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Imane Kabbour, quando la boxe diventa un progetto educativo

La "pugilessa" ha fondato ESFA (Education and Sport for Africa), un'associazione di volontariato che attraverso la boxe avvicina bambini italiani e africani


25 Aprile 2012Interviste

Imane Kabbour, pugileLo sguardo è deciso, convinto, come il tono di voce. Gesticola e con i movimenti delle mani sembra quasi sottolineare la sicurezza delle sue parole. Parole che non risparmia, Imane. Una “pugilessa” – come lei si definisce –  me la immaginavo proprio così: ma probabilmente è solo un mio personale cliché.

Imane Kabbour, 29 anni, italiana di origini marocchine, genovese. Educatrice, mediatrice culturale, atleta e allenatrice, cittadina attiva. Arriva in Italia a 7 anni, con un ricongiungimento familiare: da allora Genova è l’unica città che sente sua, nel bene e nel male.

Imane indossa i guantoni da più di dieci anni. Ha fatto della boxe la sua attività, il suo lavoro e il suo futuro, nella speranza di coinvolgere i ragazzi di Genova e dell’Africa, in un progetto educativo che possa unire bambini di diversi Paesi e realtà. Non è stato facile per Imane iniziare a praticare pugilato, specialmente a livello agonistico, come ci spiega lei stessa: «Ho iniziato a  frequentare le palestre nel  2001, mi allenavo costantemente e continuamente ma le resistenze dei miei allenatori affinché io prendessi parte alle gare erano forti. Quando vuoi fare agonismo e non te lo permettono ti senti come un leone in gabbia; se sei un pugile donna poi, sei tenuta ancor meno in considerazione, alla stregua di una mascotte. Un ragazzo, o una ragazza, che pugila si sente così “castrato” e alla fine abbandona la palestra. Io ho iniziato a gareggiare solo nel 2008 e da allora tutte le gare che ho fatto, le ho vinte.» Partecipando, tra l’altro, al torneo internazionale Golden Gloves 2010 a New York dove si è qualificata come semi-finalista.

«Il pugilato, per chi lo ama, è quasi come una droga: una volta che ci sei dentro, è davvero difficile abbandonarlo. In Italia tuttavia – continua Imane – la boxe spesso non è compresa nella sua vera natura di pratica sportiva intrinsecamente non violenta. Il pugilato è uno sport che ancora subisce un forte stigma da parte della società:  ne sento spesso parlare come di un’attività violenta in cui l’obiettivo primario è annientare l’avversario. Niente di più lontano da ciò che il pugilato in realtà è: forza certo, ma usata con intelligenza; aggressività, non gratuita e incontrollata, ma  dosata  strategicamente per  vincere. Vincere non è il frutto di una cazzottata a destra e un’altra a sinistra: è necessaria grande conoscenza di sé, del proprio potenziale e dei propri limiti  per sviluppare al massimo la  propria forza fisica e psichica e battere il compagno sul ring».

Sono i punti di forza di questo sport che hanno spinto Imane a coniugarli in un progetto educativo rivolto ai bambini genovesi ed africani, iniziativa che possa fare del Pugilato Educativo uno strumento di crescita personale e collettivo: «Sono una ragazza normale, fortunata per le possibilità educative, professionali e personali che ho vissuto. Questo sport sicuramente mi ha dato tanto, mi ha aiutato a crescere e ad essere la persona che  sono e ora vorrei condividere con gli altri i benefici e i successi di questi anni. Per questo ho fondato ESFA, Education and Sport for Africa, un’associazione di volontariato che si prefigge di dare maggiori possibilità educative ai giovani coniugando sport e attività di sensibilizzazione e formazione legate all’educazione, allo sviluppo, ai diritti umani e alla società. Sono fortemente convinta, perché l’ho provato in prima persona, che il pugilato sia uno sport che possa trasmettere ai ragazzi disciplina, dedizione, autostima e rispetto per l’altro: affiancando all’attività sportiva un intervento educativo basato sul sostegno scolastico e sul supporto alla crescita nei vari contesti di cui il bambino/ragazzo è parte, l’impatto sulla vita del singolo in primis e della comunità in generale poi è estremamente positivo. Per questo motivo, con un team professionalmente valido di educatori e psicologi, vorrei creare dei centri polifunzionali, educativi e sportivi, dove i ragazzi siano liberi di esprimersi, attraverso la boxe, e possano ricevere un aiuto valido per accrescere il loro potenziale intellettivo e critico.»

A settembre 2012 si prevede l’apertura del primo centro sperimentale a Genova che possa accogliere 30 bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni, con la prospettiva, nel prossimo futuro, di sperimentare la stessa formula a Kampala, in Uganda, paese dove la boxe ha un forte seguito e l’associazione ha già dei contatti. Le difficoltà a far partire progetti innovativi come quello di ESFA sono tante, come sottolinea Imane: «Il primo problema reale è di tipo economico, soprattutto in questo periodo di crisi: trovare fondi istituzionali o privati non è affatto semplice. La burocrazia inoltre e l’indifferenza o il falso interesse delle istituzioni rende la vita di persone che, come me, iniziano da zero ancora più difficile. Sono molto contenta però dell’appoggio che ho trovato da parte del presidente del CONI e dal presidente regionale della Federazione Pugilistica, due persone molto attente alle questioni sociali. Ancora più importante è poi il lavoro di sensibilizzazione, che sto portando avanti con gli adulti, volto a migliorare, attraverso la pratica della disciplina, l’immagine negativa della boxe».

A maggio Imane inizierà a visitare le scuole di Genova per illustrare il suo progetto alle istituzioni scolastiche e al corpo docente, iniziando così a porre le basi per una collaborazione continua e fattiva con diversi soggetti sociali della città. Sarà l’occasione per incominciare ad individuare i bambini e ragazzi che potrebbero partecipare alla prima sperimentazione autunnale di ESFA. Sempre a maggio poi, in concomitanza con la Festa dello Sport (25-27 maggio), sarà possibile conoscere l’associazione presso lo stand allestito al Porto Antico.

Imane sa cosa vuole, sa dove vuole arrivare. Con quella determinazione e passione che probabilmente il pugilato le ha insegnato. In fondo una “pugilessa” me la immaginavo proprio così…

Antonino Ferrara

 

Per ulteriori informazioni sull’attività dell’associazione:

educationsportforafrica@gmail.com – TEL: 0039 345 380 50 86 – www.esfa-world.org

Facebook: Imane Kabbour / ESFA Education and Sport for Africa

 

 


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