Il candidato sindaco Paolo Putti racconta alcune ipotesi allo studio per rendere efficiente e competitivo il tpl
Lunedì sera in via Albertazzi si è svolto il primo incontro con i cittadini, organizzato dal Movimento 5 stelle di Genova. “Una campagna d’informazione – sottolinea il candidato sindaco Paolo Putti – per permettere alle persone di costruirsi un’opinione, essere consapevoli e ragionare criticamente su alcuni argomenti particolarmente sentiti in città”, con il prezioso contributo di alcuni tecnici, come Andrea Bignone di Italia Nostra, del WWF e dei comitati liguri dei pendolari.
È stata l’occasione per parlare del trasporto pubblico locale in un’ottica nuova perché “Solo attraverso un servizio efficace si può garantire una mobilità intesa come diritto di tutti”.
L’idea guida è che il sostegno al trasporto pubblico sia necessario affinché la totalità dei cittadini ne possa usufruire. Magari gratuitamente. “Studiando ipotesi di contribuzioni mirate a rafforzare il servizio – spiega Putti – ad esempio in Svizzera ma anche in altri paesi europei una parte dei pedaggi autostradali viene reinvestita a favore del tpl”.
E poi intervenire con semplici accorgimenti in grado di rendere competitivo il trasporto su gomma “Le corsie riservate per gli autobus sono una soluzione – dice Putti – in Corso Europa ed in Corso Gastaldi hanno permesso di risparmiare milioni di vecchie lire”.
Ma anche attraverso proposte innovative quali ad esempio “L’installazione di semafori intelligenti – continua Putti – un sistema in grado di dare prioritariamente il via libera ai mezzi pubblici”.
Tutte azioni fattibili, anche perché “Le risorse ci sono è solo una questione di priorità” – spiega il candidato del Movimento 5 stelle – non si investono miliardi di euro per la Gronda e per il Terzo Valico quando l’esigenza primaria delle persone è godere di un tpl efficiente”.
Mentre per quanto riguarda la mobilità privata, Paolo Putti sottolinea come “Le aree blu sono esclusivamente strumenti vessatori che ledono il diritto dei cittadini e affermano una distinzione anche in termini economici. Noi intendiamo disincentivare il trasporto privato ma in maniera paritaria. Mi spiego meglio. Si potrebbe studiare una tessera che consenta un numero di accessi limitati al centro città. In pratica, indipendentemente dalla disponibilità economica di ognuno, garantire pochi accessi ma in numero eguale per tutti”.
Un’altra ipotesi prevede di incentivare l’attivazione dei mobility manager, vale a dire degli esperti della mobilità sostenibile specializzati nell’individuare le migliori soluzioni possibili per gli spostamenti casa – lavoro – casa dei lavoratori di aziende pubbliche e private. Figure professionali previste dalla legge, nel Decreto Interministeriale sulla Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane del 27/03/1998, ma che finora, nonostante siano trascorsi 14 anni, in tutta Italia sono presenti in numero assai ridotto.
“Occorre premiare le aziende che invitano i propri dipendenti ad un uso consapevole dei mezzi privati – spiega Putti – ad esempio sfruttando appieno la portata delle automobili, condividendo il viaggio con i colleghi di lavoro in maniera tale da utilizzarne il minor numero possibile”.
Infine la questione piste ciclabili “A Genova non si vuole neppure affrontare il discorso – conclude Putti – eppure, anche da noi, potrebbero rappresentare una soluzione. Io ho avuto un’esperienza personale presso Trondheim in Norvegia, una zona collinare che presenta criticità simili a quelle di Genova. Ebbene i norvegesi hanno inventato un sistema, una particolare piattaforma mobile che permette ai ciclisti di superare i dislivelli senza nessuna difficoltà”.
Matteo Quadrone