Acquistati nel 2010, gli spazi dell'edificio di via Degola 3/d erano destinati a riunire gli uffici tecnici e amministrativi di Asl3. Il progetto, avviato dall'ex direttore Renata Canini con la giunta Vincenzi, sembra definitivamente accantonato
Un magazzino per la lavorazione dei tabacchi e il deposito di materiali greggi: questo lo scopo con cui è originariamente sorto l’edificio di via Degola 3/d a Sampierdarena, all’angolo con via Jursè. L’immobile ha seguito negli anni alterne vicende: prima controllata da Eti – Ente Tabacchi Italiani, poi la cessione da parte dello Stato alla società finanziaria a partecipazione del Ministero dell’Economia, Fintecna, con il conseguente passaggio alla Società Quadrifoglio Genova S.p.A. Infine, il 21 gennaio 2010 l’ulteriore acquisizione con contratto “chiavi in mano” da parte della Asl 3 Genovese, che voleva ristrutturare gli spazi e trasferirvi tutti gli uffici, sia amministrativi che ambulatoriali, anche in virtù della vicinanza con il Palazzo della Salute, sempre a Sampierdarena, in Via degli Operai 80. Oggi, però, il progetto è saltato: Asl si è tirata indietro a tutti gli effetti dall’affare, piantando in asso la Quadrifoglio S.p.A., alla ricerca di eventuali nuovi acquirenti. Certo, la sfortunata congiuntura economica e la crisi del mercato immobiliare non aiutano queste manovre. Altri progetti di recupero del Magazzino? Attualmente non pervenuti.
IL PROGETTO DI ALS 3
La parte del magazzino che era era destinata ad Asl 3 è una porzione immobiliare di 9.425 mq nel corpo principale, affacciato su Via Degola e compreso nel più vasto fabbricato dell’ex Deposito Generi di Monopolio. Nelle immediate vicinanze della stazione di Sampierdarena, il complesso si inserisce nel contesto urbano riqualificato del Ponente, vicino al complesso Fiumara – Fun & Shopping Center. La struttura si sviluppa su un piano terra e due piani rialzati: oltre alla sede dell’Azienda, anche un’autorimessa a suo servizio e altre superfici esterne attrezzate a verde. Al piano terra, autorimessa, accettazione, alcuni uffici, ambulatori e sala riunioni; al secondo livello, invece, altri uffici dei dipendenti Asl e spazi verdi esterni; in ala est, in copertura, una terrazza. Il progetto prevedeva una ricollocazione d’uso, mantenendosi però in linea con le operazioni di trasformazione urbana già in atto nell’area del Polcevera: punto fondamentale, quello di ristrutturare e rinnovare un edificio dall’alto valore storico e di grande pregio architettonico, tenendo sempre presenti le sue caratteristiche strutturali originarie e nel rispetto della sua tradizione. La struttura, così pensata, avrebbe dovuto ospitare 293 posti di lavoro.
GLI SVILUPPI
Ma il progetto, già avviato, è oggi venuto meno. L’iter era stato intrapreso –come si è detto- dalla giunta Vincenzi, nel pieno delle sue mansioni. Ma al passaggio alla nuova amministrazione, sul progetto di Via Degola restava un grosso punto interrogativo.
Ci racconta l’assessore all’urbanistica e vice sindaco Stefano Bernini: «Il progetto di trasferimento dei locali di Asl 3 è saltato per motivi economici. Da parte del Comune l’ok all’avvio dei lavori per la Società Quadrifoglio era arrivato in tempi utili e non è stato questo a far saltare tutta l’operazione. Si è trattato di un ripensamento da parte dell’acquirente che, in tempi di crisi, si è reso conto di non potersi permettere di avviare un’operazione così onerosa e ambiziosa come quella in questione. Pertanto, Asl si è tirata indietro ufficialmente, a pratiche già avviate, lasciando la Quadrifoglio a mani vuote e in cerca di altri eventuali soggetti interessati».
Continua l’assessore: «Da parte nostra c’è la massima disponibilità ad accogliere eventuali proposte per la riqualifica del sito: di certo non ci fa piacere lasciare inutilizzata una struttura come quella, sottoposta a continuo degrado. Purtroppo, a causa del periodo di crisi che stiamo attraversando, non ci sono più imprese disposte a investire a Genova. La maggior parte di loro sono in difficoltà, non ci sono investimenti e non ci resta altro da fare che restare in attesa di una nuova sferzata economica. Dopo il nostro subentro alla precedente amministrazione, avevamo pensato anche di investire in un progetto di social housing da realizzare negli spazi di Via Degola 3/d, ma in questo momento ci sarebbe difficile percorrere anche questa strada e tutto resta per il momento fermo».
