Il Comitato Le Serre è stato ascoltato dalle commissioni consiliari. Maggioranza e opposizione condividono le linee di sviluppo sostenibile immaginate da associazioni e cittadini; il PUC sarà rivisto attraverso un percorso partecipativo
Un passo avanti verso la salvaguardia di Valletta San Nicola – il polmone verde di Castelletto alle spalle dell’ex Albergo dei Poveri – contro le ipotesi di cementificazione paventate nel corso degli anni dalla proprietà, l’istituto Asp Brignole che, vista la profonda crisi economica, intende monetizzare al massimo il valore dell’area. È quello compiuto venerdì scorso, quando le Commissioni Consiliari del Comune di Genova “Promozione della città” e “Territorio”, hanno ascoltato il Comitato Le Serre di San Nicola, il quale – con la collaborazione di Isde – Medici per l’ambiente, Italia Nostra, Legambiente, Movimento Decrescita Felice – ha redatto un progetto interessante ed articolato, già presentato alla cittadinanza il 14 febbraio scorso, che prevede la trasformazione della valletta in spazio pubblico di aggregazione sociale e modello di gestione sostenibile attento alle sue risorse agricole, alla sua storia, alle sue caratteristiche ambientali.
Ma per concretizzarlo occorre cancellare dal progetto preliminare di PUC, approvato dall’ex Giunta Vincenzi, qualsiasi previsione di nuove edificazioni, attraverso un processo di revisione del piano urbanistico alla luce delle numerose osservazioni arrivate sui tavoli degli uffici comunali, da ogni parte della città.
«L’incontro è andato benissimo – afferma soddisfatto Franco Montagnani del Comitato Le Serre di San Nicola – abbiamo illustrato il progetto riscontrando l’apprezzamento dei consiglieri di maggioranza e opposizione che sembrano condividere le linee di sviluppo e sostenibilità immaginate da cittadini e associazioni per il futuro del polmone verde di Castelletto»
«Il vicesindaco Stefano Bernini si è detto disponibile a seguire un percorso partecipativo che tenga in dovuta considerazione le osservazioni al PUC – racconta Montagnani – A questo proposito la zona della Valletta potrebbe non essere più denominata Distretto di Trasformazione». Bernini ha aggiunto che l’intenzione del Comune è quella di acquisire i diritti di calpestio della Valletta – dell’intera area e non solo della parte dove oggi si trovano i vivai comunali – per poter usufruire della superficie ai fini di una sua valorizzazione.
Da ricordare l’intervento di Massimo Quaini, professore dell’Università di Genova, nonché uno dei più noti geografi italiani, il quale ha auspicato la creazione di un osservatorio sul paesaggio agricolo con sede all’interno di Valletta San Nicola, da realizzarsi in sinergia con il progetto del Comitato Le Serre.
Per il professor Quaini gli osservatori sul paesaggio (previsti dalla Convenzione Europea del Paesaggio del 2000) se ben interpretati «Possono essere degli strumenti molto importanti di autoconsapevolezza delle persone nei confronti della grande eredità costituita dai paesaggi».
Marianna Pederzolli, giovane consigliere della Lista Doria, ha parlato di “bel buco verde della città”. «Un’espressione che calza a pennello per Valletta San Nicola – spiega Montagnani – questo luogo ha una sua storia, una sua vocazione, è uno stimolo per l’aggregazione sociale ed una fonte di vita per la città che non deve essere “riempito” con nuovo cemento. Può essere il simbolo di un decisivo cambio di rotta: non si devono più sacrificare gli spazi aperti della città per risanare bilanci o favorire speculazioni edilizie».
Alcuni consiglieri sono pronti a presentare una mozione sul tema e, vista l’unità di intenti dimostrata, probabilmente l’iniziativa sarà accolta in maniera favorevole dall’intero consiglio.
Venerdì i membri delle commissioni consiliari di Palazzo Tursi hanno avuto l’occasione di visitare da vicino Valletta San Nicola, rendendosi conto in prima persona della bellezza del luogo. «Adesso possiedono tutti gli elementi necessari per poter valutare nella maniera migliore il da farsi – conclude Montagnani – auspichiamo che alle parole seguano i fatti ed al più presto possa partire il percorso partecipativo, il primo passo verso la realizzazione del nostro progetto».
Matteo Quadrone