I sindacati denunciano il clima pesante all'interno dell'azienda che continua a fare pressioni sui dipendenti affichè firmino le dimissioni "volontarie". Qual è il progetto su Genova? Se c'è ancora un progetto su Genova...
I sindacati tornano a denunciare il comportamento della multinazionale Ericsson, evidenziando il clima pesante all’interno dell’azienda che continua a fare pressioni sui dipendenti per ottenere il proprio scopo: diminuire la forza lavoro nel nostro Paese. Contro le politiche della Ericsson le rappresantanze sindacali unitarie hanno proclamato un nuovo sciopero per Mercoledì 16 gennaio, dalle ore 8 alle 12, con manifestazione sotto la sede della Regione Liguria e corteo per le vie della città.
«L’azienda vorrebbe eliminare 94 lavoratori a Genova e 374 in tutta Italia – ricorda Gianni Pastorino, segretario genovese della Cgil-Slc (Sindacato dei Lavoratori della Comunicazione) – una situazione che non solo contestiamo ma che giudichiamo scandalosa anche in relazione all’accordo di programma firmato per Erzelli e per il quale Ericsson è stata incentivata dallo Stato e dagli enti locali (la Regione Liguria, ad esempio, ha erogato 11 milioni di euro). È quantomeno contradditorio prendere i contributi per aprire ad Erzelli e poi voler mandar via i lavoratori – sottolinea Pastorino – l’azienda sostiene che si possa fare innovazione e ricerca anche con meno persone ma questa è una “balla”».
La Cgil ritiene intollerabile il comportamento delle multinazionali che in sostanza prendono i soldi e scappano. «Per superare questa situazione – continua Pastorino – È necessario che il Ministero dello Sviluppo Economico, finalmente, faccia delle vere politiche industriali ed inserisca una clausola sociale, vale a dire che condizioni l’erogazione dei contributi al mantenimento degli organici sul territorio».
Il timore dei sindacati è che i progetti su Erzelli siano un bluff, ovvero che Ericsson voglia prendere i contributi e poi trasferire tutto a Milano.
«Denunciamo il clima pesante in azienda – spiega il segretario Cgil-Slc – dove si cerca di “convincere” in tutti i modi i dipendenti a licenziarsi. In questo modo Ericsson ha già ottenuto le dimissioni di 50 “volontari“».
Le organizzazioni sindacali hanno predisposto un documento dal titolo emblematico “Vogliono chiudere Genova?”. «Le pressioni esercitate hanno portato decine di colleghi a firmare le dimissioni – racconta Pastorino – continuando così il lavoro di svuotamento della sede di Genova. Queste pressioni crescono andando a colpire gruppi di persone che fino a dicembre non erano stati “contattati” come possibili esuberi. Il lavoro, e non solo le “manutenzioni”, come sostiene l’azienda, continua ad essere esternalizzato a ditte esterne, italiane ed estere. Non si contano più le dimostrazioni di arroganza della Ericsson nei confronti dei lavoratori: praticamente tutti i capi continuano a dire ai sottoposti che è meglio prendere i soldi e andare via ora, perchè tanto non c’è futuro».
«Ericsson deve rispondere ai lavoratori, alle istituzioni, alla città – conclude il rappresentante Cgil-Slc – Qual è il progetto su Genova? Se c’è ancora un progetto su Genova… Oppure c’è solo uno smantellamento lento del sito?».
Matteo Quadrone
[Foto di Daniele Orlandi]