Nato negli anni '40 come teatro, dalla fine degli anni '70 l’edificio è in stato di abbandono. Di proprietà privata, il Comune non è mai riuscito ad acquisirlo, ma ora i proprietari sono disposti a presentare un progetto di ristrutturazione
L’ex cinema Nazionale di Molassana è una questione annosa per gli abitanti della Valbisagno. L’edificio, situato in Via Molassana al civico 51 r, aspetta invano da decenni il recupero ad uso della comunità. Uno dei tre cinema della Valbisagno (assieme all’Esperia di Pontecarrega e al Perla a San Gottardo, che sono stati successivamente trasformati in supermercato e concessionario di auto), in passato è stato punto di aggregazione importante per il quartiere e funzionava prima da salotto della Genova “bene”, poi da punto di ritrovo per i giovani della zona. Dagli anni ’70 il cinema è stato chiuso e quella che era nata come una scelta momentanea è diventata una questione quarantennale: inserito all’interno di un lascito testamentario, il cinema è entrato a far parte dell’asse ereditario delle famiglie Finello e Dongo, che non sono disposte a vendere.
Da decenni l’amministrazione si batte per riavere l’edificio, ma sembra tutto vano: Giuliana Finello, Dario, Anna e Paola Dongo, attuali proprietari, non vogliono scendere a compromessi, nonostante siano state avanzate offerte anche azzardate e molto superiori al valore reale dell’edificio.
Abbiamo cercato di fare chiarezza con l’aiuto del presidente del Municipio IV, Agostino Gianelli, dell’assessore comunale Gianpaolo Malatesta e dell’Avv. Carlo Dongo, legale che cura le faccende dell’immobile per conto dei proprietari.
Il Municipio conferma la disponibilità a venire incontro alle esigenze dei proprietari, accogliendo anche un’eventuale proposta di cambio di destinazione d’uso dell’immobile, anche perché il progetto di riqualificazione dell’area Boero prevede anche la costruzione di una nuova multisala polivalente.
Ci racconta il presidente Gianelli: «Da anni il Comune chiede la proprietà dell’immobile per farne una struttura pubblica che risponda alle esigenze della collettività: un edificio del genere, uno spazio così ampio in quella posizione strategica per il quartiere, è sprecato allo stato attuale. In alternativa, abbiamo anche provato a trattare con i proprietari e chiedere che –pur non cedendo la proprietà- ne cambino la destinazione d’uso, ma anche qui non abbiamo avuto risposta positiva. Da parte loro i proprietari, oltre a non voler vendere nonostante le cifre “folli” offerte, nemmeno hanno mai presentato un progetto di ristrutturazione. È lo stallo totale. Io, in quanto rappresentante pubblico, non posso procedere diversamente e devo rispettare la legge: un esproprio non è possibile, dal momento che le condizioni dell’ex Cinema –seppur indecenti- non sono pericolose per la cittadinanza. Possiamo solo procedere con la messa in sicurezza dei locali e con periodici sopralluoghi, come già facciamo, per garantire l’incolumità di tutti. Tuttavia, frequenti sono i casi di occupazione impropria da parte di poveri e senzatetto».
Infatti, già nel 2007, l’occupazione abusiva da parte di poveri e senzatetto aveva scatenato le ire dei residenti, che avevano denunciato frequenti raid vandalici, scippi, casi di accattonaggio, costringendo l’amministrazione ad affrontare il tema della sicurezza e del ripristino dell’ordine pubblico. Tuttavia, nonostante i sopralluoghi e la chiusura della struttura con transenne e sigilli, l’edificio viene periodicamente violato e nuovamente occupato. Il malcontento tra gli abitanti resta e si indirizza verso gli occupanti, capro espiatorio di un malcontento covato da troppo tempo.
Da anni, infatti, gli abitanti di Molassana si uniscono all’amministrazione nel chiedere che la struttura venga di nuovo destinata alla collettività. Tra gli interventi, il consigliere comunale Gianpaolo Malatesta ci ricorda quello del gennaio 2011: in quell’occasione, era stata richiesta un’ispezione dell’edificio e del marciapiede antistante per la rimozione di pezzi di intonaco in cemento e ardesia, distaccatisi dalla struttura a causa delle cattive condizioni in cui versa. Inoltre, anche il marciapiede era stato chiuso dagli addetti pubblici (ASTER, Vigili del Fuoco, Ufficio Incolumità del Comune di Genova) con transenne che impedivano il passaggio, costringendo i pedoni sul lato opposto della strada. Di questi disagi l’amministrazione aveva informato i proprietari, che venivano invitati a svolgere lavori di manutenzione adeguati all’interno della loro proprietà.
«Non più tardi di qualche mese fa -racconta l’Avv. Carlo Dongo, legale della famiglia – è stato fatto l’ultimo sopralluogo da parte dei Vigili del Fuoco e sono state apposte lastre d’acciaio. Da parte loro, i proprietari si occupano di mantenere in sicurezza il locale ed evitare che venga violato (non una persona sola, ma intere comunità periodicamente sfondano sigilli e transenne e accedono all’edificio!) e incendiato, com’è successo in passato. Ma il compito di vigilare sulla zona spetta alle forze dell’ordine: non ci si può chiedere di presidiare l’edificio 24 ore su 24».
Oggi, la situazione non si è ancora sbloccata. Da parte dei proprietari c’è la volontà di ristrutturare l’immobile, presentando un progetto che risponda alle esigenze sia loro che dell’amministrazione e della comunità di Molassana: si vorrebbe mantenere la struttura attuale, ristrutturando e riportando all’antico splendore la facciata, per anni simbolo del quartiere, con le balconate e le ampie finestre. Tuttavia, i proprietari sono indirizzati verso un cambiamento della destinazione d’uso, perché non vedono la necessità di ripristinarne l’antica funzione, in un momento in cui quello cinematografico sembra essere un business poco proficuo.
Tuttavia, fino ad ora queste restano solo intenzioni e non è stato presentato ancora alcun progetto: il precedente P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale) prevedeva un vincolo di ristrutturazione, in base al quale la struttura doveva mantenere la stessa collocazione d’uso e, dopo eventuale ristrutturazione, essere adibita ancora a cinema. Il nuovo P.U.C. (ancora in fase di approvazione, mentre nel dicembre 2011 è stato adottato il Progetto Preliminare) ha invece eliminato questo vincolo, per cui al momento dell’entrata in vigore del nuovo Piano ci sarà libertà per gli eredi di adibire la struttura ad altri scopi. Al momento, sono in vigore le misure di salvaguardia, che predispongono l’osservanza delle norme restrittive del P.U.C. vigente: si attende l’adeguamento delle nuove norme a quelle precedenti, ma fino a quando non saranno risolte le questioni burocratiche e legali non si potrà procede in alcun modo.
Racconta l’Avv. Dongo: «Da parte dei miei assisiti resta la volontà di ristrutturare l’edificio nel rispetto della sua storia, mantenendone la struttura così com’è e facendo particolare attenzione alla facciata. Per la ricollocazione d’uso, non ci sono ancora idee precise per la trasformazione dell’ex Cinema. Attendiamo il nuovo P.U.C. e eventuali richieste di compratori e investitori. Inoltre, a breve stipuleremo un atto notarile con il Demanio Pubblico per l’acquisto di un area di 157,44 mq, che risultava di proprietà demaniale: è una problematica aperta dal 2008 e adesso ci siamo accordati per acquisire la piccola superficie e concludere questo iter».
Elettra Antognetti