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Liguria, commercio: i dati e il nuovo piano regionale

Le imprese attive del settore commerciale sono quasi il 28% del totale delle imprese liguri; nella nostra regione 1 lavoratore su 4 trova occupazione in questo comparto. Le difficoltà però si fanno sentire: nel 2011 a fronte di 1910 imprese iscritte ne sono cessate 2890


15 Gennaio 2013Notizie

Regione Liguria e Unioncamere Liguria hanno proseguito anche nel 2012 l’attività dell’Osservatorio Regionale del Commercio, il cui scopo è quello di provvedere alla raccolta dati e al monitoraggio – con riferimento all’entità e all’efficienza della rete distributiva – per rivedere o confermare le linee di programmazione e pianificazione del settore, in tutte le sue componenti e strutture. Per centrare questo obiettivo, la Regione Liguria e Unioncamere Liguria hanno avviato una rete di collaborazioni con i comuni e con il sistema camerale.

I numeri del commercio dimostrano quanto questo settore sia importante nell’economia della nostra regione: 29.575 gli esercizi commerciali in Liguria a fronte di una superficie di vendita di 2.042.141.47 mq., distribuiti sul territorio per il 47% a Genova, 23% a Savona, 16% a Imperia e quasi 15% a La Spezia.
Le imprese attive del settore commerciale sono quasi il 28% del totale delle imprese liguri. Gli occupati nel commercio in Liguria hanno un incidenza del 24%, molto superiore a quella nazionale (19,6); in pratica nella nostra regione 1 lavoratore su 4 trova occupazione in questo comparto.

Le difficoltà però si fanno sentire: nel 2011 a fronte di 1910 imprese iscritte ne sono cessate 2890.

I prezzi al consumo nella nostra regione sono aumentati in un anno del 3,5 % con ritmi superiori alle media nazionale tra i beni alimentari e non, nell’energia e nei servizi. Il peso del valore aggiunto del settore commercio In Liguria è del 9,5 %, un po’ più basso della media nazionale (10,7).
Sono diffuse le imprese straniere: su 15 mila imprese nei vari settori il 33% sono nel settore commercio. Anche la quota femminile delle imprese del settore si attesta al 33% ma nel 2011 si registrano 1027 cessazioni rispetto a 634 iscrizioni; il numero delle imprese giovanili del commercio è il 26 % del totale ma nel 2011 si hanno 556 iscrizioni a fronte di 302 cessazioni.

Martedì pomeriggio l’assessore al Commercio della Regione Liguria, Renzo Guccinelli e il segretario generale di Unioncamere Liguria, Maurizio Scajola (che ha reso noti i dati dell’Osservatorio del Commercio), hanno presentato il nuovo piano della programmazione commerciale che sostituisce quello varato nel 2007, dopo le direttive Ue e nazionali, con tutte le novità sui vincoli, le dimensioni delle strutture, le tipologie distributive e gli indici di sostenibilità socio-economica.

La Regione Liguria è la seconda regione italiana, dopo la Toscana, ad aver approvato a fine anno, all’unanimità in Consiglio Regionale, la nuova programmazione commerciale e gli adeguamenti normativi al Testo unico in materia di commercio del 2007.
La modifica si è resa necessaria dopo i vari interventi normativi comunitari, a cominciare dalla Direttiva Bolkestein sulla libera concorrenza dei servizi e delle numerose normative statali.

In linea con le liberalizzazioni «Sono state semplificate molte attività attraverso semplici comunicazioni e senza necessità di autorizzazioni –  spiega una nota dell’ufficio stampa regionale – La nuova programmazione prevede, infatti, grandi possibilità di ampliamenti, accorpamenti, trasferimenti delle strutture commerciali esistenti senza più alcun vincolo quantistico e numerico, la liberalizzazione degli orari, nuove norme sugli outlet e i temporary shop».

«La nuova programmazione commerciale della Regione Liguria poggia sull’innovazione e la qualità del complesso dell’offerta – continua la nota – Nel provvedimento è stato elaborato un sistema di regole che ha come unica matrice la sostenibilità ambientale. Tenendo conto della necessità di contemperare il rispetto del principio della libera concorrenza e libero mercato con le esigenze del cittadino-consumatore che deve avere un’offerta commerciale adeguata. Regole che dovranno favorire un equilibrato sviluppo delle diverse tipologie distributive nel rispetto del territorio e valorizzare la funzione del commercio dei degli esercizi di piccole, medie e grandi dimensioni per riqualificare il tessuto urbano e i quartieri degradati».

Per le strutture di vendita di rilevanti dimensioni «Sono stati fissati requisiti qualitativi e di prestazione generali e obbligatori – spiega la Regione – Specifici obblighi anche per le grandi strutture di vendita compresi i centri commerciali che potranno insediarsi esclusivamente in aree con una specifica destinazione d’uso. I criteri non riguardano però i parametri urbanistici che devono essere comunque osservati dagli esercizi commerciali (raccordi viari, parcheggi ecc)».

Fra i vari requisiti previsti dal piano «Le medie strutture di vendita dovranno avere una classificazione energetica, produrre energia termica da fonti rinnovabili senza emissioni in atmosfera, limitare la produzione dei rifiuti e dotarsi di aree per la raccolta differenziata – sottolinea la Regione –  Le medie strutture di vendita non potranno superare i millecinquecento metri quadrati di superficie. Un limite uguale in tutta la Liguria, indipendentemente dagli abitanti dei comuni. Alle grandi strutture di vendita si chiede inoltre l’installazione di protezione dall’inquinamento di polveri, il controllo degli effetti acustici dentro e fuori la struttura, la raccolta delle acque piovane, spazi per l’accoglienza del cliente e aree attrezzate per i bambini».

Il nuovo piano commerciale della Regione Liguria «Dà ai comuni la possibilità di prevedere requisiti qualitativi e di prestazione facoltativi, con convenzioni per favorire le assunzioni di lavoratori in cassa integrazione o mobilità, l’adozione di sistemi per acquisti telematici, la raccolta dei prodotti alimentari invenduti da parte del volontariato, la condivisione degli orari di apertura e chiusura con il territorio».

Per incentivare il ritorno della popolazione dalla periferia alla città «Nella nuova programmazione commerciale è prevista la possibilità che nei centri storici e nei centri storici commerciali e in particolari aree limitate possono essere stipulati patti d’area o contratti di quartiere tra regione Liguria, Comune, Camere di Commercio, associazioni di categoria del commercio, consorzi di imprese, proprietari di immobili, per sostenere una forte riqualificazione commerciale».


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