” e promuovono un mese di mobilitazione per tutto febbraio. L’obiettivo, dire no agli F35, risparmiando 15 miliardi di euro con cui si potrebbero creare 4.500 nuovi asili nido comunali, mettere in sicurezza oltre 12mila scuola, creare più di 100mila posti di lavoro.

Il decreto sulle liberalizzazioni, pubblicato il 25 gennaio in Gazzetta Ufficiale, salva i poteri forti (banche, assicurazioni, petrolieri), colpisce i servizi pubblici locali, costringendo le amministrazioni locali a privatizzare e solo marginalmente dà qualche sforbiciata alle rendite di posizione di corporazioni come quelle degli avvocati, dei farmacisti, dei tassisti. Che tutto questo, come ha detto Monti, faccia aumentare il Pil del 10% in 10 anni è abbastanza fantasioso.Tra le corporazioni nemmeno sfiorate dal provvedimento c’è quella dei militari, che continuano a spendere e a sprecare una gran quantità di soldi – sta scritto sul sito di informazione economica e sociale www.sbilanciamoci.info –  Come è noto, solo per la costruzione e l’acquisto dei cacciabombardieri F35 si prevede di spendere 15 miliardi di euro: più o meno la stessa cifra che gli esperti del governo stimano (anche qui in modo fantasioso) nel breve periodo come possibili risparmi per i cittadini dall’impatto del provvedimento sulle liberalizzazioni. Uno spreco, quello degli F35, di cui beneficiano i militari e il colosso della Finmeccanica, classico caso – a proposito della propaganda neoliberista antistato – di impresa lautamente assistita dai soldi pubblici, legata alla politica ed invischiata in opache vicende giudiziarie.

Per mettere uno stop alla costruzione degli F35 la campagna Sbilanciamoci, la Tavola per la pace, la Rete Disarmo e Unimondo hanno promosso un mese di mobilitazione che si concluderà alla fine di febbraio con manifestazioni in 100 piazze italiane e con la consegna di decine di migliaia di firme contro gli F35 al governo italiano.

“In un momento di grave crisi per tutto il Paese troviamo fuori luogo che il Ministro-Ammiraglio Di Paola nei suoi monologhi televisivi continui imperterrito a difendere l’F-35, promettendo al massimo qualche sforbiciata – precisa Massimo Paolicelli della Rete Italiana per il Disarmo – Parlare di un programma di elevato valore operativo, tecnologico e industriale vuol dire non tenere in considerazione i rilievi negativi dello stesso Pentagono ed i ripensamenti di molti paesi partner nel progetto”.

Gli stessi soldi stanziati per i caccia potrebbero essere impiegati in mille altri modi più utili sia economicamente che socialmente. “Con i 15 miliardi da spendere per gli F-35 potremmo costruire 45mila asili nido pubblici, creando oltre 200mila posti di lavoro – sottolinea Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! – oppure mettere in sicurezza le oltre 13mila scuole italiane che non rispettano le norme antisismiche e quelle antincendio“.

“Il primo obiettivo di questa nuova mobilitazione è spingere il Parlamento e ogni singolo parlamentare a discutere in modo aperto e trasparente sugli F-35. L’appello lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi dello scorso 25 settembre non deve cadere nel vuoto – ricorda Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace – Il Parlamento deve impedire innanzitutto che si crei il fatto compiuto. L’Italia non può permettersi oggi di impegnare ulteriori 15 miliardi di euro, oltre ai quasi 3 già spesi, per l’acquisto e il mantenimento di questi bombardieri, senza che ci sia un chiaro e onesto dibattito pubblico sulle esigenze e le priorità a cui dobbiamo rispondere”.


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