LA STORIA
All’inizio era uno dei Magazzini Manifatture Tabacchi, disseminati su tutto il territorio italiano: fondate nel XIX secolo, fino alla prima guerra mondiale l’organizzazione produttiva delle manifatture rimase sostanzialmente invariata. Le varie operazioni di lavorazione erano suddivise in reparti distinti, dalla lavorazione dei tabacchi greggi, a quella dei tabacchi perfezionati nazionali e esteri. A Genova, nello specifico, la manifattura di Via Degola nacque come deposito dei tabacchi greggi, come si evince dalla denominazione del sito (“Deposito Generi di Monopolio”), e restò attiva fino a tempi abbastanza recenti, cessando la sua attività solo negli anni ’90 del secolo scorso. Proprio in quegli anni divenne proprietà della neonata azienda pubblica Eti – Ente Tabacchi Italiani. Col passare del tempo, come detto in apertura, la proprietà dell’immobile di Via Degola, pur rimanendo nell’orbita statale, è passata ad altri soggetti: nello specifico, a Fintecna, società italiana fondata nel ’93 e controllata al 100% dalla Cassa Depositi e Prestiti, a sua volta controllata con una partecipazione del 70% dal Ministero dell’Economia e al 30% da un gruppo di Fondazioni bancarie. Da Fintecna alla sua propaggine, la Quadrifoglio Genovese S.p.A.: società pubblico-privata, partecipata al 50% dalla stessa Fintecna e al 50% dal cotonificio Deferrari S.p.A. di Genova.
Il 21 gennaio 2010 (in base all’art. 7 del decreto n. 282 del 24 dicembre 2002 “Dismissione di beni immobili dello Stato”, con cui l’Agenzia del Demanio autorizzava la dismissione urgente di 40 immobili di pregio, anche in blocco e a trattativa privata, per quei beni il cui valore di mercato era già stato determinato), l’ulteriore cessione della proprietà, che passava dalla Quadrifoglio S.p.A. alla Asl 3 Genovese, con un contratto “chiavi in mano”. Per evitare l’eccessiva parcellizzazione data dallo smembramento degli uffici dell’Azienda Sanitaria tra le tre strutture di Quarto, Via Bertani e Villa Scassi (dall’1 luglio 2008), si voleva procedere alla razionalizzazione e riorganizzazione strategico-logistica dell’Azienda, con l’unificazione delle varie strutture nell’unico complesso di Via Degola 3/d. Già da qualche anno Asl aveva in mente di trasferirsi in una struttura più vasta e adeguata alle sue necessità: dopo aver effettuato nel 2008 un’indagine di mercato sul territorio municipale di Medio Ponente, Centro Ovest e Centro Est (delibera n.1187 del 3 novembre e 23 dicembre 2008 con oggetto “Acquisto di immobile da destinare a sede direzionale della Asl 3”, con tanto di nomina di apposita commissione valutativa), la proposta più corrispondente alle esigenze di Asl si è rivelata essere proprio quella dell’ex Manifattura Tabacchi: nella scelta dell’immobile ha avuto grande peso anche la sua vicinanza con Villa Bombrini di Cornigliano, presso cui si dovrebbe realizzare il nuovo Ospedale del Ponente, e con il Palazzo della Salute di Fiumara, già sede di alcune strutture dell’Azienda. Nell’arco del 2009 la Società e Asl 3 hanno portato avanti la trattativa per l’acquisto dell’immobile alla cifra pattuita di 17 milioni 200 mila euro, oltre le imposte di legge, che includeva anche la realizzazione degli interventi di adeguamento e trasformazione a cura della Quadrifoglio. Appunto, una cessione “chiavi in mano”, ufficializzata proprio il 21 gennaio 2010, con la firma dell’atto di compravendita. Anche dalla Regione, l’autorizzazione per la concessione a Asl di un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti per un totale di 12 milioni, e l’alienazione degli immobili di via Maggio e Via Bertani, dalla cui vendita si sarebbero dovuti i restanti 5, per coprire tutti i costi. Restava solo da attendere il via libera del Comune, che sarebbe dovuto pervenire entro il 30 giugno di quell’anno (pena la risoluzione del contratto) e che è arrivato –ci assicura l’Assessore all’Urbanistica Stefano Bernini- in tempi utili, seppur in extremis.
Inoltre, a ciò si sono aggiunti i problemi tra Società e Asl in merito alla necessità di migliorare la distribuzione funzionale degli spazi e di aumentare la metratura, affinché tutti gli uffici potessero trovare spazio in Via Degola: la superficie lorda abitabile inizialmente prevista è stata incrementata di circa 840 mq e portata a una metratura di circa 9.425, con una modifica del contratto già approvato e senza oneri aggiuntivi di spesa.
Elettra Antognetti