Lo spettacolo, tenero e rivoluzionario, erano i giovani uomini seduti tra il pubblico ad ascoltare in silenzio le lezioni di batteria di due grandi professioniste donne
Domenica 30 settembre scorso, dalle 10 del mattino fino a sera, si è svolto a Carasco (nell’entroterra Ligure, sopra Lavagna) “Drum Ladies Fest”, un workshop-concerto dedicato a batteriste professioniste e principianti, rigorosamente donne, provenienti da tutta Italia, con la presenza di due maestre internazionali, ospiti speciali, la canadese Emmanuelle Caplette e la brasiliana Vera Figueiredo.
Devo dire che è stato davvero molto interessante vedere bambine e giovani donne e ancora donne adulte che picchiavano sui piatti e rullanti con forza e precisione: dava una sensazione piacevole che non so spiegare. Forse era dovuta al fatto che ad esibirsi non c’era neanche un uomo, il che ha creato, sicuramente, un effetto sorpresa. Forse era perché, suonando, le donne mostrano una femminilità particolare (come liberata dal fatto di dover essere femminili per forza)… O forse perché se uomini colpiscono una batteria non è niente di nuovo, è la guerra, ma se invece sono delle donne a farlo, è diverso: è come se sprigionassero, al contrario, un senso di pace.
Non c’era nulla di forzato, come si potrebbe pensare. Le donne in quel clima erano nel loro. Erano molto più naturali e a loro agio di quando si trovano alle prese con qualcosa di più tradizionalmente femminile come la danza o il canto, o fare le hostess o segretarie… C’erano donne di tutti i tipi: donne belle, donne brutte, piccolissime come delle bamboline, oppure grandi e grosse come uomini, dolci o rudi, arrabbiate o allegre… tutte comunque erano piene di fascino perché erano fuori dal giudizio del mondo, come se il festival avesse creato un’isola anomala dove vigono delle altre regole sociali rispetto a quelle del mondo che conosciamo. Ogni donna era se stessa e, quindi, era magnifica. Le rudi nascondevano, dietro le giacche strappate e i capelli spettinati, un sorriso dolce o un gesto delicato e le dolci, invece, sotto una gli occhi da Bambie trasmettevano una risolutezza nei movimenti e un’autorevolezza degne di grandi leader. Le piccole erano tigri e le grosse agnellini. Le arrabbiate facevano sorridere infondendo tenerezza e le allegre avevano gli occhi di chi è cresciuto, come tutti, soffrendo. L’armonia che univa tutto e tutti era la caratteristica più importante.
Lo spettacolo più tenero e rivoluzionario erano i giovani uomini seduti tra il pubblico ad ascoltare in silenzio le lezioni di batteria di due grandi professioniste donne. Per pranzo e per cena, due signore della zona sfornavano torte e focacce fatte con le loro mani e le servivano col sorriso nonostante il sole accecante del pomeriggio e il freddo della sera. Alcuni bambini giocavano e provavano le batterie, felici di esprimersi liberamente. Si respirava creatività e nessuna voglia di litigare. Poi si è messo a piovere e le persone si sono semplicemente spostate al riparo del tendone, senza una lamentela. Alla fine i ringraziamenti.
Un applauso sincero a tutti i partecipanti, alle ospiti straniere e all’organizzatrice, ovviamente, donna, Elisa Pilotti. Ed erano davvero tutte da ringraziare profondamente per averci fatto vivere 12 ore in una realtà diversa e possibile. Quel giorno a Carasco si è tenuto un primo appuntamento di questo evento di musica, ma anche un esperimento sociale che ha messo insieme donne libere da schemi, persone motivate, musica e creatività, un mix non così consueto che ha trasmesso speranza ai partecipanti e ha regalato a tutti una boccata di aria fresca. Ognuno alla fine ha portato a casa un piccolo segno nella memoria di quell’evento micro-rivoluzionario.
I CONSIGLI DI CAFFE’ SCORRETTO
Consiglio web: Per capire l’atmosfera dell’evento che ho descritto date un’occhiata ai siti delle due ospiti, Emmanuelle Caplette e Vera , donne intelligenti e profonde che amano la musica e si divertono suonando.
Consiglio da vedere: “Frida” della bravissima Julie Taymor, film sulla vita di Frida Kahlo, grande artista e donna affascinante e controversa, un ritratto aderente e preciso della complessità femminile che intreccia fragilità e debolezza in un mix diverso e unico per ogni donna. Film “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, di Almodovar, maestro nel rappresentare il fascino femminile, che costruisce trame in cui le vere protagoniste sono sempre donne, con i loro diversi caratteri, il loro modo di affrontare coraggiosamente la vita in situazioni sempre molto complicate.
Consiglio da leggere: Giallo di Giménez Bartlett Alicia, Riti di morte, in cui la protagonista, una donna ironica e dissacrante, si ritrova a rivestire il ruolo di leader in un ambiente maschile, quale la polizia. La storia si sviluppa grazie a un caso di violenze seriali che è solo apparentemente ordinario e che viene assegnato alla protagonista e grazie all’amicizia improbabile che nasce lentamente tra la lei e il compagno che le viene assegnato per il caso, con un poliziotto più anziano di lei, vicino alla pensione, stanco e pieno di pregiudizi, ma con in realtà con una mentalità sorprendentemente aperta.
Linda Priario