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25 aprile, Regione diserta celebrazione della resa di Villa Migone. Per la prima volta presenti i nipoti del generale Gunther Meinhold

Storico appuntamento per le tradizionali celebrazioni della resa di Villa Migone: per la prima volta presenti i discendenti del generale tedesco. Presenti tutte le autorità, tranne Regione Liguria


24 Aprile 2017Notizie
VillaMigone_Interno_SalottodellaResa

@Foto Credits – visitgenoa.it

Regione Liguria grande assente dalla celebrazione del 72° anniversario della resa delle truppe tedesche al Comitato di liberazione nazionale a Genova. Nei locali di Villa Migone, dove il generale Gunther Meinhold siglò l’accordo con i partigiani liguri il 25 aprile 1945, si sono ritrovati per la prima volta i discendenti dei protagonisti di quel momento storico che segnò la sconfitta tedesca nel capoluogo ligure prima ancora dell’avvento delle forze alleate. Nella dimora proprietà dell’ex senatore dei Ds Gian Giacomo Migone, sono arrivati, da un lato, le nipoti del comandante delle forze armate tedesche in Liguria, Wilko Meinhold e Mbarianne Doering, dall’altro, Guido e Jack Savoretti, rispettivamente figlio e nipote del medico partigiano Giovanni “Lanza” Savoretti, e Tania Scappini, nipote dell’operaio Remo presidente del Cnl ligure.

Presenti tutte le autorità: il Comune con il sindaco Marco Doria e l’assessore Pino Boero, la Città metropolitana con il consigliere Enrico Pignone, l’europarlamentare Sergio Cobfferati, il vescovo vicario Nicolò Anselmi, prefetto, questore e il presidente del Tribubnale di Genova. Assente “solo” la Regione. Il cerimoniale di Palazzo Tursi fa sapere che l’invito era stato mandato direttamente al governatore, Giovanni Toti, il quale però ha cortesemente declinato per altri impegni istituzionali. Stona che non sia stato mandato alcun suo delegato, soprattutto alla luce delle recenti polemiche di campagna elettorale legate al tema dell’antifascismo, che il sindaco Marco Doria ha indirettamente richiamato nel suo intervento. «Oggi si sentono segnali che mi preoccupano – afferma il primo cittadino – in chiaro contrasto con quel percorso che tendeva a dare meno importanza ai confini nazionali e privilegiava tolleranza e integrazione. Quanto avvenne in queste stanze è una lezione che la storia ci dà: c’è bisogno di più impegno civile esattamente come allora, di valori profondi: L’attualità dell’antifascismo sta nel calarli nella realtà del 2017».
Una prima volta  
«Non avevano molta voglia di parlarne in famiglia, erano consci di aver fatto qualcosa di incredibile ma preferivano tenersela per loro. E’ il tratto in comune che riguarda la vita di chi il 25 aprile 1945, nei locali di Villa Migone a Genova, firmò la resa delle truppe tedesche al Comitato di liberazione nazionale prima dell’avvento delle forze alleate». Lo raccontano figli e nipoti, oggi per la prima volta riuniti dal Comune del capoluogo ligure in quelle stesse stanze, 72 anni dopo. Ci sono Wilko Meinhold e Marianne Doring, nipoti del generale Gunther Meinhold comandante delle forze armate tedesche in Liguria, Guido e Jack Savoretti, figlio e nipote del partigiano Lanza al secolo Giovanni Savoretti, e Tania Scappini, nipote dell’operaio Remo presidente del Cnl ligure. “Siamo a ricordare un giorno che ha cambiato la storia di Genova, dell’Italia, della Germania e dell’Europa- dice con convinzione Jack Savoretti- l’Europa che viviamo oggi è stata costruita da queste persone e sono molto orgoglioso che mio nonno ne abbia fatto parte. Ne parlava poco nella vita privata perché una volta girata la pagina dolorosa di un bruttissimo periodo della storia, hanno voluto mantenerla girata”. Il cantante britannico, di madre tedesca e padre genovese, noto supporter del Genoa, ha una parola anche per i colori rossoblu: «Il tifo genoano – afferm a- è legato ai valori della Resistenza». Infine, una tirata d’orecchie all’Italia: «In Inghilterra, chi vince se ne vanta. In Italia, i partigiani hanno vinto e ci vorrebbe un maggiore investimento per tenere vivo il ricordo nelle nuove generazioni»

La risposta di Toti

«Spiace constatare che anche dopo 72 anni c’è ancora chi non perde occasione per polemizzare inutilmente e strumentalmente su quella che dovrebbe essere la festa di tutti». Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, replica alla “Dire” a chi lo attacca per aver declinato l’invito alla celebrazione del 72esimo anniversario della resa dei tedeschi al Comitato di liberazione nazionale a Genova. «La mancata partecipazione agli odierni eventi legati al 25 aprile – spiega il governatore – è semplicemente dettata da precedenti impegni di amministrazione. Pertanto ribadiamo che ogni polemica possa essere legata solo a una irrispettosa ricerca di un vantaggio politico che non si addice alla profondità del momento». Toti ricorda poi che «l’attenzione di Regione Liguria per una ricorrenza fondativa della nostra Repubblica e della nostra democrazia è ben testimoniata dalle ‘Giornate Pertiniane’ in cui si è celebrato il ricordo di un grande partigiano e presidente, dal sostegno fattivo dell’ente agli istituti storici della Resistenza e, come già accaduto l’anno scorso, alla presenza alle celebrazioni di domani in piazza Matteotti». Non molto fortunato il rapporto tra il governatore e la festa della Liberazione: lo scorso anno in piazza a Genova era stato fischiato quando aveva parlato dei Marò, domani salirà nuovamente sullo stesso palco.


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