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La Ginestra, pianta tipica della Liguria e del Mediterraneo

La Ginestra e i suoi spettacolari fiori giallo intenso, i rami verde-grigiastro che si arrampicano su terreni inospitali. Colonizza i vulcani, resiste a tutto e la fioritura spicca sulla costa a grande distanza, persino dal mare


3 Giugno 2014Rubriche > Oltre il Giardino

ginestra-1Abbiamo deciso, questa settimana, di parlare di una pianta che non viene spesso presa in considerazione nei giardini e neppure frequentemente menzionata nelle riviste di settore, la ginestra ed in particolare lo Spartium junceum.
Questo arbusto è presente in molte regioni italiane, tra cui la Liguria, allo stato spontaneo, frammisto alla macchia mediterranea. In realtà, sebbene esso raggiunga anche un metro e mezzo o due di altezza ed un considerevole volume, passa spesso inosservato.

ginestra-2Presenta numerosi rami piuttosto articolati, che partono da un ceppo contorto e rugoso, di un marrone indefinito, grigiastro e caratterizzato da una corteccia a scaglie. Le estremità dei rami diventano via via sempre più sottili e verdi, di un colore però sempre indefinito, scuro e poco appariscente. Le foglie presenti sull’arbusto non sono numerose, sono poco evidenti, sottili e lanceolate. La Ginestra “scompare” spesso tra mirti, Cistus, Corbezzoli, Valeriane e le mille altre varietà che crescono spontanee lungo le coste della penisola e della Liguria.

ginestra-3La pianta si caratterizza quindi, più che per una intrinseca bellezza, per la sua particolarità. Sembra infatti un grande bonsai, abbarbicato spesso strenuamente alle rocce e sui declivi. Un po’ storta ed irregolare, non si presta alle potature, così è e così deve restare. La particolare conformazione della chioma, dei rami e delle foglie ha, come sempre in natura, una precisa ragione: evita la dispersione dell’acqua, rende la pianta adattabile alla calura estiva e le permette di sopravvivere in terreni brulli, aridi e sassosi.

ginestra-4Per queste ragioni, le coltivazioni di “ginestreti” vengono utilizzate per preparare, come piante pioniere, i suoli più impervi per la successiva colonizzazione ed il graduale inserimento di altre piante meno rustiche quali: Quercus pubescens, Fraxinus Ornus, Clematis vitalta e molte altre. Come abbiamo detto, la pianta è frugalissima, cresce facilmente, non soffre malattie, non necessita di particolari potature ed è adattissima anche per il neofita. Se poi essa appare un po’ incolore per la gran parte dell’anno, in primavera la Ginestra produce una fioritura spettacolare.

ginestra-5La varietà Spartium junceum si ricopre, in particolare, di una infinità di fiori di piccole dimensioni di un giallo oro intenso e brillante, che spiccano anche a grande distanza. Da lontano, persino dal mare, si vedono le colline coperte di ciuffi scintillanti nella luce già quasi estiva di maggio. L’odore stesso della fioritura è gradevolissimo: un profumo legnoso, secco e dolciastro al tempo stesso, che fa immediatamente percepire la presenza della pianta. Altre varietà di Ginestra, meno rustiche, presentano poi colorazioni differenti: dal bianco puro, al rosa più o meno tenue fino al rosso intenso.

Consigliamo di certo l’utilizzo dello Spartium per realizzare giardini tipicamente mediterranei, frammisto a piante spontanee in natura ma anche a malve, Lavatere, rose rugose o di varietà rustiche, Acanto, Iris ed Agapanti ma anche, se si desidera un effetto insolito, a cespugli di Rosmarino ed Erba Salvia. Il fogliame verde scuro e compatto del primo arbusto, quello grigioverdastro del secondo ed i colori delle loro fioriture blu-violacee contrastano bene con il giallo intenso dei fiori ed il marrone bruciato delle ramificazioni filiformi della Ginestra.

Proprio un arbusto apparentemente così irrilevante, è infine il simbolo, nella celebre poesia leopardiana, della altera indistruttibilità della natura quando, da ultimo, la pianta si piega, non renitente, sotto il peso delle colate di lava del Vesuvio. L’incessante ciclo della vita riprenderà però in breve, proprio grazie alla colonizzatrice e rustica Ginestra, persino sulle inospitali e riarse pendici di un vulcano.

Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano

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Per informazioni: ema_v@msn.com


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